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Caso Horner, mail anonima con presunte foto e chat oggetto dell'indagine Red Bull

Il caso Horner potrebbe non essere ancora chiuso. Nonostante la fine dell'indagine interna da parte di Red Bull sui presunti "comportamenti inappropriati" da parte del team principal verso una dipendente e il comunicato della scuderia che lo ha scagionato, nel corso del giovedì in Bahrain alcuni giornalisti (circa un centinaio che seguono la F1) hanno ricevuto una mail contenente le presunte foto e gli screenshot delle chat oggetto dell'inchiesta avviata settimane fa dalla Casa austriaca. Sulla veridicità del materiale contenuto nella mail, va sottolineato con chiarezza, non c'è alcuna certezza al momento. Nel video d'apertura, Carlo Vanzini e Roberto Chinchero fanno il punto su quanto avvenuto nelle ultime ore.

Horner: "Non commento speculazioni anonime. Sarò qui domani come devo"
"Non commenterò speculazioni anonime, ma ribadisco che ho sempre negato le accuse", è il primo commento di Horner dopo gli ultimi sviluppi. Poi ha aggiunto: "Ho rispettato l'integrità dell'indagine indipendente e ho collaborato pienamente in ogni fase del percorso. Si è trattata di un'indagine approfondita e corretta condotta da un avvocato specializzato indipendente e si è conclusa, respingendo la denuncia presentata. Siamo concentrati sulla gara e continuiamo a farlo e sarò qui domani come devo". Intanto altri team principal, da Toto Wolff della Mercedes a Zak Brown della McLaren, sia prima di questo episodio che successivamente in conferenza stampa a Manama, hanno ribadito la necessità di trasparenza per la Formula 1.


Carlo Vanzini: "Gesto molto grave, dà l'idea che ci sia una guerra che va oltre la vicenda"
"Proprio durante la sessione, ad una serie di giornalisti è arrivata da un account chiamato 'giornalista anonimo' una mail con tutti gli screenshot della chat di Horner con la persona coinvolta nella vicenda. È una cosa molto forte e grave. Credo che anche Horner e la stessa Red Bull prenderanno provvedimenti, anche tramite legali, per cercare chi ha fatto gli screen del telefono per mandarla a tutti i giornalisti della Formula 1. Dà l'idea che ci sia dietro una guerra che va oltre la vicenda"

Roberto Chinchero: "La conferma che ci sono più fazioni nella Red Bull"
"È chiaro che trattandosi di informazioni che sono state oggetto dell'indagine interna, viene da pensare che anche questo franco tiratore sia interno, proprio perché legato alla riservatezza delle immagini. È un colpo basso che conferma quello che sostenevamo da tempo: ci sono tante fazioni all'interno della Red Bull. Ce n'è una che ha provato a dare una spallata a Horner in un momento di difficoltà".

https://sport.sky.it/formula-1/2024/02/29/f1-horner-red-bull-news
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Indagine Red Bull conclusa, Christian Horner prosciolto

La stagione Formula 2024 sta per iniziare. Dopo i test le squadre sono rimaste in Bahrain per il primo Gran Premio stagionale, che si svolgerà eccezionalmente di Sabato, con la prima sessione di prove libere che scatterà alle 12 (italiane) del Giovedì. E se in pista c'è una Red Bull che parte con i gradi di favorita, con la 'rivoluzionata' RB20, all'interno del team il clima non è quello di una squadra vincente e dominante visto che a poche ore dall'inizio della nuova stagione, uno dei temi principali di discussione è il futuro di Christian Horner.

Il Team Principal è prosciolto dalle accuse di 'cattiva condotta'
Le accuse di cui è stato protagonista il Team Principal di Milton Keynes hanno portato l'azienda – doverosamente – ad iniziare un indagine per verificare la veridicità e l'eventuale gravità di quanto era emerso. Una situazione spinosa che la Red Bull – lato Formula 1 – ha cercato di non commentare troppo, tranne per qualche dichiarazione di Helmut Marko che non ha dato il suo chiaro appoggio a Christian Horner, augurandosi solo di arrivare ad una conclusione rapida della vicenda. All'interno del team oramai da tempo è in atto un gioco di potere che si è inasprito con l'arrivo della nuova proprietà e la divisione in due entità ben precise. La parte thailandese supporta Christian Horner e il suo operato svolto con successo fino ad oggi; dall'altra la casa madre austriaca appoggia maggiormente la visione di Helmut Marko, il quale gode anche dell'importante sponsor Max Verstappen.

La situazione ha scomodato ed infastidito anche Ford, il colosso motoristico che da poco ha siglato una partnership con Red Bull in vista del nuovo ciclo regolamentare che partirà dal 2026. Il CEO Jim Farley ha fatto intendere il suo disappunto, tramite una lettera, ritenendo la vicenda "poco chiara" e lamentando la mancanza di comunicazione da parte della stessa Red Bull nei confronti di Ford, spingendo anche da parte loro ad una conclusione veloce della vicenda, chiarendo ogni aspetto riguardo le accuse mosse verso Christian Horner.

Red Bull ha assunto dei legali esterni per accertare le gravi accuse nei confronti di Christian Horner e con l'indagine terminata nel weekend si è giunti ad una conclusione che ha visto il Team Principal inglese prosciolto da ogni capo d'accusa a lui imputato. Horner è in viaggio per il Bahrain ed arriverà oggi stesso. La sua presenza è fissata anche per una conferenza stampa, canonica, post gara al Sabato; un piano che può comunque essere cambiato in ogni caso.

Comunicato ufficiale Red Bull
"L'indagine indipendente sulle accuse mosse contro il signor Horner è completa e la Red Bull può confermare che la denuncia è stata respinta. Il denunciante ha diritto di ricorso. La Red Bull è fiduciosa che l'indagine sia stata giusta, rigorosa e imparziale. Il rapporto dell'indagine è confidenziale e contiene le informazioni private delle parti e dei terzi che hanno collaborato alle indagini, pertanto non commenteremo ulteriormente per rispetto di tutti gli interessati. Red Bull continuerà a impegnarsi per soddisfare i più alti standard sul posto di lavoro"

https://formu1a.uno/indagine-red-bull-conclusa-christian-horner-prosciolto/
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Horner, la lettera di licenziamento era già pronta. E quanti dubbi sull'imparzialità delle indagini



Una ricostruzione accurata
In tanti ricorderanno come fu la testata Business F1 ad avviare l'attenzione mediatica sul possibile conflitto d'interessi interno alla famiglia Wolff. Brusìo che spinse la Federazione a monitorare l'avvio di un approfondimento, prima di un repentino dietrofront di fronte alla levata di scudi unanime dei team di F1 e di Liberty Media.

Ecco, nel suo numero di marzo la rivista britannica ha dedicato un approfondimento di 17 pagine al caso Horner, andando a ricostruire in maniera dettagliata tutti i passaggi che hanno portato all'avvio e alla conclusione dell'indagine aziendale in Red Bull. Ovviamente il magazine, molto ben inserito all'interno del paddock, ha fornito particolari ancora inediti sulla vicenda.

Com'è nata l'indagine
Un riassunto del contenuto del dossier di Business F1 è stato fornito nelle scorse ore dai tedeschi di Motorsport-Total.
La dipendente, oggetto delle attenzioni di Christian Horner, sarebbe crollata a margine di un weekend di gara, raccontando in lacrime ai propri colleghi il comportamento tenuto nei suoi confronti dal team principal.
Sarebbero emersi dettagli piuttosto pesanti, incompatibili con la prosecuzione del lavoro del 50enne britannico in seno alla Red Bull.

La lettera di licenziamento già pronta
Quando la vicenda è trapelata sui media, era nota da almeno due mesi in Red Bull, con il CEO Oliver Mintzlaff che lo scorso 2 febbraio era giunto alla conclusione che quanto fatto da Horner fosse incompatibile con il codice di condotta dell'azienda. Da qui la decisione di licenziare il team principal, con il comunicato stampa già approntato: "Red Bull GmbH conferma che Christian Horner ha lasciato la Red Bull Racing con effetto immediato. Red Bull GmbH non farà ulteriori commenti sulla questione". L'idea di Mintzlaff era dunque quella di separarsi da Horner mantenendo riservato lo scandalo, per salvare l'immagine pubblica del britannico ed evitare imbarazzi all'azienda.

La contromossa di Horner
Mintzlaff non aveva però fatto i conti con la reazione di Christian Horner, che ha respinto la rescissione del contratto, allertando i suoi avvocati, che hanno bloccato il comunicato stampa prima che potesse essere diramato. Horner ha così attivato la clausola contrattuale che gli dava diritto ad un'indagine condotta da un organo indipendente nel caso di accuse di questo tipo.
Pur avendo già preso la decisione di licenziare il team principal, Mintzlaff ha ceduto alla richiesta degli avvocati della controparte, anche perché Horner aveva ventilato la possibilità di presentare un'ingiunzione all'Alta Corte di Londra. Oliver Mintzlaff considerava le prove a disposizione dell'azienda schiaccianti, e ha dunque bloccato momentaneamente il licenziamento, attendendo con fiducia l'esito dell'indagine indipendente – che sarebbe dovuto arrivare due settimane più tardi.

I dubbi sull'inchiesta
A quel punto nella vicenda è entrata la famiglia Yoovidhya – proprietaria del 51% della società -, che ha deciso di prendere Horner sotto la propria ala protettiva. Il 28 febbraio, proprio in prossimità del GP del Bahrain, il team principal inglese ha incassato l'assoluzione da ogni accusa, tra lo stupore della parte austriaca della Red Bull.

Business F1 ha poi avanzato numerosi dubbi sulla conduzione dell'indagine. Si fa ad esempio riferimento a chi avrebbe scelto proprio quell'avvocato indipendente e alla strana sparizione di quest'ultimo – resosi indisponibile perché in vacanza per 2 settimane -, esattamente al termine della raccolta del materiale probatorio. Irreperibilità che avrebbe allungato di altri 14 giorni l'attesa dell'esito e che l'avrebbe così portato – come avvenuto – in prossimità dell'avvio del mondiale di F1.
Quanto accaduto ha irritato diverse figure che "erano venute a conoscenza della questione", che hanno iniziato così a far trapelare sempre più informazioni ai media. E a dichiarare pubblicamente guerra ad Horner, chi in maniera anonima, chi esponendosi in prima persona.

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/horner-lettera-licenziamento-gia-pronta-dubbi-imparzialita-inchiesta
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Dentro le paure di Marko: se Horner resta, vanno via Max, Newey e Ford?

Come prevedibile, lo scandalo cha ha coinvolto Chris Horner era solo parte di un quadro più ampio, e che vede il team principal Red Bull in una battaglia di potere interna al team. Gli schieramenti, a grandi linee, sono chiari: il britannico è appoggiato dal patron Red Bull Chalerm Yoovidhya (l'unico motivo per cui ha ancora il suo posto al muretto), dall'altra parte c'è il "clan" austriaco (Helmut Marko, Mark Mateschitz, Oliver Mintzlaff), che ha dalla sua sicuramente la famiglia Verstappen e – forse – anche Adrian Newey. Insomma, gli austriaci sembrano essere in maggioranza, ma Horner ha l'alleato più importante.

Vincere questo scontro è importante forse più per gli austriaci che per Horner. La vicenda ha assunto un'importanza tale che per Marko diventa imprescindibile liberarsi del team principal: se Horner restasse al suo posto, infatti, Jos Verstappen avrebbe le valigie pronte e le preparerebbe anche al figlio Max (particolare non di poco conto); da quel che suggerisce la testata tedesca Auto, Motor und Sport, anche la Ford, che ha espresso molte preoccupazioni per il caso-Horner, non sarebbe contenta della permanenza del team principal; e lo stesso si dovrebbe dire di Newey, dapprima alleato di Horner e poi sempre più distante dal britannico. Insomma, per Marko il punto non è più rischiare di perdere Horner, ma trattenere un tris d'assi senza i quali il percorso per il 2026 si farebbe impossibile.

Verstappen senior, che ha curato ogni aspetto della carriera del figlio, ha avuto una accesa discussione con Horner in Bahrain e in un'intervista al Daily Mail ha detto che il team principal deve andarsene, altrimenti la squadra imploderà. L'olandese ha imposto un aut aut e si è fatto fotografare con il team principal Mercedes Toto Wolff. I due, avessero voluto tenere nascosto l'incontro per non far nascere speculazioni su un Verstappen a Brackley, avrebbero certamente trovato il modo di parlare in segreto. Così non è stato.

Verstappen in Mercedes, si può?
Il caso Hamilton-Ferrari ha insegnato una volta per tutte che non bisogna mai dare nulla per scontato in Formula 1. Il britannico aveva un contratto con la Mercedes fino al 2025 e non si è fatto problemi a rispondere di sì quando Maranello gli ha prospettato un sedile sulla rossa. Wolff è partito all'attacco e in Bahrain si è lasciato scappare un "Nulla è impossibile" in risposta a uno scenario che avrebbe del clamoroso. Ma che ora rischia di diventare pensabile.


https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/dentro-le-paure-di-marko-se-horner-resta-vanno-via-max-newey-e-ford-red-bull-verstappen
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L'indiscrezione – Cosa ci sarebbe dietro ai dissidi che hanno spaccato la Red Bull

Il vuoto di potere
Con la scomparsa nell'ottobre 2022 di Dietrich Mateschitz è venuto meno in Red Bull quel collante perfetto che aveva permesso alle due anime – quella thailandese e quella austriaca – di coesistere.
La parte sportiva dell'azienda è stata assegnata alle cure di Oliver Mintzlaff, dirigente tedesco già nella galassia aziendale sponda calcio.

Apparentemente il progetto F1 della Red Bull stava godendo di ottima salute, avendo vinto nel 2021 il titolo piloti, seguito nel 2022 (e poi nel 2023) da quello costruttori. Ma già lo scorso anno erano trapelate le prime voci su possibili dissidi interni alla scuderia, con il team principal Christian Horner che avrebbe cercato di prendere sempre più potere decisionale nel nuovo assetto sportivo Red Bull. Molti ricorderanno come si parlò della volontà di Horner di estromettere Helmut Marko – amico intimo di Mateschitz sr. -, naufragata dopo l'intervento di Max Verstappen, che all'austriaco deve la sua carriera in F1.

Come sono nati i dissidi?
Secondo quanto raccolto da FormulaPassion.it, una fonte autorevole a conoscenza della vicenda ha ricostruito la genesi dei dissidi così aspri che hanno spaccato il team, con Horner da una parte e gli austriaci dall'altra.

Pare infatti che nel 2023 Christian Horner si sarebbe presentato dalla famiglia Yoovidhya con un'offerta proveniente da finanziatori di area britannica, con l'obiettivo di acquisire – in toto o in parte – il team di Formula 1 dall'azienda. Ricoprendo così quel ruolo di primo piano – 'alla Wolff' -, di cui si è sussurrato da più parti nei mesi scorsi.
Il tutto all'oscuro degli austriaci, i quali non avrebbero accolto di buon grado – per usare un eufemismo – questa mossa del team principal.
Da qui sarebbe nata la netta spaccatura tra Horner e il quartier generale di Fuschl, ancor prima dello scandalo emerso nelle ultime settimane.
Naturalmente il condizionale è d'obbligo in una vicenda così complessa e sfaccettata, ma possiamo confermare che si tratta di una forte indiscrezione, che aiuterebbe a ricostruire i rapporti così tesi nel team da oltre un anno.

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/indiscrezione-cosa-ci-sarebbe-dietro-dissidi-spaccato-red-bull
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Difficile pensare che questa seconda vicenda non sia collegata al caso Horner

Ben Sulayem sotto investigazione: avrebbe interferito nel risultato di Gedda 2023

F1, altro scandalo? Ben Sulayem indagato per Gedda 2023
A pochi giorni dal weekend di Gedda, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1, il Circus entra in nuovo potenziale scandalo. Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, infatti, è indagato per presunte interferenze sul risultato della gara del 2023 sul circuito saudita.

Un informatore ha riferito che Ben Sulayem in persona sarebbe intervenuto per annullare la penalità inflitta a Fernando Alonso, favorendo il suo terzo posto in gara, come sostenuto dal rapporto al comitato etico redatto dal Compliance Officer FIA Paolo Basarri. A darne notizia è la BBC. La FIA e Ben Sulayem non hanno voluto commentare, ma fonti interne alla F1 e vicine alla Federazione – contattate dai colleghi inglesi – affermano di avere le stesse informazioni.

Già l'anno scorso la penalità ad Alonso – inflitta dopo la gara ma revocata clamorosamente poche ore più tardi – fece molto discutere. Tutto nacque da una sanzione di cinque secondi comminata allo spagnolo per una irregolarità in partenza. Questo provvedimento – severo ma giusto – fu scontato ai box nel regime di Safety Car. Da regolamento, se si sconta una penalità in termini di secondi i meccanici non possono svolgere nessuna operazione sulla vettura: in quel frangente la AMR23 è stata sollevata sui cavalletti, cosa che in un primo momento era stata interpretata come un "lavoro sulla vettura" e comportò altri 10″ di penalità allo spagnolo. Dopo poche ore, tuttavia, ad Alonso fu annullata la penalità, e così il due volte iridato tornò al terzo posto della classifica.

L'accusa formulata dall'informatore è che Ben Sulayem abbia chiamato lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa – vicepresidente della FIA per lo sport per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa – e gli abbia fatto capire che riteneva che la penalità di Alonso dovesse essere revocata. Nel rapporto si sottolinea come Ben Sulayem – secondo l'informatore – "abbia preteso che gli steward annullassero la loro decisione di assegnare la penalità ad Alonso". Anche il comitato etico farà rapporto, in un tempo massimo quantificabile in un mese e mezzo.

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/ben-sulayem-sotto-investigazione-avrebbe-interferito-con-il-risultato-di-gedda-2023

E comunque Alonso  sempre in mezzo...
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