Benvenuto su MondoMcLaren. Accedi o registrati.
Utenti in totale
835
Messaggi totali
188.765
Totale discussioni
4.860
Ma scusate siamo stati il primo team a costruire una mega struttura chiamata Paragon, progettata da Norman Foster e ora viene fuori che il primo grezzone che si iscrive alla F1 e ha la sede in un garage di periferia fa auto migliori?  :-grr :-devil :-devil :-devil


Intanto Bin8 pare sia stato licenziato, lui smentisce ma tutti dicono che è vero.
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

L'orgia del potare

A chi, memore dei bei tempi andati, gli faceva notare davanti a una pizza quanto fosse utopistico rivestire contemporaneamente il ruolo di Jean Todt e Ross Brawn, rispondeva laconico che non aveva scelta, perché "non posso fidarmi di nessuno". Anni dopo e tuttora in assenza di un'ufficialità ormai fuori tempo massimo, Mattia Binotto deve fare, come tutti, i conti con storia e coscienza. Sono in tanti, a Maranello, a giurare che in Ferrari non gli sia rimasto più un santo in paradiso. Ma mi lascia un po' perplesso l'ostinazione diffusa ad associare la sua caduta in disgrazia – questa sì, assodata – con i risultati sportivi della Scuderia. Certo, a parità di tempo trascorso – quattro anni – la 'sua' Ferrari ha vinto la metà delle gare rispetto alla gestione del suo predecessore; sette, comprese le tre del 2019, sulle quali aleggerà per sempre un'ombra di sospetto, colpevolmente mai chiarita dalla FIA. Ma alla fine, il risultato nel mondiale è analogo. Secondi, eterni secondi. Persino l'AD Vigna adesso tira fuori la tagliente definizione coniata da Enzo Ferrari ("il secondo è il primo degli sconfitti) palesando, finalmente, una cultura aziendale che non si era vista con Mauro Forghieri. La realtà si misura coi numeri, ma i numeri non bastano a spiegarla.

Gennaio 2019, un sabato pomeriggio. Mattia non ha ancora preso pieno possesso dell'ufficio all'angolo dei due corridoi, quello riservato al Team Principal, dal quale Maurizio Arrivabene ha fatto sgomberare le sue sculture psichedeliche in materiale plastico. Per un po' rimarrà nel bunker vetrato al quale, negli anni, tanti ingegneri hanno bussato dopo un improvviso ridimensionamento del loro ruolo, con la stessa frase sulle labbra: "Ma ti ho fatto qualcosa?", per sentirsi rispondere che no, anzi, ma le circostanze imponevano di voltare pagina. È sabato, appunto, e le sale della GeS non sono piene come al solito di attività. Il neo team principal discute animatamente con un gruppo di tecnici. Non sono motoristi. Non sono aerodinamici. Non sono telaisti. Sono idraulici, sono gli operai venuti a riparare i bagni di Maranello. E MB (come lo chiamano tutti, ormai, sul lavoro e anche fuori) li sta catechizzando sull'uso dei sifoni e il montaggio dei rubinetti.

Ora, è comprensibile che un dirigente di squadra ci tenga alla struttura in cui lavora, tanto più che quell'edificio rosso e nero ha contribuito a disegnarlo (anzi, i maligni dicono che sia l'unica cosa che ha progettato in vita sua). Però si suppone che, arrivato al vertice, il capo della Ferrari F1 abbia altre cose a cui pensare. E invece questo episodio, quasi anedottico nella sua apparente irrilevanza, è l'icona di un atteggiamento che ha portato all'attuale situazione.

Non sta certo a me dare suggerimenti a Mattia Binotto. Sarebbe davvero ridicolo che un team principal, sia pure uscente, chiedesse consigli a un addetto stampa già uscito. Ma resta il fatto che a tradire Binotto è stato soprattutto Mattia. Da quasi quattro anni la Ferrari non ha più un vero direttore tecnico. Le funzioni che erano state di James Allison e poi dello stesso Binotto, il neo capo supremo se le era arrogate, insieme – per un certo periodo – a quella di responsabile ad interim della comunicazione. Parliamo di una persona di grandi capacità, che parla bene tre lingue (in tedesco, mi disse, a scuola era sempre stato scarso) e sul lavoro privilegia la quantità. Uno stakanovista del Cavallino con un'invidiabile capacità – quella che era stata anche di Todt – di conoscere pregi, difetti e debolezze di ogni collega, fino al meno esperto dei meccanici. Ma proprio questa 'cultura ferrarista', questo vivere l'azienda a tutto tondo, si è tradotta in un boomerang affilato. Quando ero in Ferrari, a Mattia piaceva organizzare cene con quattro o cinque colleghi. Cene piacevoli, perché sa mangiare, sa bere e sa stare in compagnia (a patto che non sia lui a guidare). Durante uno di questi ritrovi, vicino a Barcellona, uno dei tecnici di più lunga militanza e fedeltà gli disse: ma tanto tu, se uno non ti va bene, lo seghi, lo fai fuori. Lì per lì mi sembrò divertente. Binotto però rise molto meno; e mi è rimasto il sospetto che anche in quelle circostanze fosse incapace di rilassarsi, di ridere un po' di sé stesso. E che usasse anche le cene come strumento per capire chi stava con lui e chi no. Uomo di autentica e provata fede ferrarista, arrivato a un certo punto mal sopportava di avere qualcuno sopra la sua testa. Ed era disposto a tutto pur di averla vinta. Nel testa a testa con Arrivabene, a fine 2018, pesò – anche – lo spettro di un suo passaggio alla Racing Point, allora team satellite Mercedes, con le immaginabili conseguenze che ne sarebbero derivate.

Per un uomo della sua intelligenza, gli sono attribuite cadute di stile incredibili, come aver rimproverato colleghi di rango inferiore perché salutavano Toto Wolff o applaudivano Hamilton sotto il podio. Ma oggi, nel giudizio (quello esterno, almeno) pesano soprattutto le indecisioni del muretto, l'incapacità di portare a casa il mondiale con una monoposto uscita vincente dalla matita del gruppo di lavoro. Se mi permettete, ho un punto di vista un po' trasversale. Il male della Ferrari non è uscire con le gomme da bagnato sulla pista asciutta. Quello, col tempo, si può mettere a posto. Il male della Ferrari è sbagliare le gomme e poi, in debriefing e nelle interviste, avere qualcuno che sostiene che in fondo non era la decisione sbagliata. Mettere a posto quello è un po' più difficile.

Sconfitta di Binotto, vittoria di Leclerc? Sono rimasto sconcertato leggendo, nell'anticipazione del 'Corriere', che la notizia era trapelata quasi per caso da ambienti vicini all'entourage di Charles. Una precisazione eccessiva, che sembra inserita non a caso e che certo non fa bene all'immagine del pilota. Un siluro lanciato dalla nave che affonda? Chissà. Da più di un anno i rapporti si erano guastati e le attestazioni ufficiali di stima e cordialità – per Leclerc, per Benedetto Vigna, per un John Elkann sempre più attratto dal programma Le Mans – servivano a ben poco. Non mi risulta che sia stato Charles o qualcuno a lui vicino a lanciare il sasso, ma potrei sbagliarmi. Ma senza Binotto, anche Leclerc, come Sainz, come tutti, pagherà il peso del disorientamento. Prima, tanti ferraristi lamentavano – in privato – la mancata percezione di una leadership. Adesso la leadership non ce l'hanno proprio. Puntare su Fred Vasseur – al termine di una serie incredibile di rifiuti – è una scelta in apparenza strana. Un uomo vicino a Tavarez e al gruppo Stellantis, che rafforza l'impressione di una Ferrari controllata da una dirigenza più francese che italiana. Ma anche un uomo dalle abitudini lavorative ben diverse da quelle di un Todt o di un Binotto, disposto anche a dormire in azienda, mentre Vasseur in Svizzera divideva il suo impegno F1 con le tante attività esterne, dalle categorie minori alla Formula E. Soprattutto, però, mi chiedo che succederebbe, a livello di immagine, se il Milan, la Juve, il Napoli o l'Inter restassero senza allenatore e si rivolgessero – senza offesa! – a quelli di Cremonese e Sampdoria.

Tanti auguri a Binotto per quello che farà, qualsiasi cosa sia. E soprattutto coraggio, Ferrari.

FP | Alberto Antonini

Fonte: https://www.formulapassion.it/opinioni/alberto-antonini/lorgia-del-potare-ferrari-binotto-leclerc-arrivabene-maranello-641902.html
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Leggetevi molto attentamente questo articolo, non credevo ci fosse questa aria così pesante in Ferrari...
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Citazione di: Mika84 il 25 Novembre 2022, 22:21:50
Ma scusate siamo stati il primo team a costruire una mega struttura chiamata Paragon, progettata da Norman Foster e ora viene fuori che il primo grezzone che si iscrive alla F1 e ha la sede in un garage di periferia fa auto migliori?  :-grr :-devil :-devil :-devil


Intanto Bin8 pare sia stato licenziato, lui smentisce ma tutti dicono che è vero.

Mi fai morire!!🤣🤣 Grezzoni🤣🤣🤣

Citazione di: Mika84 il 25 Novembre 2022, 22:21:50
Ma scusate siamo stati il primo team a costruire una mega struttura chiamata Paragon, progettata da Norman Foster e ora viene fuori che il primo grezzone che si iscrive alla F1 e ha la sede in un garage di periferia fa auto migliori?  :-grr :-devil :-devil :-devil


Intanto Bin8 pare sia stato licenziato, lui smentisce ma tutti dicono che è vero.

Il Dogui "ca**o non sarà mica l'Ivana??!!, negare negare sempre!"
Bye Bye Honda

Ferrari, ufficiale l'uscita di Binotto

L'amministratore delegato di Ferrari, Benedetto Vigna, ha confermato le dimissioni del team principal che era in carica dal 2019: ora la Scuderia dovrà scegliere una figura operativa da gennaio, con Frederic Vasseur in pole

Si attendeva solo l'annuncio ufficiale, appena arrivato. La Ferrari ha accettato le dimissioni di Mattia Binotto, che lascerà il ruolo di team principal il 31 dicembre 2022. L'amministratore delegato Benedetto Vigna lo ha ringraziato tramite comunicato, annunciando "il processo per identificare il nuovo team principal, che dovrebbe concludersi nel nuovo anno". In pole resta il francese Frederic Vasseur, attuale capo dell'Alfa Romeo-Sauber.

"Desidero ringraziare Mattia", le parole di Vigna nel comunicato Ferrari, "per i suoi numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati alla Ferrari, e in particolare per la sua guida che ha portato il team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione". Sotto la gestione di Binotto sono arrivate infatti 3 vittorie nel 2019 (2 Leclerc, 1 Vettel) e 4 nel 2022 (3 Leclerc, 1 Sainz), ma anche un biennio 2020-2021 con pochissimi sorrisi e l'ombra di un accordo mai rivelato tra Maranello e la Fia in seguito a presunte irregolarità nel motore della macchina 2019. "Grazie a questo - ha proseguito Vigna in riferimento alla ritrovata competitività - siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fan in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport (il Mondiale Piloti in F1, ndr). Tutti noi della Scuderia e nella più vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia il meglio per il futuro".

LE PAROLE DI BINOTTO—  Così, dopo quasi tre decenni, l'ingegner Mattia Binotto lascerà Maranello. Le sue parole nel comunicato sono di ringraziamento ma anche rivendicazione della bontà del proprio operato: "Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un'azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati". E ancora, a sottolineare la fase in cui è la Ferrari secondo il team principal uscente: "Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni".


fonte: gazzetta.it


Io spero soltanto che non ci rubino Seidl. Anche perché mi dispiacerebbe per lui andare in un team del genere.
Ormai per la Ferrari in f1 non riesco più a distinguere la gestione. Negli ultimi anni non l'hanno gestita come team, ma come un brand che ha bisogno di vincere, e se non accade ha bisogno di colpevoli per mantenere intatto il valore del brand.

Paradosso Ferrari: Binotto è out, ma resta capo ad interim!

La transizione rossa, come l'abbiamo definita, è più complicata di quello che sembri. Le dimissioni di Mattia Binotto sono state accettate e il team principal della Ferrari avrà l'opportunità di uscire con l'onore delle armi, per quanto il suo rapporto con il presidente John Elkann non sia mai decollato.

La decisione deve essere stata discussa al rientro da Abu Dhabi, dove la Scuderia ha messo al sicuro sia il secondo posto nel mondiale Costruttori, sia il ruolo di vice-campione piloti di Charles Leclerc.

L'ingegnere reggiano, che ha scalato tutta la piramide della Gestione Sportiva in 28 anni di carriera dal ruolo di semplice motorista, chiude un ciclo che non ha dato i risultati che al vertice del Cavallino si aspettavano: le vittorie iniziali avevano illuso i tifosi, ma non solo, che il 2022 potesse diventare quello del ritorno al mondiale che a Maranello manca dal 2007. Le quattro vittorie e le undici pole position non sono bastate a dare un giudizio positivo a una stagione che è stata minata da cedimenti di motore, errori di strategia, ai pit stop e anche dei piloti.

La F1-75 ha iniziato la stagione già "matura" mentre la Red Bull era ancora molto acerba, salvo poi subire il ritorno micidiale di Milton Keynes non avendo all'arco armi per controbattere alle superiorità RB18. Il mondiale 2022 ha messo in luce le carenze che ci sono nel Reparto Corse e sulle quali bisognerà intervenire, nella consapevolezza che la rossa ha chiuso la stagione dalla vettura campione del mondo con un distacco ragionevole che, almeno in teoria, potrebbe essere colmato in un inverno di buon lavoro.

Ma il paradosso è che questa fase cruciale di preparazione del 2023 non venga affidata al nuovo team principal, ma ancora a quello che si è dimesso. Di solito chi decide di poggiare la cazzuola con le dimissioni è invitato a lasciare le chiavi e si trova accompagnato all'uscita con gli scatoloni delle sue cose che nel frattempo sono state raccolte.

Niente di tutto questo. C'era chi aveva previsto che il ruolo ad interim sarebbe stato assunto da Benedetto Vigna, amministratore delegato Ferrari, mentre il CEO è stato colui che ha commentato il commiato da Binotto, senza che anche in questa occasione ci sia stato un intervento del presidente John Elkann, ma non avrà alcuna responsabilità diretta nella conduzione della Gestione Sportiva.

Insomma, in attesa che i vertici del Cavallino individuino la figura del nuovo team principal, al timone della squadra resta l'uomo giubilato, Mattia Binotto. È incredibile che il dimissionario abbia in mano la pianificazione del futuro e segua di fatto la nascita della nuova rossa che è in avanzata fase di costruzione.

La candidatura di Vasseur è stata spinta da Carlos Tavares, CEO di Stellantis, e grande amico del manager francese in un rapporto che non è nato con la sponsorizzazione Alfa Romeo della Sauber, ma pare perdere mordente col trascorrere dei giorni, anche perché a Maranello c'è chi non gradisce che venga paracadutato un uomo francese, nel dubbio che possa iniziare una "colonizzazione" transalpina.

Binotto, avrà ben capitalizzato l'uscita (aveva un contratto valido per il 2023): che la sua gestione fosse arrivata alla fine era chiaro a tutti. Il curioso è che prosegua oltre le sue dimissioni...


fonte: motorsport.com

Citazione di: Paul il 29 Novembre 2022, 14:18:42
Io spero soltanto che non ci rubino Seidl. Anche perché mi dispiacerebbe per lui andare in un team del genere.
Ormai per la Ferrari in f1 non riesco più a distinguere la gestione. Negli ultimi anni non l'hanno gestita come team, ma come un brand che ha bisogno di vincere, e se non accade ha bisogno di colpevoli per mantenere intatto il valore del brand.

Ha rifiutato, così come Horner (secondo i media olandesi).

Piastri in pista al Montmelo con la McLaren per fare km

Oscar Piastri gira al Montmelò al volante di una McLaren MCL35M per fare chilometri e arrivare pronto all'esordio in F1 che avverrà a inizio marzo sul tracciato di Sakhir, in Bahrain.
Parola d'ordine: arrivare più pronti possibile al primo e unico test pre-stagionale 2023 di Formula 1 che si terrà a Sakhir, in Bahrain, e, di conseguenza, anche alla stagione d'esordio nel Circus iridato.

Oscar Piastri e la McLaren hanno costruito un programma per permettere al pilota australiano di avere chilometri sulle spalle, esperienza che un esordiente in genere non ha, per essere già potenzialmente incisivo nelle prime gare della stagione record 2023, composta da ben 24 eventi.

Ecco perché oggi il team di Woking è al Circuit de Barcelona-Catalunya, al Montmelò, per una sessione di test dedicata al 21enne di Melbourne, con il preciso intento di fargli fare esperienza.

Piastri è sceso in pista questa mattina al volante di una McLaren 2021, la MCL35M, l'ultima monoposto della generazione precedente a quelle a effetto suolo che hanno esordito quest'anno a inizio stagione.

L'ex terzo pilota di Alpine ha già avuto modo di provare la MCL35M in una due giorni di test svolta al Paul Ricard assieme a Colton Herta, Alex Palou e Pato O'Ward.

Questo è stato possibile perché Alpine e McLaren sono riuscite a concordare l'uscita anticipata di Piastri dal contratto che lo avrebbe legato ad Alpine sino al termine del 2022.

Grazie a questo accordo l'australiano ha anche avuto modo di guidare la MCL36 a effetto suolo nei Rookie Test svolti a Yas Marina, Abu Dhabi, poche ore dopo il termine della stagione 2022 di Formula 1.

"È una bella sensazione, molto diversa da quella dei rookie test dello scorso anno perché sapevo che quello era un giorno dove potevo divertirmi con una F1, mentre quest'anno si è trattato di una tappa fondamentale per il 2023. Ad ogni modo è stato fantastico vivere il mio primo giorno con la McLaren, conoscere tutti i membri della squadra e cercare di migliorare. Un giorno davvero speciale", aveva dichiarato Oscar al termine del test di Yas Marina.

"I tempi sul giro non hanno senso perché non si sa mai cosa fanno gli altri. Dovevo conoscere i miei ingegneri, i miei meccanici, tutti i membri della squadra. Ci sono molti nomi nuovi da imparare, e questa è stata una delle cose più importanti così come la comunicazione con i miei ingegneri. Capire come ricevere i feedback e cosa regolare. Imparare a conoscerci a vicenda".

Oggi Piastri avrà dunque un'altra buona opportunità per prepararsi e non deludere le - alte - aspettative che il team ha riposto su di lui. Soprattutto dopo il caso che ha visto Alpine e la stessa McLaren entrare in conflitto per assicurarsi le sue prestazioni sportive dal 2023.

fonte:
https://it.motorsport.com/f1/news/f1-piastri-in-pista-al-montmelo-con-la-mclaren-per-fare-km/10406315/

Questo video spiega in maniera molto semplice, chiara e diretta perchè Ricciardo non è "riuscito" in McLaren

https://www.youtube.com/watch?v=XyylwR8FKI4

Citazione di: pietro27 il 29 Novembre 2022, 15:34:53
Citazione di: Paul il 29 Novembre 2022, 14:18:42
Io spero soltanto che non ci rubino Seidl. Anche perché mi dispiacerebbe per lui andare in un team del genere.
Ormai per la Ferrari in f1 non riesco più a distinguere la gestione. Negli ultimi anni non l'hanno gestita come team, ma come un brand che ha bisogno di vincere, e se non accade ha bisogno di colpevoli per mantenere intatto il valore del brand.

Ha rifiutato, così come Horner (secondo i media olandesi).
Ma ha detto si ad Audi a quanto pare.  :-?

Dall'Australia: Seidl lascia McLaren, sarà CEO Audi

Dopo Capito e Binotto, anche il manager tedesco si aggiunge alla lista dei team principal in partenza, in questo caso verso i Quattro Cerchi

Il mese di dicembre 2022 è certamente legato alle notizie sulle partenze, più o meno attese, di alcuni team principal. Su tutti, domina il caso di Mattia Binotto, pronto a lasciare la Ferrari per essere sostituito molto probabilmente da Frederic Vasseur, con l'annuncio previsto in tempi rapidi.

Se così dovesse realmente accadere, a quel punto si aggiungerebbero automaticamente punti interrogativi sul nuovo team principal dell'Alfa Romeo, gli stessi già presenti in via ufficiale in casa Williams. In modo improvviso, Jost Capito ha infatti lasciato il suo incarico a Grove insieme al Direttore Tecnico Xavier Demaison, con la compagine inglese che fornirà presto i nomi dei sostituti dopo che il fondo di investimento Dorilton Capital – proprietario del team – ha deciso di non rinnovare il contratto biennale di Capito in scadenza nel 2022.

Vi sono inoltre rumors insistenti provenienti dall'Australia – che hanno trovato anche autorevoli conferme – su un altro team principal che lascerà il suo ruolo per trasferirsi altrove: Andreas Seidl. Secondo quanto riportato da speedcafe.com, il manager tedesco dopo nemmeno quattro anni alla guida della McLaren sarà il timoniere di Audi in F1, Casa costruttrice che entrerà in F1 nel 2026 al fianco della Sauber fornendo le power unit al team svizzero con quartier generale a Hinwil. Seidl era stato avvicinato anche dalla Ferrari per il ruolo di team principal al posto di Mattia Binotto, ma Seidl avrebbe rifiutato evidentemente perché già corteggiato e convinto dalla prospettiva di abbracciare il progetto Audi – che ha offerto a Seidl addirittura la carica di CEO – dove potrebbe ritrovarsi a lavorare proprio insieme all'ormai ex numero uno del muretto Ferrari. Il manager tedesco si insedierà subito in Sauber al posto di Frederic Vasseur per costruire le fondamenta da subito di quella che sarà la Audi a partire dal 2026.

Per Seidl si tratterebbe in un certo senso di un ritorno nella casa dei Quattro Cerchi. Avendo lavorato nel Gruppo Volkswagen, che comprende proprio l'Audi, Seidl aveva già svolto il ruolo di team principal in Porsche, contribuendo al successo di quest'ultima nel WEC dal 2015 al 2017, stesso periodo in cui salì sul gradino più alto del podio anche nella 24 Ore di Le Mans. Arrivato in McLaren nel 2019, sotto la sua guida il team di Woking è tornato alla vittoria nella massima serie con Daniel Ricciardo a Monza nel 2021, oltre a esser stato determinante per l'ingaggio di Oscar Piastri, che rimpiazzerà proprio Ricciardo nel 2023 come nuovo compagno di squadra di Lando Norris. Jost Capito non è in corsa per la sostituzione di Seidl in McLaren nonostante abbia 'traghettato' la scuderia di Woking prima dell'arrivo di Zak Brown in qualità di CEO.

fonte: Formulapassion.it
Bye Bye Honda

Citazione di: britannia il 13 Dicembre 2022, 10:33:38
Dall'Australia: Seidl lascia McLaren, sarà CEO Audi

Dopo Capito e Binotto, anche il manager tedesco si aggiunge alla lista dei team principal in partenza, in questo caso verso i Quattro Cerchi

Il mese di dicembre 2022 è certamente legato alle notizie sulle partenze, più o meno attese, di alcuni team principal. Su tutti, domina il caso di Mattia Binotto, pronto a lasciare la Ferrari per essere sostituito molto probabilmente da Frederic Vasseur, con l'annuncio previsto in tempi rapidi.

Se così dovesse realmente accadere, a quel punto si aggiungerebbero automaticamente punti interrogativi sul nuovo team principal dell'Alfa Romeo, gli stessi già presenti in via ufficiale in casa Williams. In modo improvviso, Jost Capito ha infatti lasciato il suo incarico a Grove insieme al Direttore Tecnico Xavier Demaison, con la compagine inglese che fornirà presto i nomi dei sostituti dopo che il fondo di investimento Dorilton Capital – proprietario del team – ha deciso di non rinnovare il contratto biennale di Capito in scadenza nel 2022.

Vi sono inoltre rumors insistenti provenienti dall'Australia – che hanno trovato anche autorevoli conferme – su un altro team principal che lascerà il suo ruolo per trasferirsi altrove: Andreas Seidl. Secondo quanto riportato da speedcafe.com, il manager tedesco dopo nemmeno quattro anni alla guida della McLaren sarà il timoniere di Audi in F1, Casa costruttrice che entrerà in F1 nel 2026 al fianco della Sauber fornendo le power unit al team svizzero con quartier generale a Hinwil. Seidl era stato avvicinato anche dalla Ferrari per il ruolo di team principal al posto di Mattia Binotto, ma Seidl avrebbe rifiutato evidentemente perché già corteggiato e convinto dalla prospettiva di abbracciare il progetto Audi – che ha offerto a Seidl addirittura la carica di CEO – dove potrebbe ritrovarsi a lavorare proprio insieme all'ormai ex numero uno del muretto Ferrari. Il manager tedesco si insedierà subito in Sauber al posto di Frederic Vasseur per costruire le fondamenta da subito di quella che sarà la Audi a partire dal 2026.

Per Seidl si tratterebbe in un certo senso di un ritorno nella casa dei Quattro Cerchi. Avendo lavorato nel Gruppo Volkswagen, che comprende proprio l'Audi, Seidl aveva già svolto il ruolo di team principal in Porsche, contribuendo al successo di quest'ultima nel WEC dal 2015 al 2017, stesso periodo in cui salì sul gradino più alto del podio anche nella 24 Ore di Le Mans. Arrivato in McLaren nel 2019, sotto la sua guida il team di Woking è tornato alla vittoria nella massima serie con Daniel Ricciardo a Monza nel 2021, oltre a esser stato determinante per l'ingaggio di Oscar Piastri, che rimpiazzerà proprio Ricciardo nel 2023 come nuovo compagno di squadra di Lando Norris. Jost Capito non è in corsa per la sostituzione di Seidl in McLaren nonostante abbia 'traghettato' la scuderia di Woking prima dell'arrivo di Zak Brown in qualità di CEO.

fonte: Formulapassion.it

Speriamo di no cavolo, sarebbe un fulmine a ciel sereno
Bye Bye Honda

Certo è una pessima notizia, ma dopo Whitmarsh e Boullier non mi spaventa più nulla.