Benvenuto su MondoMcLaren. Accedi o registrati.
Utenti in totale
835
Messaggi totali
188.765
Totale discussioni
4.860
1976: James Hunt e la M23

Dopo lo shock che seguì l'improvvisa decisione di Emerson Fittipaldi di lasciare il team, si aprì il problema di trovare un sostituto. La defezione del brasiliano coincise con la richiesta di nuovi finanziamenti da parte di Lord Hesketh, senza i quali il suo team e il suo pilota James Hunt rischiavano di non poter partecipare alla nuova stagione di Formula 1 1976. Teddy Mayer e John Hogan della Marlboro fiutarono l'occasione e riuscirono a chiudere un contratto con il pilota britannico nemmeno 36 ore dopo l'addio di Fittipaldi.

Gordon Coppuck, da tempo al lavoro sulla nuova M26, decise di richiamare in servizio la vecchia M23, dotata ora di una nuova livrea rosso fluorescente Marlboro e di un nuovo cambio a sei rapporti Hewland FGA dal quale il team manager Alaistair Caldwell si aspettava un miglior sfruttamento del motore. Dotata di pannelli di alluminio alleggeriti, una sospensione posteriore ribassata, un innovativo circuito dell'aria compressa, e dal GP di Spagna delle nuove prese d'aria.

Il campionato di Formula 1 1976 prese il via in Brasile a Interlagos dove James Hunt ottenne subito la pole-position davanti al campione in carica Niki Lauda su Ferrari. Al via della gara Regazzoni e Lauda bruciarono Hunt in partenza, ma lo svizzero della Ferrari dovette fermarsi ai box per una foratura. Il comando della gara passò a Lauda, seguito da Hunt che al giro 27 iniziò ad avere dei problemi al motore che lo costrinsero al ritiro.

In Sudafrica, nonostante la McLaren fu costretta a rimuovere le minigonne dal telaio a seguito delle proteste dei rivali, James Hunt partì ancora una volta dalla pole position, gestendo la gara in maniera più accorta dalla quarta posizione. Dopo aver riscontrato un'innocua perdita d'olio, Hunt cominciò a spingere ricucendo il distacco da Lauda che riuscì a vincere nonostante la gomma posteriore sinistra della sua Ferrari avesse iniziato ad afflosciarsi.A Brands Hatch a marzo, in occasione della Race of Champions, James Hunt vinse per la seconda volta davanti al suo pubblico dopo aver superato la Surtees TS19 di Alan Jones.

A Long Beach, in occasione del GP degli Stati Uniti dell'Ovest, James Hunt si qualificò in seconda fila con una M23 dotata di freni maggiorati in stile Can-Am, davanti a Niki Lauda, ma dietro la Ferrari di Regazzoni e la Tyrrell di Depailler. Al via della gara Regazzoni scattò in testa mentre dietro Depailler e Hunt duellarono per la seconda posizione: l'inglese cercò di affiancare il francese buttandosi all'interno della curva che portava al rettilineo di ritorno, ma Depailler gli chiuse la porta, forzando Hunt a passare largo a sinistra. Quando uscirono dalla curva affiancati, Depailler si mise in mezzo alla pista accompagnando la McLaren sulle barriere. L'inglese uscì furioso dalla vettura e sfogò la sua frustrazione rimanendo a lato del tracciato e mostrando il pugno al suo rivale a ogni passaggio. Il pilota inglese potè rifarsi all'International Trophy di Silverstone, ottenendo pole-position, vittoria e giro veloce.

A maggio, in occasione del GP di Spagna sul circuito di Jarama, James Hunt ottenne ancora una volta la pole-position, diventando di fatto la prima guida del team, nonostante avesse meno punti di Jochen Mass. Questa volta, finalmente l'inglese riuscì a portare a casa la vittoria, battendo il rivale della Ferrari Niki Lauda, rallentato dalle fratture riportate in un incidente col trattore. L'inglese, tuttavia, fu squalificato in quanto le gomme posteriori della sua M23 furono trovate a eccedere di 18 mm la larghezza massima consentita. La McLaren ricorse la decisione dei commissari senza successo e così Teddy Mayer, team manager della McLaren, decise di appellarsi alla FISA.

Niki Lauda vinse anche in Belgio e a Monaco, dove James Hunt riportò problemi di motore e trasmissione. A vincere il GP di Svezia fu Jody Scheckter, con Lauda terzo sul podio e Hunt quinto. Poi James Hunt vinse finalmente il GP di Francia, con Lauda fuori dai punti per la rottura del motore e il lunedì dopo la gara, arrivò la notizia che la FISA aveva accolto il ricorso della McLaren, restituendo la vittoria del GP di Spagna al pilota della McLaren. La Ferrari, però, non accettò la decisione e presentò un secondo ricorso.

Al via del GP d'Inghilterra, Hunt fu coinvolto in un incidente al via quando Regazzoni andò a sbattere contro Niki Lauda, finendo essere colpito anche dalla Tyrrell di Depailler. I commissari decisero di fermare la gara per ripulire la pista invasa dai detriti delle macchine. Per regolamento, Hunt non avrebbe potuto prendere parte alla ripartenza, ma temendo le proteste da parte del pubblico per l'esclusione di Hunt, i commissari decisero di riammettere l'inglese che nel frattempo si era portato in griglia di partenza con la vettura di riserva, estendendo la decisione anche a Depailler e Regazzoni. Quando venne data la ripartenza, Hunt era di nuovo al volante della sua vettura ufficiale, prontamente riparata dai suoi meccanici, mentre Depailler e Regazzoni su quelle di riserva. Questa volta l'inglese riuscì a tenersi lontano dai pericoli e a vincere la gara superando Lauda, rallentato da problemi al cambio. I team rivali ricorsero alla riammissione di Hunt, ma i commissari confermarono sia la vittoria dell'inglese che la squalifica di Depailler e Regazzoni, colpevoli di essere partiti con le vetture di riserva, invece che con quelle ufficiali.

Il GP di Germania prese il via al termine di uno scroscio d'acqua, con Regazzoni seguito da Laffite, Hunt, Mass e Pace, mentre Lauda partì male rimanendo a centro gruppo. I due piloti della McLaren superarono Laffite, ma fu Peterson a prendere la testa della corsa dopo un testacoda del leader Regazzoni. Ma al secondo giro, Lauda sbandò alla Bergwerk curve, perdendo il controllo della Ferrari, che colpì i guard-rail e rimbalzò in mezzo alla pista, prendendo immediatamente fuoco. Lauda, estratto vivo dalle fiamme da Ertl, Lunger e Merzario, fu trasportato all'ospedale in elicottero, mentre la gara venne fermata. Alla ripartenza Hunt prese il comando della gara vincendo davanti alla Tyrrell di Scheckter e all'altra McLaren del compagno di squadra. La Formula 1 non tornò mai più a correre nell'Inferno Verde.
Al successivo GP d'Austria la Ferrari ritirò le macchine in segno di protesta per la restituzione della vittoria nel GP di Spagna a James Hunt. Hunt prese il via dalla pole-position ma a vincere fu John Watson capace di regalare al team americano il suo primo e unico successo in Formula 1.

Al successivo GP d'Olanda la Ferrari tornò sulla sua decisione e si presentò regolarmente al via della gara anche se con il solo Clay Regazzoni, ma questo non impedì a James Hunt di vincere la gara portandosi a solo due lunghezze da Niki Lauda, ancora convalescente in ospedale.

Al successivo GP d'Italia, Niki Lauda annunciò il ritorno alle corse, spiazzando la stessa Ferrari che aveva pensato di rimpiazzare l'austriaco con l'argentino della Brabham Carlos Reutemann. In qualifica Lauda ottenne un eroico quinto posto, mentre Hunt si schierò soltanto in nona posizione. Accadde, però, che al termine delle prove, i tecnici dell'Agip prelevarono dei campioni di benzina per fare alcuni controlli. Vi erano state delle polemiche all'indomani del Gran Premio d'Austria, in merito all'utilizzo di carburanti non legali da parte di alcune scuderie britanniche, tra cui proprio la Penske e la McLaren. Secondo il regolamento sportivo in vigore in Italia, la benzina non poteva superare i 101 ottani: vennero trovati irregolari proprio i carburanti di Penske (109 ottani) e McLaren (101,75). Le due scuderie britanniche ribatterono affermando che la benzina era regolare, essendo stata acquistata nel Regno Unito e sottolinearono come a effettuare i controlli fossero stati dei tecnici dell'Agip, fornitrice della Ferrari. Alla fine i commissari cancellarono i tempi fatti segnare da Watson, Hunt e Mass, relegandoli alle ultime posizioni. In gara la rabbia di Hunt sfociò in un testacoda al giro 12, mentre Lauda arrivò quarto, aumentando il suo margine su Hunt a 5 punti di distacco.

Finalmente il 24 settembre la Federazione confermò in via definitiva la vittoria di Hunt al GP di Spagna, ma cancellò la sua vittoria al GP d'Inghilterra, in quanto l'inglese aveva usato la vettura di riserva per schierarsi sulla griglia di partenza alla ripartenza. La decisione restituiva a Niki Lauda altri 12 punti, per un totale di 17 in più dell'inglese della McLaren, che però andò a vincere entrambi i GP del Canada e degli Stati Uniti, riportandosi a nuovamente a solo 3 punti dal rivale della Ferrari.

Il gran finale arrivò al Mount Fuji per il GP del Giappone, paese esordiente nel calendario di Formula 1, dove Mario Andretti mise la sua Lotus in pole-position davanti a Hunt e Lauda. La gara prese il via sotto il diluvio, con Hunt scattò subito in testa mentre Lauda decise di rientrare ai box e ritirarsi: le condizioni della pista per il pilota austriaco, erano troppo pericolose per gareggiare. Lentamente la pista cominciò ad asciugarsi e Hunt, fino ad allora rimasto al comando, cominciò a rallentare facendosi superare da Depailler e Andretti, ma improvvisamente a soli quattro giri dal termine, Hunt dovette rientrare ai box a causa di una foratura rientrando in pista soltanto quinto, posizione non sufficiente a vincere il titolo. Nei giri rimanenti Hunt guidò in modo indiavolato rimontando Jones e Regazzoni. Al termine della gara, convinto di aver perso il titolo, Hunt cominciò a protestare furiosamente contro la sua scuderia per non averlo richiamato prima per cambiare gli pneumatici, ma Teddy Mayer gli andò incontro raggiante alzando tre dita al cielo, indicando la posizione raggiunta e quindi il titolo appena conquistato.  Nemmeno un regista di Hollywood avrebbe scritto un finale di stagione così avvincente.





Fonte: William Taylor, McLaren - The Cars: 1964-2008

"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.