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Renault: il miraggio della vittoria

Nel 2019, il team di proprietà della Losanga cambierà presidente per avere una maggiore spinta in termini di ottimizzazione delle risorse

Renault a un bivio o quasi secondo la stampa britannica. Gran Bretagna dove ha sede anche il comparto telaistico della scuderia, con base ad Enstone, mentre le power unit continuano ad essere realizzate in Francia, a Viry-Chatillon. Secondo il giornalista britannico e assiduo frequentatore del paddock. Mark Hughes, che ha analizzato questo cambio al vertice per conto della rivista Motorsport Magazine, l'avvicendamento fra l'attuale presidente e il prossimo sarebbe dipeso da una situazione inaspettata: "La notizia che Jérôme Stoll si dimetterà da presidente di Renault Sport mette in discussione la strategia a lungo termine del programma Renault in Formula 1. Stoll, 65 anni, sarà sostituito da Thierry Koskas". Una strategia che viene messa in dubbio perché, confrontando le dichiarazioni del team principal della Losanga nel Circus, Cyril Abiteboul, c'è una bella differenza fra quanto espresso ad inizio anno e più di recente circa l'impegno finanziario della casa parigina. "

Secondo me, la Renault può permettersi praticamente qualsiasi cosa. Renault è la più grande casa automobilistica coinvolta in F1. Un punto fermo" – aveva ammesso con convinzione il manager transalpino nei primi mesi del 2018 – "Quindi, possiamo permetterci qualsiasi cosa purché abbia senso. Si tratta solo una questione di rapporto qualità-prezzo e se è sensato fare degli investimenti in funzione del grado di sviluppo della nostra squadra". Parole che stridono un po' con quanto invece affermato un mese fa dallo stesso Abiteboul: "I guadagni di Honda sono fonte di preoccupazione per Renault. Fin dallo scorso anno è stato evidente che stessero compiendo dei grandi miglioramenti. La Red Bull è stata chiara sul fatto che stiano investendo in maniera massiccia, probabilmente ed apparentemente molto più di noi. Abbiamo un piano e lo stiamo seguendo. Non si tratta solo di una corsa agli armamenti".

Il fatto, a giudizio di Hughes, è che tutto si basa sul livello di budget della Renault, che è in misura percentuale circa il 60/70% di quello di Mercedes e Ferrari. Ovvero le due squadre che stanno attualmente dominando la scena. Il presidente del marchio d'oltralpe, Carlos Ghosn, notoriamente poco incline a sprecare del denaro, aveva dato la sua approvazione al ritorno in F1 in qualità d costruttore (non solo di motori, ma globale) sulla base di alcune condizioni di bilancio ben definite. Il comparto sportivo di Renault riuscì a convincerlo che il team sarebbe potuto essere competitivo entro un periodo di cinque anni con il budget che era stato stanziato. Ma ciò avvenne tre anni fa e anche se la posizione fra i costruttori è migliorata dal nono posto del 2016, al sesto del 2017, fino al quarto del 2018, il gap con i 'top team' resta tuttora enorme. Dal punto di vista delle prestazioni e a parità di motore, la Red Bull riesce spesso e volentieri da doppiare la monoposto della casa ufficiale. Un dato non da poco considerando la componente telaio e aerodinamica.

Poi c'è il discorso della power unit che è ancora piuttosto lontana da quella dei due concorrenti principali. Nei cinque anni dell'era ibrida il V6 francese è quello che in proporzione ha fatto meno progressi. I recenti guadagni di Honda, a dispetto delle dichiarazioni di 'propaganda' degli uomini Red Bull, confermano che il deficit di potenza è collegabile anche all'aspetto finanziario. Una tesi peraltro supportata dalle parole del già menzionato Abitebuol. La fine del rapporto con Red Bull sarebbe essenzialmente dovuta alla ragione che a Milton Keynes  – "non c'era la convinzione che Renault fosse pronta a impegnare il livello di investimenti necessario per essere competitiva nell'era dei motori ibridi" – scrive ancora nel suo editoriale Hughes. "Viry ed Enstone sono piene fino all'orlo di ingegneri di talento. Ma Maranello e Brixworth/Brackley hanno di più – e sono in grado di utilizzare infrastrutture e risorse molto più potenti. Honda aspira ad arrivare a quel livello il più rapidamente possibile in collaborazione con la Red Bull che è dotata di risorse eccellenti. E questo lascia la Renault nel limbo".

Starebbe quindi a Renault, che secondo una fonte anonima vicina all'ambiente – "vorrebbe restare in prima classe pagando il biglietto di terza" – cambiare l'ordine delle cose. Indubbiamente, come conclude l'esperto giornalista inglese, la F1 forse non dovrebbe premiare solo chi spende di più, ma è stata proprio la casa d'oltralpe a scegliere di tornare a competere con determinati obiettivi: "Se Renault ha deciso di farlo con un braccio dietro la schiena perché ritiene che farlo con due non sia finanziariamente ragionevole, allora quello che è accaduto negli ultimi cinque anni della formula ibrida – ovvero con Renault costantemente surclassata dai rivali – continuerà a succedere".

fonte: formulapassion.it

Non proprio un'incoraggiante analisi anche per quanto riguarda di riflesso la McLaren che monta il motore francese
Bye Bye Honda