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per quanto mi riguarda, la mclaren da oggi non esiste piu. C'e' un'altra scuderia che ha lo stesso nome e lo stesso logo... ma la vera mclaren purtroppo e' morta oggi

PRIMA PARTE

Il giorno è arrivato.
La McLaren che conoscevamo è morta, tutte le persone storiche che abbiamo imparato a conoscere in questi anni sono andate o andranno a breve fuori dalla McLaren. Quelli che arrivano mi sembrano tanto spregiudicati quanto poco avvezzi al mondo della Formula 1. Soprattutto l'arrembante "capo" di reparto corse che parla solo di sponsor. La McLaren che noi conosciamo, quella delle "vere" origini non c'è più. Siamo quindi come una nave senza il suo condottiero che, relegato a una funzione minore, ha appena venduto le sue partecipazioni, lasciando definitivamente la squadra e lasciando il proprio futuro a lavoretti come consulente.


Avete letto quanto sopra ?Avete capito tutti male.

Non mi sto riferendo all'uscita di Ron Dennis e alla presa definva di Mansour e Mumtalakat, ma a quanto successo nel 1980 quando un arrembante Ron Dennis carico dei capitali Marlboro comprò la maggioranza del Team dallo storico Team Manager Teddy Mayer che da lì a breve  uscì anch'egli dal team e vendette il rimanente pacchetto azionario, ritagliandosi lavori come consulente per alcuni team.
Senza entrare nei dettagli delle due operazioni, il quadro generale è il medesimo: lo storico direttore e azionista viene messo da parte e il team deve ripartire, i nuovi non hanno mai vinto in Formula 1, la storia si ripete.
Voi mi direte che sto banalizzando, sto correndo troppo, che dimentico tutto ciò che Ron ha fatto e non è così.

SECONDA PARTE

Avendo iniziato a seguire la Formula 1 nella seconda parte degli anni '90, sono stato da sempre folgorato da quella macchina grigio-nera, quel pilota tanto silenzioso quanto vincente, da quella bandiera finlandese e da quel signore sedeva in pitlane. Se dall'altra parte avevamo un colore che non mi è mai piaciuto, un pilota tanto vincente quanto antisportivo e un team manager incrocio tra una nutria e napoleone il gioco per chi tifare era abbastanza facile. Ovviamente non credo di aver iniziato a tifare McLaren per merito di Ron Dennis, ma ricordo bene un paio di episodi:
1) Suzuka 1998: l'abbraccio tra Mika e Ron: sapere che che quel pilota era stato in coma, si era ripreso e il suo capo avesse creduto in lui perchè aveva la convinzione che avrebbe riportato la McLaren alla vittoria, a un successo che mancava da troppo tempo, è stato un insegnamento di vita
2) Anni 2000: Mika si è ritirato, definitivamente dopo l'anno sabbatico e concrete proposte di ritornare in F1 (BMW) e presunte precedenti offerte Ferrari. Ron viene intervistato e alla domanda chi fosse il pilota più grande che avesse mai avuto risponde "Hakkinen", scartando così mostri sacri e ben più vincenti di Mika come Alain e Aryrton, motivandolo anche come il pilota più leale che avesse mai avuto e ricordando la sua esperienza umana oltre che sportiva. Altro insegnamento.

Ron per me è stato nel corso degli anni un riferimento professionale su come chi qualcuno con scarsi mezzi e proprietà mettendosi in gioco avesse potuto a 33 anni comprare una squadra di F1 e di lì a poco essere campione del mondo.
E' stato anche un riferimento "morale" su come si deve condurre il proprio lavoro, con passione e meticolosità, non mischiando il personale con il professionale, anche a costo di sembrare algido.
Non sto certo dicendo che sia un santo: per comprare una squadra di F1 e continuare a condurla per i successivi 37 devi avere due spalle larghe come l'Himalaya, un fegato da terminator, una visione a 360° e una attenzione maniacale per i dettagli. Ma tutto questo non puoi farlo da solo: avevi avere anche ottime capacità comunicative e saper lavorare in squadra, motivo per cui non si è mai parlato di un Ron Dennis solo al comando, ma di un uomo preciso e deciso e dopo aver consultato i collaboratori decideva, certamente anche con forza.

Ed è forse questa troppa forza che negli ultimi anni ha dato modo di vedere un Ron più "umano": dal pianto a Monza 2007, con l'imminente divorzio dalla moglie Lisa, nel pieno della spy story ma nel più bel weekend che un tifoso McLaren italiano potesse immaginare (dopo l'avviso di garanzia a orologeria il sabato doppietta in qualifica e in gara), alla decisione di ritirarsi nel 2009 e dare tutti i pieni poteri a Whitmarsh, fino a ritornare sui suoi passi nel 2013 e riprendere in mano il comando.
La troppa forza non deve aver giocato a favore dei rapporti con Mansour e l'arabone: per più di 10 anni un patto di sindacato ha fatto in modo che tutte le deleghe operative fossero in mano a Ron. Poi Mansour si ammala, e ha bisogno di un doppio trapianto con una lunga degenza, ma Ron va avanti, sicuramente senza troppi indugi e senza consultare a pieno il consiglio. L'amicizia iniziata nel 1984 si rompe, la squadra ormai da 3 anni non vince, Honda esplode, qui e provo a ricostruire, Ron cerca in tutti i modi un partner per riprendere il controllo, come fece nel 1980. Si parla  di una cordata di imprenditori cinesi ma non si viene mai al pettine. A Novembre 2016 Mansour ormai si è ripreso e rompe il patto di sindacato estromettendo Ron il quale, o prima o in corrispondenza di questa mossa, presenta l'offerta cinese ma il colpo di mano, date le scarse garanzie, viene rigettato. Alla storia di Apple non ci credo, al massimo potrebbe essere stato un gioco al rilancio da parte di Mansour.

Il resto è storia dei nostri giorni.

TERZA PARTE

Tutti siamo amareggiati e delusi e non potevamo esserlo altrimenti avendo vinto tutto ciò che abbiamo conquistato con lui.
Ma se la McLaren si fosse identificata in Bruce dopo la sua morte sarebbe finita, così come dopo Hunt, Mayer, Ayrton, Alain, Mika e Lewis e infine Ron. I simboli sono importanti, le organizzazioni sono composte da persone, ma per andare avanti hanno bisogno di storie e di esempi da ricordare per infondere la visione sul futuro: grazie a Ron da oggi abbiamo un altro esempio da seguire nella nostra gloriosa Storia, un faro per chi ora è in capo, un onere e una pesantissima eredità da onorare per tornare presto a vincere con ogni mezzo, a partire dal liberarci, non importa quanto costi, da un motore che non finisce le gare, che non funziona e che non vedrà il podio neanche quest'anno.
I nuovi vertici pensino a vincere trovando uno sponsor anche a un prezzo minore rispetto a quello che potrebbe suggerire la Storia, abbiamo bisogno di una visibilità, di podi e di vittorie affinchè un ragazzino nato nel 2007 possa sentire nel prossimo futuro che il pilota che appena vinto la gara corre "su McLaren" e di lì a poco appassionarsi e dire "Io tifo McLaren".



Grazie Ron e Forza McLaren!!
W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE

Il problema è che la gestione attuale è incompetente, interessata solo al marchio e la situazione attuale della squadra è tragica. Vanno presi provvedimenti istantanei e non credo che Mansour e Mr. Capitalismo americano siano in grado di prenderli

Citazione di: Frenkoz il 02 Luglio 2017, 12:54:07
PRIMA PARTE

Il giorno è arrivato.
La McLaren che conoscevamo è morta, tutte le persone storiche che abbiamo imparato a conoscere in questi anni sono andate o andranno a breve fuori dalla McLaren. Quelli che arrivano mi sembrano tanto spregiudicati quanto poco avvezzi al mondo della Formula 1. Soprattutto l'arrembante "capo" di reparto corse che parla solo di sponsor. La McLaren che noi conosciamo, quella delle "vere" origini non c'è più. Siamo quindi come una nave senza il suo condottiero che, relegato a una funzione minore, ha appena venduto le sue partecipazioni, lasciando definitivamente la squadra e lasciando il proprio futuro a lavoretti come consulente.


Avete letto quanto sopra ?Avete capito tutti male.

Non mi sto riferendo all'uscita di Ron Dennis e alla presa definva di Mansour e Mumtalakat, ma a quanto successo nel 1980 quando un arrembante Ron Dennis carico dei capitali Marlboro comprò la maggioranza del Team dallo storico Team Manager Teddy Mayer che da lì a breve  uscì anch'egli dal team e vendette il rimanente pacchetto azionario, ritagliandosi lavori come consulente per alcuni team.
Senza entrare nei dettagli delle due operazioni, il quadro generale è il medesimo: lo storico direttore e azionista viene messo da parte e il team deve ripartire, i nuovi non hanno mai vinto in Formula 1, la storia si ripete.
Voi mi direte che sto banalizzando, sto correndo troppo, che dimentico tutto ciò che Ron ha fatto e non è così.

SECONDA PARTE

Avendo iniziato a seguire la Formula 1 nella seconda parte degli anni '90, sono stato da sempre folgorato da quella macchina grigio-nera, quel pilota tanto silenzioso quanto vincente, da quella bandiera finlandese e da quel signore sedeva in pitlane. Se dall'altra parte avevamo un colore che non mi è mai piaciuto, un pilota tanto vincente quanto antisportivo e un team manager incrocio tra una nutria e napoleone il gioco per chi tifare era abbastanza facile. Ovviamente non credo di aver iniziato a tifare McLaren per merito di Ron Dennis, ma ricordo bene un paio di episodi:
1) Suzuka 1998: l'abbraccio tra Mika e Ron: sapere che che quel pilota era stato in coma, si era ripreso e il suo capo avesse creduto in lui perchè aveva la convinzione che avrebbe riportato la McLaren alla vittoria, a un successo che mancava da troppo tempo, è stato un insegnamento di vita
2) Anni 2000: Mika si è ritirato, definitivamente dopo l'anno sabbatico e concrete proposte di ritornare in F1 (BMW) e presunte precedenti offerte Ferrari. Ron viene intervistato e alla domanda chi fosse il pilota più grande che avesse mai avuto risponde "Hakkinen", scartando così mostri sacri e ben più vincenti di Mika come Alain e Aryrton, motivandolo anche come il pilota più leale che avesse mai avuto e ricordando la sua esperienza umana oltre che sportiva. Altro insegnamento.

Ron per me è stato nel corso degli anni un riferimento professionale su come chi qualcuno con scarsi mezzi e proprietà mettendosi in gioco avesse potuto a 33 anni comprare una squadra di F1 e di lì a poco essere campione del mondo.
E' stato anche un riferimento "morale" su come si deve condurre il proprio lavoro, con passione e meticolosità, non mischiando il personale con il professionale, anche a costo di sembrare algido.
Non sto certo dicendo che sia un santo: per comprare una squadra di F1 e continuare a condurla per i successivi 37 devi avere due spalle larghe come l'Himalaya, un fegato da terminator, una visione a 360° e una attenzione maniacale per i dettagli. Ma tutto questo non puoi farlo da solo: avevi avere anche ottime capacità comunicative e saper lavorare in squadra, motivo per cui non si è mai parlato di un Ron Dennis solo al comando, ma di un uomo preciso e deciso e dopo aver consultato i collaboratori decideva, certamente anche con forza.

Ed è forse questa troppa forza che negli ultimi anni ha dato modo di vedere un Ron più "umano": dal pianto a Monza 2007, con l'imminente divorzio dalla moglie Lisa, nel pieno della spy story ma nel più bel weekend che un tifoso McLaren italiano potesse immaginare (dopo l'avviso di garanzia a orologeria il sabato doppietta in qualifica e in gara), alla decisione di ritirarsi nel 2009 e dare tutti i pieni poteri a Whitmarsh, fino a ritornare sui suoi passi nel 2013 e riprendere in mano il comando.
La troppa forza non deve aver giocato a favore dei rapporti con Mansour e l'arabone: per più di 10 anni un patto di sindacato ha fatto in modo che tutte le deleghe operative fossero in mano a Ron. Poi Mansour si ammala, e ha bisogno di un doppio trapianto con una lunga degenza, ma Ron va avanti, sicuramente senza troppi indugi e senza consultare a pieno il consiglio. L'amicizia iniziata nel 1984 si rompe, la squadra ormai da 3 anni non vince, Honda esplode, qui e provo a ricostruire, Ron cerca in tutti i modi un partner per riprendere il controllo, come fece nel 1980. Si parla  di una cordata di imprenditori cinesi ma non si viene mai al pettine. A Novembre 2016 Mansour ormai si è ripreso e rompe il patto di sindacato estromettendo Ron il quale, o prima o in corrispondenza di questa mossa, presenta l'offerta cinese ma il colpo di mano, date le scarse garanzie, viene rigettato. Alla storia di Apple non ci credo, al massimo potrebbe essere stato un gioco al rilancio da parte di Mansour.

Il resto è storia dei nostri giorni.

TERZA PARTE

Tutti siamo amareggiati e delusi e non potevamo esserlo altrimenti avendo vinto tutto ciò che abbiamo conquistato con lui.
Ma se la McLaren si fosse identificata in Bruce dopo la sua morte sarebbe finita, così come dopo Hunt, Mayer, Ayrton, Alain, Mika e Lewis e infine Ron. I simboli sono importanti, le organizzazioni sono composte da persone, ma per andare avanti hanno bisogno di storie e di esempi da ricordare per infondere la visione sul futuro: grazie a Ron da oggi abbiamo un altro esempio da seguire nella nostra gloriosa Storia, un faro per chi ora è in capo, un onere e una pesantissima eredità da onorare per tornare presto a vincere con ogni mezzo, a partire dal liberarci, non importa quanto costi, da un motore che non finisce le gare, che non funziona e che non vedrà il podio neanche quest'anno.
I nuovi vertici pensino a vincere trovando uno sponsor anche a un prezzo minore rispetto a quello che potrebbe suggerire la Storia, abbiamo bisogno di una visibilità, di podi e di vittorie affinchè un ragazzino nato nel 2007 possa sentire nel prossimo futuro che il pilota che appena vinto la gara corre "su McLaren" e di lì a poco appassionarsi e dire "Io tifo McLaren".



Grazie Ron e Forza McLaren!!

Post grandioso
Fare prima di dire.


comunque (e spero di essere smentito) le pagine ufficiali nei social della McLaren non hanno dedicato nemmeno un secondo a questo episodio storico. Secondo me una mancanza di rispetto allucinante. Sara' vero che la McLaren va avanti dopo Dennis, ma questo atteggiamento nei riguardi di chi ha creato la McLaren cosi' come la conosciamo, per me e' vergognoso

Citazione di: liongalahad il 02 Luglio 2017, 17:59:44
comunque (e spero di essere smentito) le pagine ufficiali nei social della McLaren non hanno dedicato nemmeno un secondo a questo episodio storico. Secondo me una mancanza di rispetto allucinante. Sara' vero che la McLaren va avanti dopo Dennis, ma questo atteggiamento nei riguardi di chi ha creato la McLaren cosi' come la conosciamo, per me e' vergognoso

aggiungo che è altrettanto vergognoso che nel comunicato ufficiale sull'uscita di Ron, Mansour non ha partecipato con il suo commento.
W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE

Ho iniziato tifando un pilota, ora tifo una squadra.

Quoto il pensiero di frenkoz... Cioè, la mia è più una speranza perché al momento non so davvero cosa dire a riguardo.
Spero di rivederlo in occasioni particolari come per esempio il gp a Silverstone...
One Team, One Dream; McLaren Forever
Se trovi qualcosa che ti piace non permettere mai a nessuno di dirti che è sbagliato.

Con L'uscita totale din Ron si mette la parola fine mi sa! Già quando è stato tolta la sigla MP dalle monoposto è stato dato un colpo di spugna alla storia McLaren.

In futuro non mi sorprenderebbe il cambio di nome con uno arabo che so Alla akbar

Che dire, mi spiace. Per carità non contava più nulla da un pezzo ed è solo la liquidazione della cosa però mi tirano via un pezzo di passato lo stesso. Mi piacerebbe rivederlo alla guida di una scuderia a dare dispiaceri all'allegra brigata araba che possiede la Mecca

Citazione di: Berilio il 03 Luglio 2017, 12:06:06
Con L'uscita totale din Ron si mette la parola fine mi sa! Già quando è stato tolta la sigla MP dalle monoposto è stato dato un colpo di spugna alla storia McLaren.

In futuro non mi sorprenderebbe il cambio di nome con uno arabo che so Alla akbar

"Allah akbar" lo fa già la PU Honda ogni weekend tranquillo

Citazione di: pietro27 il 03 Luglio 2017, 14:50:01
Citazione di: Berilio il 03 Luglio 2017, 12:06:06
Con L'uscita totale din Ron si mette la parola fine mi sa! Già quando è stato tolta la sigla MP dalle monoposto è stato dato un colpo di spugna alla storia McLaren.

In futuro non mi sorprenderebbe il cambio di nome con uno arabo che so Alla akbar

"Allah akbar" lo fa già la PU Honda ogni weekend tranquillo

:-ahah
Fare prima di dire.


Guardo i Gran Premi da metà degli anni '90. Ron ho avuto la fortuna di intravederlo in UK proprio mentre usciva dal Paragon a bordo della sua Mercedes SRL quando avevamo un motore degno di essere tale.

Ricorderò sempre i momenti d'oro con Mika, i silenzi soprattutto, gli sguardi torvi, ma anche i sorrisi, quando lo applaudì nelle ultime curve di Suzuka '99, quando Mika non poteva e non doveva sbagliare nulla. Ron è stato l'ultimo dei grandi veri team manager della F1 assieme a Ken Tyrrell, Tom Walkinshaw, Frank Williams, Colin Chapman e pochi altri. Tutta gente dura e tosta. Ma è stato anche una persona abituata allo scherzo, quando negli anni d'oro di Senna si presentava con una mastella piena d'acqua da scaricare addosso ad Ayrton.

E' stato vicino a Mika nel periodo buio del coma, quando avrebbe potuto benissimo scaricarlo e puntare su altri piloti, come avevano già fatto altri, tipo Enzo Ferrari. La precisione maniacale per l'ordine, la disciplina, uno che aveva rifatto le piastrelle del secondo piano del Paragon perché non erano allineate con le fughe delle piastrelle dell'ascensore.

Uno che prentedeva che la macchina luccicasse sempre e comunque, anche durante le prove libere. Uno che diceva "io non parlo con i giornalisti italiani". Uno che usava il "Ronspeak" un linguaggio molte volte contorto per esprimere cose  comuni. Uno che arrivava a pagare Senna milioni di dollari a gara pur di tenerselo, senza mai ammettere di avere bisogno di lui. Ma anche uno che scherzava con Berger, che  tamburellava sul casco scozzese di Coulthard, che abbracciava Mika e Ayrton dopo ogni vittoria. Un mix di paterna benevolenza e di crudelità. Ricordo l'episodio famoso quando in Ungheria Cesare Fiorio andò a protestare visibilmente ai box della McLaren per uno scontro tra Prost e Senna con il dito medio e Dennis si girò ridendogli addosso alzando le mani come per dire "non è colpa mia".

Ron è stato l'imprenditore britannico che ha preso la McLaren per mano e l'ha fatta diventare il team più forte di sempre, almeno fino all'era pre Schumacher. Poi ci sono stati di nuovo momenti bui, Lewis è stata l'ultima scommessa, l'ennesima vinta. Mi è sempre dispiaciuto per Raikkonen, ma anche lui ha regalato alla McLaren delle vittorie bellissime.

Per me uno dei ricordi più significativi del carattere di Ron è quello di Ungheria 2007, quando prese Fabrizio Borra per il braccio sbattendo le cuffie per terra. Là ho visto un uomo arrabbiarsi per la dignità del proprio team. E al giorno d'oggi tenere ancora alla reputazione e alla dignità non è comune.

L'epoca di Ron sarebbe comunque finita, ma non pensavo così, senza nessun ringraziamento. Questa è veramente una cosa amara, spero che quando le acque si saranno calmate Mansour possa ringraziare Ron. Rimangono però i successi veri, i risultati. E se come diceva Bruce "la vita si conta nei risultati, non solo negli anni" credo che Bruce oggi sarebbe molto dispiaciuto di perdere uno come Ron Dennis.

Io mi auguro soltanto che la McLaren trovi sulla sua strada un altro grande manager, anche se sarà difficile, ormai al giorno d'oggi non ci sono più i condottieri solitari, adesso si lavora in team, è un'altra epoca. Ma sono sicuro che troveremo le persone giuste, e allora diremo:"La McLaren è tornata a vincere, come già in passato con Bruce McLaren, Teddy Mayer e Ron Dennis".
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Dennis l'ho incrociato una decina d'anni fa in Sicila sul molo di Portorosa