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Durante le prove libere del venerdì del Gran Premio d'Italia 2016, il Team McLaren Honda ha provato per la prima volta l'ultima novità in fatto di sviluppo della protezione per l'abitacolo, chiamata F1 Halo.

Il contrasto è stato netto: a quasi 100 anni di età, il Gran Premio di Monza si attesta come il più vecchio e storico della Formula Uno. Mentre, al contrario, il concept Halo è talmente tanto giovane da essere ancora lontano dal suo debutto in gara, previsto tra più di un anno.

Solo in formula uno, dove la tecnologia si scontra in maniera così forte con la tradizione, possono accadere certe cose.

Cos'è l'F1 Halo?
L'F1 Halo, chiamato così per via della caratteristica barra in fibra di carbonio, è la risposta ad una serie di gravi incidenti e di infortuni che hanno appunto richiesto lo sviluppo di una ulteriore protezione per l'abitacolo delle monoposto.
E' ampiamente considerato come la prossima tappa nella ricerca senza fine volta a migliorare la sicurezza in Formula 1.



Il direttore tecnico della McLaren, Tim Goss, ha detto: "Siamo parte del Frontal Protection Working Group, che comprende diversi Team - tra cui Mercedes, Ferrari, Renault e Red Bull - e la FIA. L'organo direttivo ha condotto una verifica estremamente approfondita sull'F1 Halo: hanno analizzato un numero rilevante di incidenti - occorsi in diverse categorie - e osservato gli avvenimenti degli ultimi 10/15 anni per valutare come l'F1 Halo sarebbe potuto essere d'aiuto in determinate circostanze. Hanno fatto un lavoro estremamente attento ed accurato".

Sviluppo dell'F1 Halo
"Il concept dell'F1 Halo è stato collettivamente sviluppato da tutto il gruppo di lavoro, poi inizialmente provato dalla Ferrari durante i test invernali. Da quel momento, diversi altri team - inclusa la McLaren Honda - lo hanno utilizzato durante le prove dei weekend di gara. L'obiettivo di ciascun team è stato quello di accumulare esperienza con questa protezione al fine di fornire un feedback per i suoi futuri sviluppi: l'F1 Halo non è considerato una soluzione infallibile, quindi è importante valutare e comprendere le sue criticità così come i suoi benefici".
"Naturalmente uno dei problemi maggiori per i piloti è la visibilità", aggiunge Tim. "Ci sono un sacco di aspetti minori da considerare: il pilota riesce a vedere il semaforo? Il pilota può avere una chiara visibilità in circuiti come Spa ed Austin, caratterizzati da un dislivello significativo?
Tuttavia non sono problemi insormontabili - si può sempre trovare una soluzione, se si ha una mentalità sufficientemente aperta. I team potrebbero pensare di installare le luci del semaforo di partenza nell'abitacolo, per esempio".

Il futuro è adesso
Il suo commento è rilevante: allude al più profondo livello di sviluppo che probabilmente seguirà di pari passo con l'introduzione dell'F1 Halo. Il team Red Bull sta già testando un concept alternativo, chiamato "Aeroscreen", ed il McLaren Applied Technologies ha mostrato dove la tecnologia potrebbe portare questo sport, con il suo futuristico concept di una monoposto di Formula 1, chiamata "McLaren MP4-X".
Goss ha detto: "Testare il dispositivo nel corso dell'anno con tutti i team ha avuto già i suoi effetti. Per la McLaren, correre con Jenson a Monza ha permesso di capire a fondo la performance di questo dispositivo nelle chicane e nelle curve ad alta velocità. Il piano prevede che Fernando testerà il dispositivo a Singapore, dove troveremo una diversa serie di variabili: il circuito è illuminato, con alcune curve davvero strette, ed è pieno di barriere. Le sue impressioni serviranno al gruppo di lavoro per il continuo sviluppo di soluzioni alternative di protezione della testa".

Le prime impressioni di Jenson sull'F1 Halo
Da parte sua, Jenson - che ha sostenuto l'introduzione dell'F1 Halo - si è dimostrato di particolare aiuto quando lo ha provato a Monza.



"La prova è andata bene", ha detto. "Non ci sono grandi problemi. Tuttavia ci sono delle piccole difficoltà a vedere le luci della griglia di partenza e quelle dei Pit Stop, ma ci sono un sacco di possibilità per ovviare al problema. È un po' strano: si corre a 300 km/h e, invece di concentrarsi sulla prossima curva, ci si concentra su qualcosa che è davanti ai propri occhi, il che può rendere un po' strabici".

Lavorare all'Halo in Formula 1
Per gli ingegneri e gli aerodinamici, l'F1 Halo rappresenta un grande passo in avanti ma è soltanto uno di quelli che si vogliono esplorare.
"Strutturalmente non è difficile adottare l'F1 Halo", dice Goss "ma ci sono un sacco di considerazioni che bisogna svolgere circa le performance delle monoposto - è un componente di un certo rilievo, quindi di sicuro influenza l'aerodinamica della monoposto, sia in termini di performance aerodinamica ma anche di performance del motore. Tuttavia questo è stato valutato dal TRM (Team Resource Management), con la possibilità per i team di adottare soluzioni aerodinamiche per mitigare gli eventuali effetti collaterali.
Il dispositivo incide anche sul casco del pilota - ma, di nuovo, il programma di sviluppo consentirà alla FIA ed ai team di superare tutti i problemi. Ed ecco perché si è deciso di far slittare la sua introduzione al 2018 mentre i team rifiniscono tutte le soluzioni".

Uno sguardo al futuro
Mentre ci accingiamo a vedere le monoposto del prossimo futuro complete dei vari F1 Halo, Aeroscreen o altre soluzioni aerodinamiche (vedi MP4-X), il futuro della Formula 1 sarà indubbiamente complesso, eccitante e pieno di possibilità infinite.



"La McLaren supporta pienamente gli sforzi della FIA volti a studiare e sviluppare future soluzioni per proteggere la testa dei piloti", conclude Tim. "E continueremo a collaborare attivamente con la FIA e con gli altri team per sviluppare una soluzione per il 2018".


fonte: mclaren.com
traduzione a cura di MondoMcLaren