Benvenuto su MondoMcLaren. Accedi o registrati.
Utenti in totale
822
Messaggi totali
186.466
Totale discussioni
4.840
Citazione di: zanoni.paolo il 08 Novembre 2015, 11:46:13
Danny Kent, campione del mondo   :-evvi :-evvi :-appl :-appl :-p1 :-p1

Denny è il fratellino di Clark Kent?
Fare prima di dire.


Citazione di: liongalahad il 08 Novembre 2015, 16:57:56
Questo e' stato un biscotto che in confronto la famosa partita Svezia-Danimarca agli europei di qualche anno fa fu una partita da premio fairplay.


Quello fu un bel biscotto, un 2-2 fatto il 22 giugno con striscioni del tipo "2.-2 victory nordic".
Ma io che sono di fede laziale cosa dovrei dire si questo per non fare vincere lo scudetto ai cugini ?

oppure questo?


Insomma per non far vincere cosa si fa? è anche vero che non abbiamo iniziato noi questa faida.
Fare prima di dire.


Citazione di: zipavelo il 09 Novembre 2015, 09:59:58
Insomma per non far vincere cosa si fa? è anche vero che non abbiamo iniziato noi questa faida.
Sì sicuramente, i tifosi erano contenti di perdere, ma è tutto da dimostrare che la Lazio se la sia "venduta" la partita. Per esempio contro la Juve negli ultimi 2 anni la Lazio ha sempre dato l'anima, eppure si giocava lo scudetto con la Roma. Quindi che i tifosi siano antisportivi ok, però da qui a dimostrare che la Lazio abbia perso volutamente ce ne passa. Anche perché c'era una disparità tecnica in quel match notevole, non era come quella di oggi la situazione.

Citazione di: zipavelo il 09 Novembre 2015, 09:10:39
Citazione di: zanoni.paolo il 08 Novembre 2015, 11:46:13
Danny Kent, campione del mondo   :-evvi :-evvi :-appl :-appl :-p1 :-p1

Denny è il fratellino di Clark Kent?
Bo, ma Clark Kent non è quello di Smallville? Superman :-ahah :-ahah
paolo zanoni

Citazione di: pietro27 il 08 Novembre 2015, 19:47:52
Raga vi chiedo scusa, ho perso la pazienza (più volte) oggi. In primis, non sono davvero così, però non ho molto autocontrollo in situazioni così "delicate". Sono un po' Maldonado in fondo.

Giasone, non ce l'ho con te in particolare eh, nulla di personale. Però ogni tanto mi parte l'attacco di rabbia e lì rischio il ban permanente.

Detto questo, ho chiuso col motociclismo. Sono inc.... nero


utente pietro27,
pur apprezzando le scuse spontanee rivolte alla community, non si può non chiedere un maggiore rispetto del Regolamento, onde evitare provvedimenti disciplinari.
Grazie per la collaborazione,

il Boss


"Confesso, sono un giornalista che adora Rossi. Ma su Valencia dico che..."

Pubblichiamo l'opinione di Mat Oxley su quanto accaduto domenica nel decisivo GP della stagione. Ex pilota e biografo di Valentino, il collega inglese di motorsportmagazine.com racconta della sua passione per il pilota italiano ma non si schiera con lui sul "biscottone"

11 novembre 2015 - Milano

Il GP di Valencia ha lasciato dietro di sé una scia di polemiche che la MotoGP si porterà inevitabilmente dietro a lungo. Ha ragione Valentino Rossi a dire che è stato un "biscottone" tra Marc Marquez e Jorge Lorenzo? Offriamo ai lettori un'opinione terza, non italiana e né spagnola. Arriva dall'Inghilterra ed è a firma di Mat Oxley, che ha vinto come pilota il Tourist Trophy, scrive di moto dal 1980, conosce Valentino Rossi dagli inizi nel Motomondiale, tanto che ne ha redatto un'acclamata biografia. Ecco i passaggi più significativi del suo pezzo dedicato a quanto accaduto a Valencia domenica e pubblicato su motorsportmagazine.com, dove si può leggere la versione integrale.
(Si ringrazia per il permesso www.motorsportmagazine.com)
di Mat Oxley

"Non l'ho mai fatto, ma credo che il momento giusto sia arrivato. È l'ora di dirlo: sono un tifoso di Valentino Rossi. I Social media nelle ultime settimane sono stati avvelenati da fanatici di Rossi che mi hanno giudicato colpevole almeno un migliaio di volte per il crimine di aver cercato di essere obiettivo di fronte ai fatti. Ma non sono il solo. Molti giornalisti di MotoGP, rispettati negli anni dai loro lettori, hanno subìto lo stesso trattamento per il crimine di aver cercato di scoprire la verità. Rossi mi è piaciuto sin dall'estate del 1996, quando ha iniziato a presenziare nelle serate in sala stampa la domenica, ridendo e scherzando coi giornalisti, in generale divertendosi come mai nessun altro pilota. Un paio d'anni più tardi iniziammo a lavorare insieme e iniziai a scrivere interventi di moto in sua vece, incontrandoci nelle serate per parlare delle corse.

Una di queste serate si concluse a Rio de Janeiro a bordo di una piscina, con Rossi pieno di birra e champagne, appena dopo la conquista del Mondiale della 250, mentre i suoi amici e i membri del team festeggiavano in acqua. Valentino è sempre stato divertente, dall'entusiasmo effervescente, per le corse e per la vita stessa.

Un paio d'anno dopo Valentino ha accettato che scrivessi la sua biografia, cosa che ha comportato il trascorrere di tante ore nel suo appartamento in St James Square, a Londra.

Scrivere la sua biografia mi ha anche portato in Italia, dove ho passato tanto tempo in compagnia del suo splendido papà (uno dei miei eroi motociclistici d'infanzia) e della sua cordiale e luminosa mamma. La sua mamma mi ha raccontato molte storie del suo ragazzo, ma quelle che più mi colpivano erano i racconti che lui le faceva quando tornava dalla pista di minimoto, così pieni di adrenalina. La mamma mi disse che Valentino non amava solo le corse, ma tutta la vita del paddock. Amava tutto, e questa è certamente la principale ragione della sua clamorosa longevità sportiva. Rossi mi piace perché mi piace il suo modo di correre, è quello di un guerriero. E mi piace anche di più come persona: brillante, divertente, liberale, come i suoi genitori. Ho solo un piccolo dubbio se si possa definire buono: è qualcosa che non si può sempre affermare di tanti agonisti che vogliono artigliare il vertice di uno sport crudele e pericoloso. Rossi è stato grande in 250, sublime in 500 e imbattibile con la Honda in MotoGP.

Come giornalista il nostro lavoro è essere disinteressati, imparziali, mai schierati, ma Rossi è stato così vincente e piacevole che è stato impossibile scrivere di lui qualcosa di negativo. Anche quando la competizione si è fatta più dura e la sua spietatezza ha iniziato a trapelare, non ci ho mai dato peso. Non ho mai pensato a lui come a un mite, un gentile. È un pilota, il protagonista di uno dei più veloci e mortali sport al mondo. Se l'occasione lo impone non si può essere i re della classe regina senza essere un po' meschini, autoreferenziali, egoisti e cattivi. Non far caso ai sorrisi e ai gesti amichevoli. Sono i sorrisi amichevoli dell'assassino.

E poi è arrivato Marc Marquez. In definitiva il rivale a immagine e somiglianza di Rossi. Marquez ha seguito e adorato Rossi fin da quando era bambino e quindi non sorprende si sia rivelato un assassino col sorriso, proprio come il suo eroe. In Catalogna, nel 2008, quando Marc era un promettente pilota, pregò un giornalista e un fotografo spagnoli di presentargli il suo eroe. "Ah - disse Rossi - tu sei il coraggioso Marc". Si dice che non si debba mai incontrare i propri eroi e forse è vero. Rossi è stato il pilota più spietato in pista fino all'arrivo di Marquez. Tutte le volte che si è arrivati al combattimento corpo a corpo col rivale di turno, Rossi ha sempre primeggiato. Biaggi, Gibernau e Stoner hanno tutti sperimentato il suo istinto killer. Stavolta si è trovato davanti a un giovanotto disposto a morire per fare lo stesso.

Io non ho evidenze che Marquez abbia aiutato Lorenzo a Phillip Island. È invece chiarissimo che lo ha fatto a Sepang, ma non era il suo obiettivo primario, che era creare fastidio a Rossi, reo di averlo pubblicamente insultato in pubblico qualche giorno prima. Il furioso assalto di Marquez a Sepang è stato questo: tu credi che io in Australia ti abbia ostacolato? Va bene, ora ti farò realmente vedere cosa significa correre per ostacolarti. Rossi, comprensibilmente, ha perso il controllo. E così è stato spedito in fondo allo schieramento a Valencia, una penalità che ha effettivamente cancellato ogni possibilità di vincere il titolo.

Valentino ha perso il Mondiale quel giovedì pomeriggio a Sepang in conferenza stampa. Sono ancora un fan di Rossi. E amo anche la storia. Se Rossi avesse vinto il titolo domenica sarebbe stato un momento storico: la vittoria di 10 titoli, 19 anni dopo il primo, in uno sport selvaggio e spietato. Quasi il doppio di quello che è riuscito a fare Michael Schumacher, coi suoi 11 anni tra il suo primo e ultimo titolo. Sarebbe stato un risultato da superuomo, non solo nel mondo dei motori, ma di tutti gli sport.

E questo ci porta alla domanda da 10 milioni di dollari su quanto accaduto domenica a valencia.

Forse Marquez stava scortando Lorenzo. Ma se fosse vero, perché è rimasto nella scia della M1 per tutta la gara, con un modo di correre che ci diceva che stava costruendo un attacco all'ultimo giro, probabilmente al tornatino finale, che non avrebbe dato repliche a Lorenzo? E se fosse vero perché non ha fatto correre Lorenzo più agevolmente, seguendolo a una distanza rassicurante, invece che creargli problemi giro dopo giro? Tutti hanno la propria risposta. Il fatto è che la M1 di Lorenzo aveva una migliore accelerazione, Marquez non avrebbe mai avuto quello che gli serviva per passare all'ultima curva. Valencia è una pista ostica per i sorpassi.

In cinque delle ultime 9 gare di MotoGP corse sull'asciutto su questa pista non c'è stato un solo sorpasso a chi era al comando. Non uno.

Lunedì ho cercato nel paddock di scoprire la verità, consultando osservatori rispettati e disinteressati che vivono di GP da anni. Ho chiesto a ingegneri, team mangaer, ex piloti, piloti di oggi, meccanici, evitando persone di Honda e Yamaha. Ho dato loro una scheda per votare: se erano d'accordo con Rossi votando con una croce nella colonna di Rossi, se erano convinti che Marquez non avesse aiutato Lorenzo, mettendo una croce nella colonna di Marquez. Il risultato è stato un pareggio, in diversi non sapevano rispondere, alcuni si sono astenuti, la maggior parte dei piloti si sono allontanati quando ho posto loro la domanda diretta. Questo conferma che anche gli stessi addetti ai lavori non sono certi di quello che sia avvenuto.

Un altro fatto è che Lorenzo ha vinto il Mondiale con 7 vittorie dalla partenza all'arrivo, un risultato che testimonia quanto sia difficile sorpassarlo quando ha pista libera e passa in modalità "pilota automatico".

Rossi ha compiuto un solo errore, iniziare una guerra di parole con Marquez nella conferenza stampa del giovedì a Sepang. Se non lo avesse fatto la gara avrebbe probabilmente avuto uno svolgimento normale e avremmo visto la resa dei conti a Valencia.

Resto un fan di Rossi. Ma sono anche un fan di Marquez perché ha lo stesso spirito guerriero che mi colpì in Valentino".

:-appl :-appl :-appl

Fonte  www.gazzetta.it/

paolo zanoni

Citazione di: zanoni.paolo il 12 Novembre 2015, 20:06:20

Forse Marquez stava scortando Lorenzo. Ma se fosse vero, perché è rimasto nella scia della M1 per tutta la gara, con un modo di correre che ci diceva che stava costruendo un attacco all'ultimo giro, probabilmente al tornatino finale, che non avrebbe dato repliche a Lorenzo? E se fosse vero perché non ha fatto correre Lorenzo più agevolmente, seguendolo a una distanza rassicurante, invece che creargli problemi giro dopo giro?


Problemi giro dopo giro? Ma che gara ha visto?
Solo chi non capisce un c***o di F1 poteva pensare "Che spettacolo! Si giocano all'ultimo giro il mondiale!", perché non si giocavano un c***o! Uno aveva una gomma di tre secondi più veloce

M. Bobbi

Io dico soltanto che Bwin ha rimborsato le scommesse. Roba che fa schifo in tutte le latitudini, piace a 3 italiani frustrati che odiano Rossi. Contenti loro, frasi del generano non meriterebbero neanche la pubblicazione.

Citazione di: zanoni.paolo il 12 Novembre 2015, 20:06:20

Forse Marquez stava scortando Lorenzo. Ma se fosse vero, perché è rimasto nella scia della M1 per tutta la gara, con un modo di correre che ci diceva che stava costruendo un attacco all'ultimo giro, probabilmente al tornatino finale, che non avrebbe dato repliche a Lorenzo? E se fosse vero perché non ha fatto correre Lorenzo più agevolmente, seguendolo a una distanza rassicurante, invece che creargli problemi giro dopo giro?

E' proprio quello che Marquez voleva fare, aspettare l'ultimo giro per superare Lorenzo in modo da, da una parte non mettere in pericolo il mondiale di Lorenzo (con il secondo posto avrebbe vinto comunque) e dall'altra poter poi dire a tutti "visto? ho vinto la gara! non ho fatto il gioco di Lorenzo!". Per fortuna Pedrosa ha rovinato i piani, sputtanandolo in mondovisione.

Se fosse stato onesto, Marquez sarebbe sparito all'orizzonte a 10 giri dalla fine, Pedrosa avrebbe superato Lorenzo a un paio di giri dalla fine, e Rossi avrebbe vinto un mondiale che avrebbe comunque potuto chiudere (o quasi) a Phillip Island se non fosse stato per i giochetti di Marquez (e confremati fra l'altro da Iannone che era li')