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Un breve pezzo che ho scritto di getto questa mattina su una monoposto che mi è sempre particolarmente piaciuta a livello estetico.

Campionato del Mondo di Formula 1 1984
Brabham-BMW Turbo BT53


La Brabham BT53 rappresenta un logico sviluppo della tanto discussa BT52; la macchina riprende il concetto di linea a freccia introdotto l'anno precedente proprio da Gordon Murray – muso a punta nella parte terminale con una singolare forma rigonfiata simile a un bulbo – seppur con differenze considerevoli: le fiancate sono più tradizionali, la zona posteriore è dotata del restringimento a coca cola introdotto da John Barnard sulla McLaren Mp4/1. Le monoposto della stagione 1984 si dividono tra due scuole di pensiero diverse: da una parte vetture con tutti gli accessori al posteriore (radiatori, scarichi, etc.), su modello della vecchia BT52, e dall'altra vetture di nuova generazione con un restringimento delle fiancate in corrispondenza delle ruote posteriori. La seconda soluzione, adottata da Brabham, McLaren, Williams, Lotus e Renault, sarà quella vincente.

Il telaio è in alluminio con monoscocca in fibra di carbonio. L'alettone posteriore è dotato di estensori esterni, ideati da Mauro Forghieri sulla Ferrari 126 C3 e poi copiati dalla concorrenza. Con una ridotta sezione frontale e un alettone posteriore a tutta larghezza la macchina ricorda molto il design di un dragster americano inspirando una sensazione di potenza e velocità.    

Il motore BMW M12/13 è il più potente dello schieramento dei partecipanti. La potenza è stata accreditata intorno ai 900 cavalli, con punte massime di 1000 cavalli per quanto riguarda i motori con turbine speciali in configurazione da qualifica. Sul rettilineo principale di Kyalami, lungo un chilometro, Piquet fece registrare infatti una velocità di ben 325 kmh, una cifra molto alta e impensabile fino ad allora.



La vettura sfoggia il numero uno sul musetto e monta pneumatici Michelin; la casa francese arriva alla sua ultima stagione prima di uscire provvisoriamente dalla Formula 1 per rientrare solamente nel 2001. Nel campo delle sponsorizzazioni, l'azienda Parmalat è alla sua ultima partecipazione nel team di Bernie Ecclestone, ponendo fine a un sodalizio di lunga durata.

Piloti ufficiali della squadra inglese sono il due volte Campione del Mondo Nelson Piquet, veloce ed esperto, affiancato da Teo Fabi, poleman a Indianapolis 1983 e driver di ottimo livello. Il brasiliano è alla sua sesta stagione in Brabham; oltre alla Formula 1, il milanese è impegnato nel Campionato americano di Formula Indy e verrà sostituito dal fratello Corrado Fabi in tre appuntamenti (Montecarlo, Montréal e Dallas). Data la prematura scomparsa del padre, entrambi i fratelli Fabi saranno rimpiazzati dal tedesco Manfred Winkelhock per la singola prova finale di Estoril. In sintesi, oltre a Piquet, tre piloti si sono avvicendati alla guida della monoposto sulle 16 gare in calendario.



Nelson Piquet fece registrare ben nove pole position durante la stagione, indice della capacità da parte della BMW di realizzare propulsori estremamente potenti nelle qualificazioni. Le cose andarono diversamente in gara: la stagione fu un dominio totale della McLaren-TAG Porsche Mp4/2 di Alain Prost e Niki Lauda, vincitori di 12 gare su 16 totali, un autentico primato per la squadra di Ron Dennis. Piquet e Ecclestone furono costretti alla resa a causa della fragilità del propulsore tedesco. Il difetto principale di questo progetto risiedeva nel raffreddamento. Per citare un esempio, a Zolder in Belgio si ruppero ben sei motori solo tra prove libere e qualifiche. Nelle prime sei gare, infatti, la Brabham non riuscì a segnare nemmeno un punto nella classifica costruttori, dunque un inizio disastroso per la formazione bianco-blu. Durante la trasferta nordamericana Piquet riuscì a riportare due vittorie a Montréal e a Detroit, rivitalizzando per un attimo la lotta per il titolo mondiale segnata dal monologo McLaren. Per ovviare ai problemi di surriscaldamento del propulsore, Murray aggiunse un radiatore dell'olio supplementare proprio sul musetto della vettura. In Canada Piquet si ustionò un piede nel corso degli ultimi giri e fu costretto a salire sul gradino più alto del podio scalzo. Altro difetto della vettura risiedeva nello sfruttamento degli pneumatici: la Michelin forniva ottime gomme ma l'usura risultava eccessiva a causa della strapotenza del motore.

Al rientro in Europa la musica tornò quella di inizio anno; un peccato per Nelson Piquet e Teo Fabi, entrambi veloci e in buona forma ma molto sfortunati. Il brasiliano sfiorò la vittoria a Öesterreichring cogliendo un secondo posto finale mentre il milanese fece un'ottima prova a Monza prima del ritiro a pochi giri dal traguardo. Sorprendente la buona performance del fratello Corrado Fabi a Dallas: in Texas, sull'assurdo tracciato cittadino dall'asfalto impraticabile, il milanese superò il brasiliano in qualifica e in una corsa ad eliminazione sfiorò la zona punti in gara con un settimo posto finale alla sua ultima partecipazione in Formula 1.

Rispetto alla McLaren Mp4/2, senza dubbio la migliore monoposto del lotto, la Brabham BT53 nelle mani di Piquet era inferiore di poco in quanto a prestazione pura sul giro rispetto alle vetture di Prost e Lauda. Tuttavia la scarsa affidabilità del motore BMW precluse i risultati in gara e impedì al brasiliano di difendere il titolo di Campione del Mondo. Fu decisamente un peccato per una monoposto tanto bella quanto veloce. Il miglior risultato stagionale venne fatto registrare a Detroit: una doppietta sfiorata, con primo posto per Piquet e terzo posto per Fabi dopo la squalifica di Brundle (Tyrrell).



Palmarés stagione 1984: 9 pole position (su 16 gare), 2 vittorie (Nelson Piquet: Montréal e Detroit), 3 giri più veloci in gara (Nelson Piquet: Imola, Montréal, Nürburgring)

Classifica Mondiale Piloti: 5° posto Nelson Piquet (29 punti), 12° posto Teo Fabi (9 punti)    
Classifica Mondiale Costruttori: Brabham-BMW 4° posizione (38 punti)


"We make history – you only write about it" - Ron Dennis

Esteticamente è molto bella. Si è tolta anche qualche soddisfazione.

Citazione di: GoLewisGo il 12 Agosto 2012, 12:23:18
Esteticamente è molto bella. Si è tolta anche qualche soddisfazione.

Sì molto! Quando non si rompeva, naturalmente!


"We make history – you only write about it" - Ron Dennis

Quando vedo queste monoposto e vedo quelle attuali mi viene da piangere :'(

Una bella monoposto esteticamente parlando, anche se la Brabham che preferisco con questa livrea è la BT55 del 1985 (quella che darà il via alle vetture sogliola post '85).

Le due vittorie di Piquet a Montréal e Detroit nel 1984:





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Citazione di: Nikko il 12 Agosto 2012, 19:38:19
Una bella monoposto esteticamente parlando, anche se la Brabham che preferisco con questa livrea è la BT55 del 1985 (quella che darà il via alle vetture sogliola post '85).

La BT54 dell'85 al contrario non mi piace molto, troppo spigolosa e datata. Piquet colse l'ultima vittoria per la Brabham al Paul Ricard.
La BT55, la famosa "sogliola", era bellissima esteticamente, stretta, bassa e affusolata. Peccato doverla ricordare per l'incidente del compianto De Angelis,
un Pilota oltre che un signore delle piste...


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Citazione di: Roccol il 12 Agosto 2012, 19:29:03
Quando vedo queste monoposto e vedo quelle attuali mi viene da piangere :'(
Sono d'accordo. Le macchine attuali fanno ridere anche in confronto a quelle pre-2009.

Va detto che se la McLaren MP4/2 non ebbe quasi mai problemi di motore nel 1984, fu grazie al sacrificio fatto con la MP4/1E nel 1983, praticamente la McLaren usò i GP a disposizione per sviluppare e capire meglio il turbo.

I veri punti dolenti della McLaren per il 1984 erano i freni, in McLaren stavano cercando di capirci qualcosa sui materiali compositi e non si capacitavano del comportamento "impazzito" dei freni al carbonio, che a differenza di quelli in acciaio avevano una "finestra" di funzionamento precisa al di fuori della quale diventavano completamente instabili.

I vecchi freni in acciaio invece erano molto più classici.

Considerate che la McLaren si trovò a sviluppare il carbonio come materiale composito quando nessuno, nemmeno nelle università, aveva sviluppato e capito tali materiali. Barnard fu contattato da NASA e Pentagono per condividere quei risultati. La McLaren fece scienza vera e propria.
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Il testo che avevo pubblicato sei anni fa è stato approfondito ed è diventato un vero e proprio articolo che ho pubblicato per gli amici di FormulaPassion:

https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/brabham-bt53-la-freccia-spezzata-394952.html


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