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McNIK







Beng Roland (Ronnie) Peterson.
Orebro (Swe) 14 Febbraio 1944
Milano (11 Settembre 1978)

Sarebbe diventato campione del mondo, nei suoi otto anni di Formula Uno era indiscutibilmente il più veloce, i suoi controsterzi sono leggenda.
Era generoso, irruento, la sua foga lo portò ad essere protagonista di incidenti spettacolari.
Nei suoi primi tre anni di gare si era costruito luna fama, immeritata.di scassamacchine, incostante.
In realtà era preparato come pilota e come tecnico, non disdegnava di mettere le mani sulla vettura con i suoi meccanici.
Gli piacevano gli acquari, in casa ne aveva uno bellissimo che curava amorevolmente, in macchina aveva sempre con se il suo orsacchiotto di quando era bambino, sua moglie Barbro sempre con lui nelle gare, spesso insieme a Nina, sua figlia.

123 GP disputati dal 1970 al 1978, di cui 10 vinti, 14 Pole Position e 9 giri più veloci.

1970, stagione d esordio con una March 701-Ford privata con un settimo posto. Aveva una macchina non competitva, partecipò a 9 GP senza fare punti

1971, è vicecampione del mondo con una March 711-Ford Ufficiale. Non riesce a vincere gare ma ottiene una serie impressionante di podi

1972, la March 721-Ford è una pallida caricatura della vettura della stagione precedente, è solo nono.

1973, vince quattro gare,  con la Lotus 72D-Ford è di nuovo vice-campione del mondo.

1974, la Lotus 72E-Ford non è competitiva, vince comuque tre GP e ottiene il quinto posto finale.

1975, la Lotus 77-Ford è un disastro, gareggia tutta la satgione con la ormai anziana 72, ottiene solo 6 punti ed un misero 13° posto finale.

1976, non trova una scuderia "fissa", ma nella sua pista preferita, Monza, con una modesta March 761-Ford privata, ottiene una vittoria che è ancora nella leggenda della F1, conducendo la gara dal primo all'ultimo giro.

1977, guida la famosa sei.ruote, la Tyrrell P34-Ford. La vettura si rivela meno che modesta, solo 14 punti ed il settimo posto finale.

1978, torna alla Lotus, la Lotus 79-Ford è un'astronave....ma ha firmato un contratto capestro, e deve arrivare sempre dietro il suo compagno di squadra, Mario Andretti. Si toglie la soddisfazione di fare Pole Position a raffica per poi far passare il suo "capitano" al via. Al GP di Italia, con Andretti che ha messo le mani sul titolo, ottiene il permesso di "vincere" la gara. Per una serie di coincidenze sua moglie non può assistere alla gara, alla partenza, sparisce il suo orsacchiotto porta-fortuna.

Al semaforo verde, una carambola innescata da una errata partenza data dalla direzione di gara, lo coinvolge in brutta carambola alla prima curva, insieme alle vetture di Brambilla, Patrese, Regazzoni e Hunt.
Ha gravi fratture alle gambe.
Il giorno dopo alle sette del mattino, muore all'ospedale Niguarda di Milano.

L'incidente stroncherà anche la carriera di Vittorio Brambilla.

LA causa della carambola fu inizialmente attributa all'allora giovanissimo Riccardo Patrese, in seguito, la FIA lo scagionerà completamente e stabilirà che la responabilità è da attribuirsi unicamente al direttore di corsa che sbagliò completamente la procedura di partenza.

Sono passati 31 anni da quel GP d'Italia.




un talento naturale, l'anno dopo aveva firmato con McLaren




come si vede dall'immaggine , era perfettamente coscente , aveva solo fratture alle gambe, la morte avvenne per le cure sbagliate ricevute al Niguarda






Barbro non superò mai il dolore della perdita , 10 anni dopo si suicidò

McNIK
#2
Si, vero..... infatti in questo filmato....si vede Ronnie coscente che muoveva le braccia ed era cosciente .






Chissa' cosa avrebbe mai fatto da noi in mecca.......

McNIK
Un po' mattacchione lo era.....  Qui con Villeneuve...si sono "incontrati" al momento meno opportuno.





McNIK
Questo è cio' che è rimasto della sua monoposto... se avesse avuto una monoposto sicura come quelle odierne....sarebbe qui a raccontare il botto di Monza.



McNIK
Questo è un disegno dell'epoca che raffigura a grandi linee , la dinamica dell'incidente.




McNIK
Monumento per Ronnie ,a Orebro (Svezia), paese dove è nato.



era villeneuve che era un pericolo.

Il disegno dell'epoca mette in risalto la responsabilità di Patrese che anni dopo fù completamente scagionato, anzi Hunt creò tutto l'incidente , si vede anche su un filmato di youtube che non so se c'è ancora

mauriturbo
Nella foto dei piloti che portano la bara compare un altro sfortunatissimo pilota che volle a tutti i costi partecipare al funerale benchè in condizioni critiche.

Gunnar Nilsson..

cmq ha ragione Ric , la morte di Peterson è da ascriversi più alla malasanità italiana che alla poca sicurezza in F1

era in fase terminale, morì non molto tempo dopo Gunnar Nilsson

Il museo dedicato a Ronnie, aperto il 31 Maggio 2008, chiuderà per mancanza di fondi. Una notizia che fa da contrasto con le spese folli ed inutili di oggi.

http://www.ronniepetersonmuseum.com/RPM_news_eng.html
"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."

Un'altra foto con Gunnar.
"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."


1973  Lotus 72D  International Trophy a Silverstone
"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."

Per McNik: Ho editato il tuo messaggio iniziale, o meglio il titolo della discussione (c'era un "punto" di troppo).  Sorry per la pedanteria.
"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."