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Citazione di: Elio11 il 28 Novembre 2020, 12:11:04
«Il problema è questo, se si vuole entrare in Formula Uno bisogna costruirsi le proprie vetture, altrimenti si finisce per disporre di materiale inferiore»
Cit. da pag. 47 Autosprint n. 16/1972

Aveva le idee chiare fin da allora. Queste parole le pronunciò durante la conferenza con cui venne annunciata la nascita del sodalizio, in realtà molto breve, con Denys Dobbie della DART. Si stava lavorando al progetto della Motul M1 di F2, presentata a fine anno.

Ron Dennis?
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Per gentile concessione dell'amministratore del gruppo Facebook Reparto Corse, vi inoltro questo post; per me sono cose nuove, non so se è anche per voi, ma ve lo posto.

RON  IL MECCANICO  -  Al box Brabham, un giovanissimo Ron Dennis cerca la sua strada nel difficile mondo delle corse. Dennis compie i suoi primi passi nell'automobilismo  nel 1966 per la Cooper Car Company e successivamente si unisce al team Brabham divenendone il capo meccanico . Nel 1970, a Brands Hatch, il giovane Dennis è, purtroppo,  protagonista di un curioso aneddoto. Ron Tauranac, responsabile tecnico del team, calcola il quantitativo di benzina necessario a disputare il gp e fa eseguire il rifornimento a Dennis poco prima della partenza. Ron però tralascia un particolare non da poco; la carburazione della vettura. Infatti, nel warm up del mattino, a causa della temperatura fresca, la carburazione è esageratamente  ricca e lui si dimentica di regolarizzarla, dato che per il gp la temperatura si è alzata. La conseguenza è che il Cosworth consuma più del previsto e , proprio all' ultima curva,  Jack Brabham rimane a secco, regalando un gp già vinto a Jochen Rindt . Sir Jack non la prende certo bene,  ma intravede delle spiccate doti organizzative nel giovane ragazzotto cresciuto a Woking e gli lascia organizzare le trasferte del team di fine stagione, in Messico e Stati Uniti,  responsabilizzandolo di tutti gli aspetti, persino per la parte finanziaria. Da lì Dennis capì di essere in grado di gestire un team da solo . Passa solo un anno e Ron decide di fare il salto nel buio fondando  la Rondel ,team di F2, con il suo amico e collega Neil Trundle ( che ancora oggi è a capo dei progetti speciali di Mclaren Racing). A soli 24 anni i due ragazzi stringono un accordo con Tauranac per gestire due BT 36 motorizzate Cosworth e alla seconda gara del campionato di F 2 Graham Hill regala a Dennis e Trundle la prima vittoria nel circuito di Thruxton. Nel 1972 Dennis ebbe un grave incidente stradale, addormentandosi al volante della propria auto . Subì gravi lesioni alla testa e resto' diversi mesi in ospedale dove il suo volto venne salvato dalla chirurgia plastica . Dopo varie vicissitudini che lo costrinsero a chiudere la Rondel, Dennis fu chiamato per gestire il team Ecuador Marlboro, nientemeno che nel campionato di F2 in Ecuador !. Fu un esperienza disastrosa che però gli servì per allacciare i primi contatti con la Philip Morris;  la multinazionale di tabacchi che gli avrebbe cambiato la vita  per sempre.  Con l ' appoggio della Marlboro, Dennis posa gli occhi su un team in grave difficoltà e bisognoso di rilancio: la Mclaren, e nel settembre del 1980 Ron Dennis diventa il nuovo team manager nonché socio della Mclaren International . Da lì in poi inizia la spettacolare ascesa di un team dove a  regnare  e' un' organizzazione di tipo militare, dove la disciplina e' imposta a discapito delle emozioni e dei sentimenti umani, a immagine e somiglianza  del proprio capo,  e ciò porterà a  11 titoli  piloti  e 8 titoli costruttori . Ciò farà di Ron Dennis uno dei più ricchi e affermati dell' intero Regno Unito, nonostante il suo carattere incline, a volte , a una patetica meschinità , come descrisse Jo Ramirez,  uno degli uomini più fedeli del team Mclaren e di Dennis stesso : " Nel 2001, al gp di Indianapolis la squadra mi tributo' il suo saluto per il mio pensionamento. Mi furono fatti regali di ogni genere ma il pezzo forte fu il modello in argento dorato in scala 1:12 della Mclaren Mp4/6 del  1991, con la carrozzeria amovibile, un motore molto dettagliato con sospensioni e sterzo funzionanti.  Quando Ron e io abbiamo posato per i fotografi mi ha sussurrato : "Questo è un regalo troppo bello. Io non volevo dartelo ma Martin Whitmarsh ha insistito che tu dovessi averlo,  ma ha troppo valore! " . Ricordo di essere diventato caldo e freddo, ma di essere riuscito a sorridere davanti ai fotografi.  Mi sentivo di dire : "Ron, riprenditelo. Io non lo voglio. Non ho chiesto niente!  ". Ma ho pensato,  al diavolo Ron, non gli permettero' di rovinare il mio giorno e semplicemente  gli ho risposto politicamente : " È molto bello, grazie, lo apprezzo veramente tanto "

Tra i commenti c'è anche una precisazione:
Tuttavia nel 2006 Mark Hughes scrisse:
"il meccanico della Brabham di Jack Brabham (il quale finì la benzina all'ultimo giro regalando la vittoria a Rindt), Nick Goozé, aveva erroneamente lasciato la regolazione del carburante della vettura sull'impostazione full-rich dopo il giro del warm-up. Il collega di Goozé, Ron Dennis, si avvicina alla macchina dopo la gara e viene visto da Brabham che, pensando che sia Dennis ad aver fatto l'errore, gli ordina di lasciare tutto com'è. Per decenni, molti hanno pensato che Dennis, poi diventato capo della McLaren, avesse fatto perdere la gara a Brabham. Dennis mantenne lealmente il silenzio e Goozé, alla fine, confessò dopo 33 anni, dopo essersi ritirato dal suo incarico di presidente della Penske cars."
Fare prima di dire.


W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE

Citazione di: Mika84 il 29 Novembre 2020, 18:53:07
Citazione di: Elio11 il 28 Novembre 2020, 12:11:04
«Il problema è questo, se si vuole entrare in Formula Uno bisogna costruirsi le proprie vetture, altrimenti si finisce per disporre di materiale inferiore»
Cit. da pag. 47 Autosprint n. 16/1972

Aveva le idee chiare fin da allora. Queste parole le pronunciò durante la conferenza con cui venne annunciata la nascita del sodalizio, in realtà molto breve, con Denys Dobbie della DART. Si stava lavorando al progetto della Motul M1 di F2, presentata a fine anno.

Ron Dennis?
Sì, furono parole di Ron.
Bello l'aneddoto su Goozé. Brabham perse all'ultima curva anche il GP di Monaco quell'anno, però per una frenata tardiva al Gasometro. In entrambi i casi fu Rindt a giovarsi delle disgrazie del tre volte campione del mondo. L'austriaco, tra l'altro, a Montecarlo utilizzava ancora la 49C. Invece, a Spa 1970, l'ultimo corso adoperando il vecchio circuito stradale e con la chicane ripristinata a Malmedy, accadde un altro fatto curioso. Al momento di approntare le ultime regolazioni, qualche meccanico sbadatamente poggiò un panno sulla scocca della BT33/1. Visto che Tauranac usava ancora il telaio tubolare, questo pezzo di stoffa si infilò nella pedaliera, allorquando la carenatura attorno alla centina anteriore venne ripristinata nella sua solita posizione. In corsa, al nono giro si sparse la voce che Jack avesse perso la terza posizione per un testacoda. Invece, aveva semplicemente sbagliato il punto di frenata proprio dopo la curva 'Burnenville', all'altezza della deviazione che i piloti dovevano subire a Malmedy. Andò lungo e riprese la pista. Era successo che, dopo avere tentato di smuoverlo con il piede sinistro, un po' alla volta e nel corso di ogni tornata, arrivò al punto di poterlo anche raggiungere con la mano. Però, non lo fece: il vento soffiava forte in direzione contraria ed ebbe paura di compiere gesti inconsulti. Quando si ritrovò nella via di fuga, se la prese un po' comoda e agguantò il panno. Si rimise in corsa a tutta velocità. Allora, gli balenò nella mente l'idea di gettarlo via. La pensata fu ritenuta deleteria viste le alte velocità, il vento e la presenza di avversari dietro. Abbandonato il pensiero, decise di sollevare il suo corpo per inserire diligentemente lo straccio dietro al sedile. Lo inarcò così tanto che quasi si sarebbe potuto vederlo alzarsi dentro all'abitacolo. Il tutto mentre percorreva il tratto velocissimo che sfociava nella temibile e pericolosissima chicane di Masta. La storia venne raccontata da Jack in persona a Denis Jenkinson a fine gara. 
"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."

Citazione di: Frenkoz il 11 Dicembre 2020, 12:19:48


Stessa sagoma che vidi uscire dal Paragon quel giorno che ebbi l'occasione di visitare a bordo di una SLR McLaren  :-evvi
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Morto John Hogan, l'uomo che ha cambiato la F1

Con i suoi investimenti, John Hogan ha reso la F1 uno sport mondiale
John Hogan, come riportato da the-race.com, è morto nella giornata di domenica a causa del Covid-19. Se ne va un uomo che ha contribuito, in maniera decisiva, alla crescita della Formula 1, trasformando il circus F1 da sport di nicchia a fenomeno mondiale.

I suoi investimenti nella F1, dalla metà degli anni '70 agli anni '90, in particolare con la sponsorizzazione di McLaren e Ferrari con il marchio Marlboro, hanno permesso alla F1 di diventare uno sport dominante. Di fatto, John Hogan ha salvato la franchigia McLaren di Ron Dennis dal fallimento negli anni '70.

https://www.sportal.it/formula-1/morto-john-hogan-l-uomo-che-ha-cambiato-la-f1.html
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Ron Dennis sul titolo: "Penso che vincerà Verstappen"

L'attenzione degli appassionati di Formula 1 quest'anno è tutta rivolta alla contesa per il titolo iridato che vede contrapposti Max Verstappen e Lewis Hamilton. Uno scontro caratteriale e generazionale molto forte, che in pista ha già portato a svariati contatti e a due spettacolari incidenti, fortunatamente senza gravi conseguenze, a Silverstone e Monza. Questa è la prima occasione nella carriera di Verstappen in cui l'olandese si trova a competere per il campionato. Hamilton invece, dall'alto dei suoi sette titoli mondiali vinti e della sua enorme esperienza, ha già affrontato in diverse occasioni la tensione di un duello giocato sul filo dei punti.

Le prime esperienze dell'inglese risalgono proprio alle sue prime due stagioni nel Circus – 2007 e 2008 – disputate al volante della McLaren. In entrambi i casi il titolo fu assegnato per un singolo punto: Hamilton perse nella sua annata da debuttante, a vantaggio di Kimi Raikkonen, e vinse invece l'anno seguente, battendo Felipe Massa. All'epoca ai vertici del team c'era ancora il suo 'scopritore' e mentore, Ron Dennis. L'ex boss della scuderia di Woking, che di dure contese iridate se ne intende avendo vissuto in prima persona la rivalità Senna-Prost, ha fatto il suo pronostico sulla sfida che vede coinvolto l'ex pupillo.

Un po' a sorpresa però, Dennis ha predetto il successo di Max Verstappen. "Ho un enorme rispetto per il comparto tecnologico della Red Bull. Penso inoltre che la Honda abbia stabilizzato molto bene le prestazioni del motore – ha dichiarato a Sky Sports F1 – quindi credo che alla fine vincerà Verstappen. Se non ci riuscirà non sarà perché gli mancano le prestazioni, ma perché faranno degli errori. E la domanda è: in quali circostanze saranno fatti questi errori? Quindi immagino che sarà un finale di stagione molto intenso. Ma probabilmente vedrei davanti Verstappen. Questo non vuole assolutamente dire che non mi farebbe piacere se vincesse Lewis – ha concluso – è ancora un amico. Ogni tanto ci sentiamo ancora con lui".

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/ron-dennis-sul-titolo-penso-che-vincera-verstappen-f1-hamilton-mclaren-mercedes-red-bull-586038.html
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Come sempre una spanna avanti a tutti Ron.

Ron Dennis, giorno più bello in McLaren quando smisi

(ANSA) - PISTOIA, 02 OTT - "Spesso mi è stato chiesto qual è stato il mio giorno più bello alla McLaren e la mia risposta è sempre stata l'1 giugno 2017, giorno in cui ho deciso di lasciare il team. Questa mia risposta stupisce sempre gli interlocutori ma non è difficile da capire, in quanto in quel giorno, in quella data, io ho messo il punto, la parola fine, a un capitolo che io ho scritto nel libro della McLaren".

Lo ha detto Ron Dennis, che come presidente della scuderia McLaren di Formula 1 ha vinto dieci mondiali piloti e sette mondiali costruttori, intervistato da Luca Telese a Pistoia come ospite del 22/o Memorial Vannucci.
"A quel tempo io avevo una visione estremamente chiara - ha aggiunto Dennis - ossia che non sarei mai, mai più ritornato alla McLaren e che non mi sarei mai occupato di auto o del settore automobilistico in generale, quindi da quel momento in poi la mia vita ha preso una direzione molto chiara e diversa.
Ho seguito il motto e il consiglio che mio nonno ripeteva sempre sempre, anche a me, 'se segui il tuo cuore non dovrai lavorare, ma farai sempre qualcosa che ti piace e di conseguenza quello che farai non sarà un sacrificio per te'".
Ron Dennis si dedica con la sua fondazione 'DreamChasing' a progetti filantropici e 'visionari' su futuro e sviluppo sostenibile. (ANSA).

https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/f1/2021/10/02/ron-dennis-giorno-piu-bello-in-mclaren-quando-smisi_ea2b32be-4aea-4bc9-a17d-0c80af63b2d5.html
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