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As I've always said, McLaren exists to win, and win we will.
RON DENNIS



"We make history – you only write about it" - Ron Dennis

Augurissimi alla leggenda!

Mi fa piacere vedere che sia venuto al GP di Monaco, anche se mi piacerebbe rivederlo al muretto!!! :'( :-prg :-supp :-appl

HAPPY BIRTHDAY TO YOU ... Mr PRESIDENT !!!!

:-appl :-appl :-appl :-appl :-appl :-appl :-appl :-appl



Tra l'altro anche Marilyn Monroe è nata il 1 giugno!
W la McLaren!!!
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W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE


2 aprile 2011
Senna Dennis: «Il primo contratto deciso da una moneta»


GIANLUCA GASPARINI È entrato in F.1 negli Anni 60 come meccanico. Adesso è uno degli industriali più rispettati della Gran Bretagna. E un uomo di grande profondità. Ma nonostante la sua ultima avventura riguardi supercar stradali, il cuore di Ron Dennis, numero 1 del gruppo McLaren, batte sempre per la F.1. Giovedì sera, a Milano, è stato l' ospite d' onore nella serata dedicata dalla Gazzetta dello Sport al film sulla vita di Ayrton Senna. Rilassato e brillante, è riuscito a divertire ed emozionare. Un testimone unico: nessuno come lui, nel mondo dei GP, è stato vicino al pilota brasiliano. Che cosa ha provato la prima volta che ha visto il film? «Le immagini hanno fatto rivivere in me ricordi positivi e negativi. Ayrton ha corso cinque anni per noi e con noi ha vinto tre Mondiali. Conoscendo l' inevitabile finale sei preparato alla tristezza ma c' è la storia dell' uomo. E, di quella, la parte più bella». Ha pianto nel vederlo? «L' ho fatto, partecipando al montaggio, lì certe immagini mi hanno preso alla sprovvista. Il processo iniziale è stato un po' doloroso». Era un uomo complesso? «Tutte le persone competitive lo sono: vuoi essere il migliore del mondo e questo non è semplice. In più i conflitti che ha avuto, la sua passione per la giustizia continuamente sfidata in uno sport che è spesso ingiusto, lo resero ancor più complicato. Ciò che abbiamo sempre condiviso era il dovere di lottare sempre. Alla fine la verità vince, a volte anche dopo che sei morto». Che cosa c' era di speciale tra voi? «Era una relazione intensa. Le trattative per i contratti erano spiacevoli per entrambi perché stavamo combattendo uno contro l' altro. Era un sollievo quando firmavamo, potevamo tornare a concentrarci per battere gli altri. Il nostro legame era basato sul rispetto comune. E io ero corretto con entrambi i piloti: ognuno cerca il vantaggio psicologico sul compagno e tu devi gestirli. Questo e la durezza sui contratti sono state le cose negative, tutto il resto è positivo». Le vostre trattative sono diventate leggendarie. «La storia del primo contratto è esemplare. La discussione era arrivata a un punto morto, ci separavano 500 mila dollari. Allora dissi ad Ayrton: "Decidiamo lanciando una moneta". In Brasile non l' aveva mai fatto. Fui costretto a disegnare su un foglio testa e croce e spiegargli come funzionava. Tirammo la moneta, cadde sulla moquette e rotolò sotto una tenda. Con circospezione totale andammo a vedere: avevo vinto io. Ciò che nessuno aveva calcolato era che si trattava di un contratto di tre anni: un milione e mezzo di dollari a testa o croce...». Metterebbe ancora insieme lui e Prost? «Certo! Il nostro primo obiettivo è vincere gare, poi più gare degli altri, infine il Mondiale. Sappiamo che conquistare il titolo è importante ma se un team ruota intorno a un solo pilota, la capacità della squadra di vincere più corse ne risente. In quegli anni dominavamo, inevitabilmente prima o poi i due piloti si scontrano. Ma nel 1988 abbiamo vinto 15 gare su 16. Il nostro compito era stato svolto molto bene». Ha mai più avuto un rapporto così forte con un altro pilota? «Sì. Sono stato molto legato a Hakkinen per la sua lealtà, è il pilota più leale che abbia avuto. Avrebbe lasciato la McLaren solo ritirandosi dalla F.1 e così è avvenuto. E seguo Hamilton da quando aveva 12 anni: credo di aver contribuito a farlo diventare campione del mondo e a trasmettergli dei valori. Tra lui e Button c' è un' armonia mai vista, è una gioia. Martin (Withmarsh, attuale team principal; n.d.r.) ha una vita molto più facile di quella che ho avuto io...». Come riuscì a stare calmo a Imola, dopo l' incidente? «C' era un numero enorme di telecamere su di me ma volevo che le mie emozioni restassero private. Misi il cervello in una specie di paralisi. Sensazioni così dolorose sono personali, non credo sia necessario mostrarle pubblicamente»

http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/aprile/02/Senna_Dennis_primo_contratto_deciso_ga_10_110402128.shtml
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La parte sull'Immenso è spettacolare.

Auguri Principal!  :-supp
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.


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Forza Mclaren