Benvenuto su MondoMcLaren. Accedi o registrati.
Utenti in totale
835
Messaggi totali
188.765
Totale discussioni
4.860


Joseph Gilles Henri Villeneuve

(St. Jean Richelieu, 18 gennaio 1950 ? Lovanio, 8 maggio 1982) ? stato un pilota automobilistico canadese.

Nato in una piccola cittadina della regione francofona del Quebec, Gilles crebbe a Berthierville, distante pochi chilometri. Sin dalla tenera et? dimostra una grande passione per i motori, e negli anni diventa pi? volte campione nelle gare riservate alle motoslitte. Debuttando nelle formule propedeutiche canadesi si conquista le attenzioni del mondo della Formula 1, infatti la McLaren gli offre una vettura per il Gran Premio di Gran Bretagna del 1977, e a Silverstone Gilles esordisce nella massima Formula al volante di una McLaren Ford, concludendo 11?. Enzo Ferrari lo nota, e Gilles si lega alla scuderia di Maranello.
? ricordato per lo stile funambolico, frenetico, che sembrava pi? appropriato a un pilota di rally. Muore l'8 maggio 1982 a Zolder, in Belgio, per un incidente occorsogli a pochi minuti dal termine delle prove del Gran Premio.

Le Formule minori 

Gilles inizia a correre con le motoslitte insieme a suo fratello, Jacques, insieme al quale, su quella peculiare tipologia di mezzo, si era allenato sin da bambino, per divertimento. Gi? nelle prime gare a livello professionistico entrambi riescono a ottenere risultati di rilievo, iniziando a rendere noto il nome Villeneuve.
Dover controllare una motoslitta dalla stabilit? decisamente precaria, con visibilit? azzerata dagli spruzzi di neve, rende Gilles coraggioso e capace di prevedere il mezzo, e gli conferisce la capacit? di controllarlo nelle situazioni e alle velocit? pi? estreme, capacit? che gli servir? negli anni a venire. Pi? vinceva e pi? desiderava passare alle corse d'auto, maggiormente rischiose, veloci, dispendiose e difficili.
Vende la casetta che aveva messo su assieme alla moglie Johanna e si trasferisce in un piccolo appartamentino; col ricavato dalla vendita riesce a partecipare al campionato di Formula Ford, in cui ottiene immediato successo, per poi passare l'anno successivo alla Formula Atlantic, con la quale pure vince da subito arrivando per? a dover chiedere finanziamenti per completare la stagione 1975, senza peraltro interrompere la serie di vittorie. Proprio la scarsit? di denaro condizion? l'apprendistato di Gilles prima della Formula 1.
Nel 1976 arriva il titolo canadese di Formula Atlantic; nel 1977 partecipa nuovamente al campionato e, soprattutto, al Gran Premio Trois Rivieres.

La Formula 1 

Proprio in quella gara minore, alla quale partecipavano numerosi piloti di Formula 1, vinse davanti al campione in carica della medesima, James Hunt, il quale lo propose al team manager della McLaren Teddy Mayer, che gli organizz? dei test e la partecipazione al Gran Premio di Gran Bretagna del 1977. Gilles, con un'obsoleta McLaren M23, si qualifica 9? e termina 11?, pur con una spia dell'acqua malfunzionante che lo costringe a perdere molto tempo ai box per verificare eventuali danni al sistema di raffreddamento.
Viene tuttavia scartato da Mayer (che gli preferisce Patrick Tambay) e subito contattato dalla Ferrari, che avendo perso il suo pilota di punta gli propone di prendere parte agli ultimi Gran Premi della stagione. Subito viene soprannominato "l'Aviatore" a causa del suo stile di guida aggressivo, che lo coinvolge spesso in spettacolari incidenti, come nel Gran Premio del Giappone, allorquando entra in collisione con la Tyrrell a 6 ruote di Ronnie Peterson, si stacca dal suolo e ricade su alcuni spettatori appostati troppo vicini alla pista, in zona vietata, uccidendone due.
? Se ? vero che la vita di un essere umano ? come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l'attore protagonista e il regista del mio modo di vivere. ?
(Gilles Villeneuve)

Ma le vittorie non tardano ad arrivare: ottiene la sua prima in Formula 1 nella natia Provincia del Quebec, nel Gran Premio del Canada del 1978, tenutosi sul Montreal. Il suo stile di guida ? meraviglioso a vedersi, esalta il pubblico, e addirittura i meccanici dichiarano di riuscire a capire quali sono le parti del cambio usate da lui o viceversa da Reutemann solo toccandole. Ma i veri successi giunsero nel 1979, anno in cui al volante della sua Ferrari termin? al 2? posto della classifica del Campionato del Mondo, preceduto dal compagno di squadra e amico Jody Scheckter.
Quell'anno ? ricordato dagli appassionati di Formula 1 anche per la piazza d'onore del Gran Premio di Francia, disputatosi a Digione, in cui la sua Ferrari e la Renault Turbo di Ren? Arnoux sono protagoniste di un memorabile duello ruota contro ruota durato tre giri e vinto da Villeneuve. Questo, all'unanimit?, ? considerato uno dei momenti pi? spettacolari e intensi di sempre nella storia della Formula 1.
Le sue 6 vittorie sono tra quelle con il pi? alto tasso di astuzia tattica e sensibilit? meccanica nella storia di questo sport. Forse la pi? meritevole vittoria di Gilles arriv? nel 1981, quando lott? per portare una poco maneggevole Ferrari Turbo alla vittoria del Gran Premio di Monaco. A questa fece seguire un classico della guida difensiva, al Gran Premio di Spagna, allorch? si tenne alle spalle 5 vetture dalla evidente miglior tenuta di strada merc? una grinta indefessa supportata dalla maggior velocit? in rettilineo della sua monoposto.
Ad Imola, per una questione di regolamento legata al peso minimo della vettura, Lotus, Brabham, McLaren non partecipano. Ci sono invece Renault, Alfa Romeo, Osella, Toleman e Tyrrell. Per le veloci Ferrari, prive di reali avversarie, la gara si preannuncia come un'esibizione con arrivo in parata. Villeneuve e Pironi si danno gran battaglia in una sorta di gioco per divertire il pubblico. Ma al 50? giro quel gioco sembra prendere la mano di Pironi, forse stanco di vivere all'ombra del collega amatissimo beniamino del pubblico ferrarista. Al 50? giro la Ferrari di Gilles ? al primo posto. Gli accordi di scuderia prevedono che chi ? al comando ci resti fino alla fine, ma il francese sfida il compagno di squadra con manovre "con il coltello fra i denti" che rischiano di compromettere la gara di entrambi. Ai box si preoccupano ed il cartello "slow" esposto ai piloti ? eloquente, ma Pironi supera nuovamente Villeneuve al 54? giro. A due tornate dalla fine Gilles, deciso a non farsi scippare la vittoria, attacca nuovamente il compagno con una staccata al limite alla curva Tosa. All'ultimo giro, alla curva delle Acque Minerali, Didier si riporta in testa e taglia vittoriosamente il traguardo. Dopo l'arrivo scoppiano subito le polemiche: tutti tifosi e giornalisti sono increduli. Gilles ? visibilmente scosso:il volto tirato, sembra non voler salire la scaletta che porta al podio. Nei giorni seguenti il pilota canadese avr? parole amarissime per quella amicizia tradita. Alla sua delusione si aggiungono le parole di Enzo Ferrari che nel tentativo di minimizzare l'accaduto e smorzare le polemiche non difende apertamente il pilota dichiarando che non ? importante chi vince purch? vinca una Ferrari. Il pilota canadese nelle passate stagioni si era guadagnato il ruolo di prima guida e la promessa di essere sostenuto dalla squadra nella sua corsa al titolo mondiale dimostrando la propria lealt? verso la Ferrari aiutando in maniera decisiva Jody Scheckter. Inoltre non si deve dimenticare il grande sacrificio del pilota nello sviluppo del motore turbo, con molte gare finite dopo pochi metri in una nuvola di fumo. Tradito dal suo compagno di squadra Gil si sente abbandonato dalla Ferrari. Prima di Zolder corrono voci che vogliono il pilota canadese in procinto di passare ad un'altra squadra. Si dice anche che Gilles voglia fondare una propria scuderia. Vere o no queste voci testimoniano del clima avvelenato in cui si svolger? il tragico finale della vicenda

http://video.libero.it/app/play?id=95a70b5f4fc12a4a2f9cbb7ee869555f

http://www.youtube.com/watch?v=nuX-sSseQR4&feature=RecentlyWatched&page=1&t=t&f=b

#1
                                       



La sua  Morte

? l'8 maggio 1982, ore 13:52, a Zolder, mancano pochi minuti al termine delle qualifiche del sabato: Villeneuve, tenta l'ultimo disperato tentativo di sopravanzare il francese Didier Pironi in griglia di partenza (il direttore tecnico Mauro Forghieritestimoni? che Gilles in quel giro stava rientrando ai box, ma sbagliava. Gilles voleva superare Pironi a tutti i costi prima della fine delle prove). Gilles, affronto' la chicane alle spalle dei box e successivamente la discesa che immetteva alla curva 'Terlameenbocht', la curva del bosco. Davanti si trovo' la lenta March numero 17 guidata da Jochen Mass che vide il canadese arrivare e si sposto' a destra, pensando che il canadese superasse a sinistra; Villeneuve, nella stessa frazione di secondo penso' che Mass si spostasse a sinistra e anch'esso ando' verso destra. La collisione fu inevitabile. La Ferrari numero 27 decoll?, fece alcune piroette in aria per schiantarsi violentemente contro un terrapieno a bordo pista, con la tremenda forza dell'urto che rilanci? la vettura in aria, priva del sedile (divelto alla base dalla scocca) e gran parte dell'avantreno.
Gilles fu proiettato, ancora allacciato al sedile della sua Ferrari, contro le reti di protezione; atterro' sulla spalla destra e con il corpo strapp? la prima rete di protezione, successivamente sbatt? violentemente il collo su il paletto di sostegno della seconda rete metallica. Nell'urto il casco si strappo' e rotolo' vicino a lui. Immediatamente soccorso, si capi' subito che le condizioni erano gravi, Villeneuve era cianotico e gonfio nel viso. Gli fu effettuato il massaggio cardiaco proprio da Mass e poi venne trasportato all'ospedale di Lovanio: un'equipe di medici era gi? pronta per prestargli le prime cure, essi si trovarono davanti a se' un corpo che respirava a forza d'inerzia...la diagnosi fu unica e definitiva, lesione del cervelletto e rottura delle vertebre cervicali. Gilles fu dichiarato clinicamente morto alle 21:00 ora locale. I medici dichiararono altres? che, se per assurdo fosse sopravvissuto, in ogni caso sarebbe rimasto paralizzato dal collo in gi? ed in uno stato vegetativo per quel che gli sarebbe restato da vivere. Alle ore 21:12 la moglie Johanna diede l'autorizzazione a staccare il polmone d'acciaio che lo teneva in vita.
Il corpo di Gilles rientro' in Cadana il giorno successivo e fu cremato
Nel piccolo cimitero di Berthierville una lapide ricorda il pilota canadese, le cui ceneri furono riportate a Montecarlo dalla moglie Johanna. Al suo funerale parteciparano molti piloti di ogni categoria, giunti a rendere omaggio a quello che era il pi? temerario tra loro.
Infatti Villeneuve, dopo la morte di Ronnie Peterson, venne visto come il pilota da battere, e tutti si aspettavano moltissimo dalle sue gare, il lampo di genio, l'azzardo, l'improvvisazione temeraria, la ricerca della traiettoria impossibile da seguire per chiunque, tranne che per lui.
Suo figlio Jacques avrebbe seguito le sue orme, crescendo nelle categorie minori certamente in virt? del suo nome ma anche a una manifesta e indubitabile abilit? di guida, e dopo aver vinto la 500 Miglia di Indianapolis e il campionato CART nel 1995, col numero 27 sulla scocca, fece il suo debutto in Formula 1 con la Williams-Renault nel 1996, spuntando la pole position e riuscendo quasi a vincere. Si laure? Campione del Mondo appena l'anno successivo, il 1997.
Il circuito sull'?le Notre-Dame, a Montreal, utilizzato per il Gran Premio del Canada e per una gara di Champ Car, fu intitolato a Gilles Villeneuve nel 1982, e nel giugno del 1997, il Canada emise un francobollo in onore del suo pilota pi? celebre

http://it.youtube.com/watch?v=pWWdwHdx9ns&feature=related
http://video.libero.it/app/play?id=258f77a7f12849eb1b2e07b24fb30bc0           



Durante un'intervista disse che lui guidava come un 18enne e che man mano che si cresce con l'et? si diventa pi? tranquilli, ma lui non voleva....
Disse anche che se gli altri guidano al 99%, lui guidava sempre al 110%!

L'unico pilota davanti a cui mi inchinerei e mi leverei il cappello....
Era nato per correre, tirare oltre il limite e divertire il pubblico, non per vincere.... quello era secondario....

L'ultima immagine non l'avevo mai vista...

Citazione di: Nikko il 28 Dicembre 2007, 10:49:54
Durante un'intervista disse che lui guidava come un 18enne e che man mano che si cresce con l'et? si diventa pi? tranquilli, ma lui non voleva....
Disse anche che se gli altri guidano al 99%, lui guidava sempre al 110%!

L'unico pilota davanti a cui mi inchinerei e mi leverei il cappello....
Era nato per correre, tirare oltre il limite e divertire il pubblico, non per vincere.... quello era secondario....

L'ultima immagine non l'avevo mai vista...

Spero di non turbare nessuno con quell'immagine.
Sono d'accordo con Nikko,magnifica descrizione di un pilota che amava prima di tutto gareggiare

#5
IL GIRO IMPOSSIBILE        

                                                                
La Ferrari usc? dal box, velocemente. Il commissario, seduto sul muretto, quasi non fece in tempo ad azionare il semaforo per dare il verde alla Ferrari n.27 turbo, il mitico numero di Gilles che pensava ad un giro buono anche senza gomma da qualifica: ma ci voleva pista libera e neppure un errore nelle traiettorie, la macchina era eccezionale e avrebbe fatto il resto. Fece un giro di lancio e poi, via, all?assalto: la pole di Alain Prost con la Renault ? inattaccabile, lui vuole solo superare Pironi. Il turbo della n. 27 dette tutta la sua spinta, la potenza non provoc? eccessiva scarica di adrenalina. In un test a Montecarlo, il cuore di Gilles era sembrato d?acciaio: un massimo di 146 pulsazioni ad ogni staccata, contro le 207 di Didier in fase di sorpasso. La staccata, prima della salita, fil? via senza problemi, del resto conosceva il circuito a memoria e sapeva di poter fare il curvone in quinta piena, traiettoria interna: l? avrebbe fatto il tempo, l? avrebbe tentato di superare il limite della gomme e, quindi, della macchina. Impresa per tanti altri piloti inimmaginabile. Si lanci? e a 260 all?ora arriv? al curvone.
L'IMPATTO CON MASS -
Trecento metri avanti, sulla traiettoria ideale  c?era la March del tedesco Jochen Mass. Per buona condotta di guida, Mass che era pi? lento di 120 chilometri orari rispetto a Gilles avrebbe dovuto restare su quella linea di guida, lasciando al canadese di scegliere se passare all'esterno oppure rallentare. Gilles aveva gi? deciso di passare all?esterno, altrimenti il suo tentatrivo di qualifica sarebbe fallito. E Mass, per agevolarlo commise l?errore: si spost? all?esterno per facilitare la curva di Villeneuve. L?impatto fu inevitabile, le scene drammatiche della morte di Glles sono state mandate nel mondo migliaia di volte, nessuna immagine per? di come sia avvenuto l?impatto fatale. Arriv? subito il medico, si accorse che non c?era pi? nulla da fare, Gilles aveva subito un colpo sulla colonna vertebrale da circa 27g: una decelerazione spaventosa. Fu caricato su un elicottero verde che s?alz? turbinando.

                                                             
                                                       La Ferrari di Villeneuve dopo l'impatto                                             

#6


La breve ed intensa carriera
Gilles Villeneuve  s'inserisce cronologicamente tra la fine degli anni 70 ed i primi anni 80, ma la scia luminosa delle sue imprese ancora oggi solca il cielo dell'automobilismo da corsa. Il pilota canadese non ? mai stato dimenticato ed ? sempre un riferimento preciso, quando si vuole associare la parola coraggio ad un evento sportivo, ma chi era Gil e perch? ha cambiato o sconvolto la storia della Formula 1?
Gilles Villeneuve veniva dal Canada, era nato il 18 gennaio del 1950 a Chambly, nella regione francofona del Queb?c, dove i lunghi inverni nevosi non erano certo il miglior alleato per chi vuol competere in automobile. Gil, infatti, fin da bambino, aveva mostrato i segni premonitori di un'innata passione per il mondo dei motori, di qualsiasi genere essi fossero ed il suo debutto agonistico si realizz? propriamente nelle gare di motoslitte. In Canada questo tipo di corse era molto diffuso e quel giovanotto sbalord? tutti per il suo modo di guidare, di controllare il mezzo e soprattutto di vincere.
Non era facile domare quella specie di "cavallo d'acciaio" sulla neve e sul ghiaccio in cui si sviluppavano i percorsi; Gilles forgi? il suo carattere ed il suo temperamento nelle condizioni peggiori che un pilota pu? incontrare davanti alla visiera di un casco.
Dalla neve alle piste il salto fu quasi obbligato, il piccolo canadese aveva presunzione, ambizione e coraggio da vendere, il suo obiettivo erano i campionati in Europa dove i suoi idoli gareggiavano, era l? che lui doveva arrivare.
Siamo nel 1973 e Gil inizia a gareggiare nelle locali corse di Formula Ford e poi, in seguito, nella Formula Atlantic. Si dimostra subito dannatamente competitivo, guadagnando presto la fiducia ed il rispetto dei suoi numerosi "colleghi". Vince gare in gran quantit? e si aggiudica il titolo canadese nel 1976 e 1977. Villeneuve ormai si sente pronto per il salto di categoria, grazie ad alcuni sponsor riesce a partecipare ad una gara di Formula 2 europea dove, pur non terminando, arriva lo stesso a farsi notare dal team manager della McLaren il quale gli offre l'opportunit? di partecipare con la terza vettura al Gran Premio d'Inghilterra in quel di Silverstone.
E' il 16 luglio del 1977, la scritta "Gilles Villeneuve" compare per la prima volta sull'abitacolo di una Formula 1. E' la vettura dell'anno precedente, ma Gil qualifica la sua monoposto in nona posizione e la porta al traguardo in undicesima nonostante alcune noie meccaniche lo tormentino negli ultimi giri. "Molto presto sentirete ancora parlare di lui" disse il vincitore e campione del mondo uscente James Hunt dopo quella gara.
Il sogno si sta realizzando, il piccolo canadese cresciuto nelle motoslitte ? riuscito ad arrivare l? dove altri prima di lui avevano fallito. Gilles ritorna al suo Paese con la certezza di aver ben impressionato, con la convinzione che tutto il duro lavoro svolto fino ad allora lo avrebbe portato ancora pi? lontano.
Nel frattempo qualcun altro si era accorto delle doti agonistiche da puro combattente del pilota venuto dal freddo Canada, Enzo Ferrari in persona n'era rimasto molto impressionato, quasi affascinato; era tanto tempo che non vedeva un ragazzo cos? grintoso. Per lui, abituato alle sfide pi? dure, quella era una scommessa da vincere: portare alla Ferrari un perfetto sconosciuto, senza esperienza n? tantomeno fama e trasformarlo in un pilota vincente sarebbe stato il suo prossimo azzardo.
Cos? avvenne, Villeneuve fu richiamato in Italia per sostituire il ritirando Niki Lauda negli ultimi due Gran Premi della stagione. Il sogno si era avverato, Gilles non poteva esserne che soddisfatto; dopo solo qualche anno dal debutto nelle categorie minori, adesso era alla guida della vettura pi? prestigiosa del "circus" della Formula 1.
Non furono ad ogni modo GP entusiasmanti, lo scotto dell'esperienza ebbe un conto salato da pagare: nella corsa di casa, a Mosport in Canada, non and? oltre il 12? posto ed in Giappone termin? fuori pista dopo un brutto incidente con lo svedese Ronnie Peterson. Morirono due persone che si trovavano in una zona interdetta al pubblico, ma Gilles non si sent? mai colpevole per quell'episodio: "Noi piloti rischiamo la vita in ogni istante e l'errore pu? sempre capitare, non possiamo preoccuparci anche degli spettatori. Sono comunque terribilmente triste per le persone che hanno perso la vita, ma erano in un posto dove non avrebbero dovuto stare e non mi sento responsabile per la loro morte, quelle persone non dovevano trovarsi l?".
Il 1978, per Villeneuve, deve essere l'anno per dimostrare a tutti quanto vale, vuole consolidare la fiducia che Enzo Ferrari ha riposto in lui: "Amo pensare che la Ferrari pu? costruire piloti quanto macchine. Alcuni dicono che Gilles sia pazzo. Ma io dico: Lasciate che provi" - cos? si era espresso il "Drake" nei confronti del suo giovane pilota.
Ma nonostante l'impegno e la macchina sufficientemente competitiva, quell' anno fu ancora d'apprendistato, Gil non era abituato a tanta potenza, al tipo di gomme, non conosceva i circuiti e l?, davanti a tutti c'erano le nere Lotus che dominavano il mondiale con Andretti e Peterson.
Il canadese era sempre impegnato al massimo, ma non era una forzatura, la sua era una normale indole a dare sempre il meglio di s?, per arrivare davanti a tutti, essere il migliore. Nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest, sul circuito cittadino di Long Beach Gilles ? per la prima volta in testa ad una corsa; in mezzo ai muretti e sui tombini di quella gara in mezzo ai palazzi, Villeneuve ? a proprio agio, la sua vettura vola distanziando i pi? blasonati concorrenti. Al 38? giro il fattaccio: Gil si trova a dover doppiare la Shadow di Clay Regazzoni; dopo averlo seguito per qualche curva, decide di passarlo nella parte mista, la pi? difficile del circuito. Clay non vede arrivare la Ferrari e chiude la traiettoria, Villeneuve deve abbandonare, la sua vettura finisce contro le barriere di protezione, ? il triste ritiro. Dopo qualche gara, arrivano i suoi primi punti nel mondiale, proprio sulla pista che qualche hanno pi? tardi lo avrebbe portato via, quella di Zolder in Belgio.
A Monza Andretti ? in pole position, lo affianca a pochi centesimi un sempre pi? credibile Villeneuve. La partenza ? drammatica: all'imbuto che conduce verso la prima chicane, Patrese e Hunt si toccano, quest'ultimo urta Peterson. La Lotus finisce contro le protezioni e s'incendia. Segue il finimondo; tra i rottami delle vetture rimaste coinvolte viene estratto, ancora cosciente, lo svedese Ronnie Peterson il quale ? immediatamente ricoverato presso l'ospedale pi? vicino.
E' una corsa stregata quel giorno, la gara ? subito sospesa, la seconda partenza ? data circa tre ore pi? tardi. Villeneuve scatta in testa trascinandosi Andretti, ma si parla subito di partenza anticipata. Al 9? giro la notizia ? ufficiale: Villeneuve e Andretti sono penalizzati di un minuto; i due conducono comunque in testa da veri mattatori. Fino a quando le gomme reggono, Gilles ? insuperabile, poi deve cedere e Mario lo supera. La bandiera sventola davanti alla Lotus ed alla Ferrari virtualmente seconda, ma con il minuto di penalit?, i due sono classificati solo al 6? e 7? posto rispettivamente. Vince Niki Lauda che non salir? sul podio, ma ? la vigilia di un giorno triste per l'automobilismo, Ronnie Peterson, l'idolo di Gilles fin da ragazzino, morir? l'indomani per un'embolia gassosa all'ospedale di Monza.
I tempi sono ormai maturi, Villeneuve sta migliorando gara dopo gara, la grinta sopperisce all'inesperienza, ? solo una questione di tempo. Ultimo Gran Premio della stagione, si corre in Canada, ma questa volta a Montr?al, sull'isola di N?tre Dame. Un tracciato nuovissimo, ricavato su strade cittadine. Jarier, un fulmine con la Lotus, va subito in testa. Al 5? giro Andretti e Watson entrano in collisione. Per il secondo posto si danno battaglia Jones, Scheckter e Villeneuve. Il ferrarista supera Jones al 19? giro; dopo un p? supera anche Scheckter che ha problemi ai freni. Al 49? giro, tra il boato dei settantamila presenti, Villeneuve passa al comando dopo il ritiro della Lotus. Mancano 21 tornate alla fine: la Ferrari numero 12 pare non avere problemi. In realt? negli ultimi giri Gilles sente dei rumori strani che lo preoccupano non poco, ma la macchina tiene ed il canadese vince il suo primo Gran Premio. "Finalmente ho rotto il ghiaccio - dice - questa vittoria ci voleva dopo tante delusioni da un anno a questa parte. Questo ? il giorno pi? felice della mia vita".
Ma ? il 1979  l'anno che porta alla ribalta Villeneuve in tutte le cronache sportive e non, diventa un personaggio per gli azzardi e le follie che compie alla guida della sua Ferrari 312 T4, ma ? anche un punto di riferimento per molte persone, che vedono in lui la voglia di non sentirsi mai sconfitto, l'innato desiderio di primeggiare in tutto senza per? mai sacrificare valori fondamentali quali l'onest?, la sincerit? e l'amicizia.
Ci sono diversi episodi in quell'anno che alimentano la passione per il piccolo canadese volante, ormai soprannominato da tutti l"Aviatore". Nel Gran Premio di Francia, sul circuito di Digione, si assiste ad uno dei pi? memorabili duelli che la storia della Formula 1 abbia mai vissuto.
Ore 14, Villeneuve scatta in testa dalla seconda fila, il canadese brucia tutti e tiene un'andatura forsennata, ma a circa met? della corsa, Jabouille lo supera in fondo al rettilineo dei box. Intanto Arnoux incalza e recupera parecchi secondi. Siamo a tre giri dalla conclusione della gara, la Renault turbo di Ren? Arnoux ? alle spalle della Ferrari di Gilles che si trova in seconda posizione dietro all'altra Renault turbo di Jean Pierre Jabouille, dopo diversi tentativi lo passa ma, con una staccata al limite, Gilles ripassa l'avversario a ruote fumanti, i due proseguono cos?, affiancati per diverse curve toccandosi pi? volte, ruota a ruota per altri due interminabili giri. Alla fine Villeneuve avr? la meglio e giunger? secondo davanti ad Arnoux. Vince Jabouille, ma nessuno se ne accorge.
Sul podio l'emozione ? grande: "Paura? Nemmeno per sogno, ? stato molto divertente" commenta Gilles. "Per un p? ho temuto di finire fuori pista comunque ? stato tutto bello, tutto sportivo" dichiara Ren?. Su quella pista era successo qualcosa d'incredibile, d'irripetibile.
Qualche settimana dopo, a Zandvoort durante il Gran Premio d'Olanda, Gil si rende protagonista di un episodio che far? discutere, ma che ad ogni modo rende l'idea del suo spirito d'indomito combattente. Villeneuve ? al comando, ma si accorge che le gomme si stanno usurando e che una, in particolare, sta cominciando a sgonfiarsi. Gilles continua e, attaccato da Alan Jones, compie uno spettacolare testa-coda. Non si ferma ai box, come sarebbe stato logico, per cambiare i pneumatici, ma prosegue e finisce nuovamente fuori pista con la ruota posteriore sinistra che ha cominciato ad afflosciarsi. Deve praticamente compiere un intero giro per rientrare ai box e lo compie con la smania di non perdere troppo tempo. Fila come un razzo tanto che il cerchione comincia a strisciare sull'asfalto fino a quando non si rompe completamente anche la sospensione. Villeneuve continua imperterrito con il troncone posteriore quasi divelto che sprizza scintille ed ondeggia paurosamente; si ferma ai box, non c'? niente da fare ed ? l'amara conclusione di una gara che ha acceso l'entusiasmo dei tifosi ma che, al tempo stesso, innesca anche infuocate polemiche.
Ormai Gil ha firmato un modo tutto suo di guidare, di concepire le corse; c'? chi lo accusa di partenze forsennate e di condotta in pista da codice penale, ma in effetti, Villeneuve sta marcando un'epoca, sta dimostrando a tutti che le sue prodezze non sono solo un modo di condurre una vettura ma anche una sua personale filosofia di vita. A Monza l'amico e compagno di squadra Jody Scheckter conquista il titolo mondiale piloti con la Ferrari, durante tutta la gara, Gilles rispetta le consegne del team proteggendo Jody dagli attacchi degli avversari e lo aiuta a vincere. Gil sa bene che arrivando secondo non avr? pi? possibilit? di vincere il campionato, ma rispetta gli ordini e tutela il risultato di squadra. Non tradirebbe mai la fiducia di un amico, termina al secondo posto ed ? grande festa per tutti. Anche in campionato si classifica al secondo posto; Villeneuve durante la stagione ha vinto tre Gran Premi ed ? arrivato svariate volte sul podio ed in zona punti, ma di lui si ricordano soprattutto gli episodi di grande coraggio, a volte al limite dell'incoscienza. Era fatto cos?, per lui l'importante non era partecipare, ma vincere dando il massimo, in qualsiasi circostanza.
L'anno successivo la Ferrari non riesce a mettere in pista una vettura competitiva, Villeneuve s'impegna all'estremo, come al suo solito, ma i risultati non arrivano, ? una stagione difficile.
Durante il Gran Premio d'Italia sul circuito di Imola, nel settembre del 1980, Gilles subisce l'incidente pi? spaventoso e spettacolare della sua carriera. Siamo al sesto giro e la sua Ferrari 312 T5 esce di strada prima della Tosa (la curva che gli sar? intitolata in seguito, dopo la sua scomparsa).
"Viaggiavo quasi a 280 l'ora - racconta - e le gomme probabilmente erano ancora fredde. Fatto sta che alla staccata della Tosa un pneumatico ? scoppiato e la macchina ha sterzato violentemente verso sinistra fracassandosi contro il muretto di protezione, ? stata una botta terribile". La Ferrari rimbalza in pista e Villeneuve viene evitato per miracolo dal gruppone che lo segue ancora compatto. Gilles fortunatamente ? incolume ed esce da ci? che rimane della sua monoposto, ferma in mezzo al tracciato; ? stato solo un bello spavento per tutti. Questo ? l'episodio che caratterizza lo stato di competitivit? della vettura di Maranello durante tutto l'anno; Gilles ? deluso per l'andamento del campionato, ma ? fiducioso nell'evoluzione del motore turbo che la Ferrari sta sviluppando in gran segreto sul circuito privato di Fiorano
..Continua.......

#7


Montecarlo 1981 ? una data storica perch? sar? sempre ricordata per la prima vittoria di un motore turbocompresso in un circuito cittadino e per di pi? a livello del mare. L'auto vincente ? la Ferrari 126 C numero 27 ed il pilota che la porta al trionfo, sopperendo con la grinta alle manchevolezze della vettura, ? Gilles Villeneuve. Le prove lo vedono partire in prima fila accanto al detentore della pole Nelson Piquet; durante la gara per?, il brasiliano commette un errore fatale e si deve ritirare. La fortuna, che in un circuito del genere ? sempre meglio averla dalla propria parte, regala a Villeneuve la possibilit? di prendere il comando perch? la Williams di Alan Jones, che era in testa dopo l'uscita della Brabham di Piquet, comincia ad avere problemi e deve fermarsi ai box, riparte con un discreto vantaggio, ma non basta. La furiosa rimonta di Villeneuve, pur con una precaria tenuta di strada della sua Ferrari, si concretizza a cinque giri dalla fine con un grandioso sorpasso all'esterno prima della temutissima curva Ste. D?vote. E' l'apoteosi, Gilles scavalca l'australiano in un punto impossibile e la folla salta in piedi entusiasta. La Ferrari non vinceva da 18 mesi e Gilles taglia vittoriosamente il traguardo con i meccanici che gli vanno incontro piangendo per la gioia. Quel momento non si potr? mai dimenticare perch? fu il ritorno al primato dopo le tante frustrazioni dell'anno precedente.
21 giorni dopo, siamo sul tracciato spagnolo di Jarama arriva il capolavoro di Gilles Villeneuve. Su un tracciato tortuoso e con un solo rettilineo, la Ferrari del canadese rimane in testa per 66 giri senza commettere alcun errore, sebbene pressato da Laffite, arcinoto come il "mastino" e, dietro di lui, anche Reutemann, Watson e De Angelis. Un "serpentone" di cinque vetture; Villeneuve ha il motore pi? potente, ma la vettura ? poco maneggevole. Non c'? verso di passare la Ferrari, molto veloce sull'unico rettilineo, ma non altrettanto nelle curve, dove le carenze del telaio, la costringono a procedere lentamente. Jones in testa esce di strada nelle prime battute di gara commettendo un errore di guida. L'australiano rientra, ma ormai Villeneuve (partito dalla quarta fila) ? pronto a conquistare il comando seguito dagli avversari. Tutti credono che sia solo questione di qualche giro e che, prima o poi, la Talbot Ligier di Laffitte che lo segue a ruota lo passer?. Il pilota francese tenta infatti pi? volte di superarlo, ma senza commettere alcuna scorrettezza, Gilles lo tiene sempre dietro di s?. Il duello ha toni entusiasmanti, di alta guida. Dopo la vittoria un Villeneuve stremato commenta: "E' stato molto, molto duro".
Il campionato termina nel continente americano. Nel penultimo GP della stagione, sul circuito canadese di Montr?al, Gilles ? nuovamente protagonista: sotto una pioggia battente, in seguito ad un tamponamento con una vettura pi? lenta, Villeneuve guida per alcuni giri con l'alettone anteriore piegato che gli impedisce di vedere la pista, ma l'"Aviatore" conosce bene il circuito e segue la traccia lasciata dalle altre monoposto, osserva le strisce bianche ai lati del percorso, fiuta la pista. Dopo qualche giro l'alettone vola via e continua cos? fino al traguardo difendendo fino all'ultimo il terzo posto, riuscendo a salire sul podio davanti ai suoi connazionali. Nulla di simile si era mai visto prima, un controllo straordinario di una vettura in sostanza inguidabile sopra l'asfalto completamente inondato d'acqua.

             
         


Arriva il 1982. Gilles ? ottimista, la nuova vettura sembra competitiva (e lo sar?!) e quest'anno ha guadagnato di diritto i privilegi da prima guida. I primi tre Gran Premi sono un buon rodaggio per la 126 C2 turbo, Villeneuve non raccoglie punti, ma la macchina impressiona ed ? pronta per vincere.
Poi si corre ad Imola. Sul circuito del Santerno Gilles ed il compagno di scuderia Pironi si danno battaglia dopo il ritiro di entrambe le Renault. A 10 giri dal termine arriva l'ordine dai box: "SLOW", rallentare. Nessuno pu? pi? insidiare le vetture rosse in testa, prima della gara si era stabilito che chi fosse stato al comando dopo l'eventuale ritiro delle Renault, che partivano dalla prima fila, avrebbe dovuto tagliare per primo il traguardo. Tocca a Gilles dunque, era davanti a Didier dopo la rottura del motore turbo sulle Renault di Prost ed Arnoux, deve essere lui il vincitore. Ma Pironi ha in mente ben altro, nonostante il richiamo a rallentare, il francese attacca e supera Gilles che rimane sorpreso dal comportamento del compagno di squadra. Lui che, qualche anno prima, aveva protetto Scheckter aiutandolo cos? a conquistare il titolo piloti, non ? rispettato da chi credeva un amico; Didier Pironi vince la gara dopo un aspro duello con il canadese. Gil ? soltanto secondo, ma ? profondamente ferito nell'anima, nessuno si ? preoccupato di prendere le sue difese, ? un atteggiamento che non accetta, che lo colpisce a morte. "Mi ha rubato la corsa!" dice riferendosi all'ex amico Pironi.

L'epilogo si consuma due settimane pi? tardi a Zolder, in mezzo ad una foresta delle Fiandre. Mancano pochi minuti alle ore 14, l'ultima sessione di prove ufficiali sta per finire. Davanti ai box non passa la Ferrari numero 27, quella di Gilles Villeneuve. Non appare nemmeno lontano, a passo lento per rientrare ai box. Poi la notizia, le immagini, la Ferrari di Gilles schizza impazzita sulla March di Jochen Mass che sta raffreddando le gomme procedendo adagio; il violento e fatale impatto sul terrapieno che delimita il breve rettilineo ci viene risparmiato dalle telecamere, i verdi alberi del bosco coprono la visuale, la natura vuole proteggere l'intimit? di quei suoi ultimi istanti di vita. Quello che si vede dopo ? solo la crisalide di una farfalla, ? un guscio vuoto, un fremito lieve, Gilles ha ormai spiccato l'ultimo volo, ha spiegato le sue ali verso l'immortalit?.





Forse ? stato il pi? grande pilota che la Ferrari abbia mai avuto.
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Citazione di: giorgio_deglianto il 30 Dicembre 2007, 17:30:16
Forse ? stato il pi? grande pilota che la Ferrari abbia mai avuto.

Gilles fu IL Pilota con la P maiuscola!
Chissenefrega se ha vinto poco, chissenefrega se molti dicono che non avrebbe vinto un mondiale neanche se avesse corso da solo, chissenefrega se Nonciclopedia dice che fu un imbecille (ironizza, ma vab?) , chissenefrega se ha sbagliato troppo... Appunto perch? sbagliava, appunto perch? dava il massimo di se e chiedeva oltre il massimo alla macchina, lo faceva perch? si divertiva, perch? pensava solo a correre e a divertire il pubblico, cos? come lui stesso dichiar?!!!

Ave a Gilles

Per me Gilles ? l'unico che si pu? paragonare ad Ayrton. Anzi dir? di pi?. Forse Gilles ? Ayrton reincarnato
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

AmanteMclaren
Citazione di: Nikko il 30 Dicembre 2007, 23:47:08
Citazione di: giorgio_deglianto il 30 Dicembre 2007, 17:30:16
Forse ? stato il pi? grande pilota che la Ferrari abbia mai avuto.

Gilles fu IL Pilota con la P maiuscola!
Chissenefrega se ha vinto poco, chissenefrega se molti dicono che non avrebbe vinto un mondiale neanche se avesse corso da solo, chissenefrega se Nonciclopedia dice che fu un imbecille (ironizza, ma vab?) , chissenefrega se ha sbagliato troppo... Appunto perch? sbagliava, appunto perch? dava il massimo di se e chiedeva oltre il massimo alla macchina, lo faceva perch? si divertiva, perch? pensava solo a correre e a divertire il pubblico, cos? come lui stesso dichiar?!!!

Ave a Gilles

Concordo. Gilles ? stato uno dei pi? grandi. Uno di quei talenti che purtroppo la morte si ? portato via strappandolo, oltre che ai suoi cari anche agli appassionati di f1. Io sono del 1984, uno dei primi piloti del passato che ho conosciuto ? stato Gilles. Tra l'altro ricordo uno speciale di sfide su rai tre bellissimo dedicato al canadese.

Io quel giorno me lo ricordo ancora oggi,pur non essendo tifoso ferrari e di Gil,passai tutto il pomeriggio con le lacrime in gola.Una sensazione strana di sbigottimento forse data dal fatto di aver visto la drammaticit? dell'evento e il non poter immaginare che potesse succedere.Quello che non capii f? il fatto di correre il giorno dopo.Io non guardai il Gp,non avevo voglia avevo ancora nella mente e negli occhi il dramma e stranamente mi sentivo vuoto.Non trovai nessuno con cui parlarne ,un ragazzino di 17 anni che seguiva assiduamente la F1 era raro.
In edicola il marted? non riuscii a trovare la solita copia di autosprint,erano state vendute tutte.

ci sono molti che hanno smesso di guardare la f1 per anni..leggendo un p? i vari forums in questi anni mi sono accorto che cos'era la "febbre villeneuve"
"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."

Citazione di: AmanteMclaren il 31 Dicembre 2007, 13:14:30
Citazione di: Nikko il 30 Dicembre 2007, 23:47:08
Citazione di: giorgio_deglianto il 30 Dicembre 2007, 17:30:16
Forse ? stato il pi? grande pilota che la Ferrari abbia mai avuto.

Gilles fu IL Pilota con la P maiuscola!
Chissenefrega se ha vinto poco, chissenefrega se molti dicono che non avrebbe vinto un mondiale neanche se avesse corso da solo, chissenefrega se Nonciclopedia dice che fu un imbecille (ironizza, ma vab?) , chissenefrega se ha sbagliato troppo... Appunto perch? sbagliava, appunto perch? dava il massimo di se e chiedeva oltre il massimo alla macchina, lo faceva perch? si divertiva, perch? pensava solo a correre e a divertire il pubblico, cos? come lui stesso dichiar?!!!

Ave a Gilles

Concordo. Gilles ? stato uno dei pi? grandi. Uno di quei talenti che purtroppo la morte si ? portato via strappandolo, oltre che ai suoi cari anche agli appassionati di f1. Io sono del 1984, uno dei primi piloti del passato che ho conosciuto ? stato Gilles. Tra l'altro ricordo uno speciale di sfide su rai tre bellissimo dedicato al canadese.

Sfide ne ha dedicate pi? di una puntata su Gilles...