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W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE

mauriturbo



Eccola quà..........

W la McLaren!!!
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mauriturbo



Questa creatura assieme a mille colleghe si possono ammirare e toccare a ............

Citazione di: mauriturbo il 05 Ottobre 2009, 21:35:47



Questa creatura assieme a mille colleghe si possono ammirare e toccare a ............

tu mi vuoi male  :-ahah :-ahah :-ahah
W la McLaren!!!
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McNIK
Citazione di: mauriturbo il 05 Ottobre 2009, 21:35:47



Questa creatura assieme a mille colleghe si possono ammirare e toccare a ............


Dove?  

mauriturbo



Che ne dite di questa?????

W la McLaren!!!
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mai nessuno come lui

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Murray Walker: "Altro che Rush, vi racconto il mio James Hunt"

29 agosto 2014 – Oggi James Hunt avrebbe compiuto 67 anni. Per ricordarne la figura riproponiamo questo suo ritratto fatto dal mitico Murray Walker, che per diversi anni ha lavorato a stretto contatto con lui quale commentatore per la TV di Stato britannica.

Murray Walker, voce storica dell'automobilismo targato BBC, per la quale ha raccontato i Gran Premi di F1 dal 1978 al 2001, non ha ancora avuto il coraggio di recarsi al cinema per Rush, film del regista statunitense Ron Howard che ripercorre l'epopea di James Hunt e Niki Lauda nel campionato 1976, ma ha comunque voluto dire la sua sul campione londinese divenuto suo amico e collega dopo il ritiro dal mondo delle corse. "Non so quando andrò a guardare Rush – ha esordito Walker, novant'anni, sulle colonne del Birmingham Mail – ma sicuramente lo farò. La gente che ha visto il film mi ha detto che Howard ritrae Hunt e Lauda come nemici, ma non è vero, anzi... Erano grandi amici! Probabilmente gli sceneggiatori si sono presi delle libertà rispetto alla storia reale per rendere il film più interessante anche a coloro che non sono appassionati di Formula 1".

Walker ha perciò cercato di rispondere a Ron Howard tracciando il suo personale e intimo ritratto del campione del mondo 1976: "Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, ero abbastanza vecchio per poter essere suo padre. Arrivavamo da contesti diversi ed eravamo interessati a cose diverse. Ho pensato che James bevesse troppo, fumasse troppo e fosse troppo ossessionato dalle donne, ma non avrei mai potuto dire queste cose spiacevoli su di lui se non fosse stato anche una persona eccezionale e un mio grande amico! Le donne – ha continuato il giornalista inglese – gli saltavano letteralmente addosso e per lui questa era una ragione di vita".

Non manca, poi, anche un riferimento al denaro, altra componente fondamentale della vita dell'ex-pilota McLaren: "Quando Hunt si è ritirato era uno dei Names dei Lloyd's di Londra (una sorta di socio a responsabilità illimitata delle compagnie assicurative londinesi, ndr) e nei primi anni novanta perse gran parte del suo patrimonio rischiando la bancarotta. Quell'evento lo segnò duramente, ma posso dire che lo ha reso una persona migliore".

Infine Walker ha parlato del talento alla guida dell'amico e compagno di telecronache: "Devi essere brillante per arrivare a guidare in Formula 1, ma devi esserlo ancora di più per diventare campione del mondo. A mio modesto parere, James non era allo stesso livello di Mika Hakkinen, Sebastian Vettel o Micheal Schumacher, ma indubbiamente aveva più personalità di tutti e tre messi insieme".


Fonte: f1passion.it


Auguri in ritardo James.

As I've always said, McLaren exists to win, and win we will.
RON DENNIS

Monza 1976 e il grande duello Lauda-Hunt: il binomio è inscindibile, per chi in qualche modo ha vissuto in diretta quegli scenari di portata emotiva quasi irripetibile, soprattutto per la F.1 un po' meno passionale di oggi. Quel week-end monzese è ricordatissimo in mille cronache. Per noi italiani, cronache necessariamente sensibili all'amore per la Rossa e per Niki Lauda, che in quella Monza vissero l'ultima grande illusione di una stagione culminata con il titolo perduto per un punto nella catarsi finale del Fuji. Un ricordo diverso, vissuto dall'altra parte, viene invece dal libro James Hunt, Portrait of a champion, di Christopher Hilton. Non una delle opere più conosciute sul personaggio e su quei tempi; ma eccezionale per i ricordi esclusivi di Alistair Caldwell, team manager di quella McLaren.

CONTROLLI IRREGOLARI — "Arrivammo a Monza dopo una stagione di emozioni e colpi di scena pazzeschi - ricorda Caldwell -. Il terribile incidente di Niki al Nurburgring e il suo drammatico ritorno a Monza dopo due soli GP di assenza erano stati l'ultima pagina di un campionato già scandito dalle polemiche per un paio di risultati messi in discussione dal tribunale sportivo. Arrivammo in Italia, quart'ultimo GP, con Lauda a 58 punti, Hunt a 56. E a Monza il vulcano eruttò: James ricorderà...a Monza mi sono sentito davvero odiato". Sabato nel tardo pomeriggio, dopo le qualifiche che videro Lauda 5° e Hunt 9°, iniziarono i controlli del carburante che trovarono irregolari le McLaren e la Penske, retrocedendo quindi in fondo allo schieramento i nostri Hunt e Mass oltre a John Watson.

IN CELLA — "Domenica mattino, all'arrivo in circuito, la polizia italiana mi arrestò e mi rinchiuse in una cella improvvisata per un paio d'ore. L'accusa era per l'utilizzo di carburante importato illegalmente. Riuscimmo a dimostrare il contrario grazie ai documenti di viaggio della Texaco. Ma i commissari ribadirono l'irregolarità per superamento del numero di ottani consentiti, anche se noi eravamo a 101,8 ottani, con un regolamento che prescriveva il limite massimo a 101 ottani più o meno l'1%, ovvero con una soglia di irregolarità a 102. Hunt partì a fondo schieramento, nervosissimo, e uscì presto di strada. Niki concluse 4°, e allungò a 61 punti". Tre settimane dopo Monza si correva in Canada, poi 7 giorni dopo negli Stati Uniti. La McLaren inviò Hunt a Mosport una settimana prima del previsto, facendogli trovare una monoposto con la quale provare quando gli altri team erano ancora in Europa. "Fu una grande decisione - ricorda Caldwell -. Ci consentì di tenere James fuori dal clima infuocato che avvolgeva la F.1 in Europa. Lui potè concentrarsi esclusivamente sulla sua forma fisica e sul relax, assorbendo quindi al meglio anche la batosta del tribunale FIA che gli tolse la vittoria al contestatissimo GP di Gran Bretagna di luglio, cancellandogli quindi 9 punti e regalandone 3 in più a Lauda che gli era finito alle spalle. La situazione iridata ci vide quindi precipitare a 47 punti, 17 in meno di Niki. Un disastro. Ma fra Canada e Watkins Glen Hunt portò a casa due vittorie; Lauda un solo 3° posto negli USA. Arrivammo così a soli 3 punti di ritardo: 68 a 65. E provai a imporre una mia nuova idea: mandare Hunt a provare il circuito del Fuji, che nessuno conosceva perché il mondiale vi debuttava quell'anno".


HUNT SUPERSTAR — Teddy Mayer, managing director McLaren, si oppose: troppo alti i costi. A quel punto era alto il litigio economico con Hunt che voleva essere trattato da superstar. Ma Caldwell trovò un accordo segreto con un corriere aereo, che prese in consegna una McLaren a Watkins Glen e la spedì a New York e quindi in Giappone in tempi record. "Il test andò male - ancora Caldwell -: soltanto 3 giri e il cambio si ruppe. Ma James poté acclimatarsi perfettamente al Giappone. A Tokyo restammo vari giorni in un hotel frequentato dai piloti di linea, e lui uscì quasi ogni sera con una hostess diversa. Non fece economia anche di alcoolici e altri diversivi, giocando a squash ogni giorno e arrivando in perfetta forma al week-end decisivo per il titolo". Il resto, il risultato della pista, lo ricordiamo tutti...

Roberto Boccafogli

http://www.gazzetta.it/Sport-Motori/Formula1/06-09-2013/formula-1-quel-monza-1976-lauda-contro-hunt-guerra-ottani-ed-emozioni-201107789599.shtml?refresh_ce-cp
W la McLaren!!!
W il Re!
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Se mi permettete di aggiornare una discussione 'vecchia', spulciando tra le cose che avevo in archivio, ho trovato questo articolo pubblicato nel mensile 'Motorsport' Gennaio 1998 (l'articolo è in lingua inglese):

"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."