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Lando Norris è progressivamente diventato a tutti gli effetti il volto di casa McLaren, avendo recentemente firmato un contratto pluriennale fino al 2025. Una scelta obbligata per la scuderia di Woking, guardando alla costanza e alla consistenza dei risultati collezionati dal britannico rapportati alla competitività delle vetture guidate sinora, su cui spiccano le vittorie sfiorate a Monza e a Sochi nella passata stagione, oltre alla pole position conquistata proprio in Russia. La stagione 2022 di Norris è iniziata in salita con una gara in Bahrain vissuta nelle retrovie, ma l'inglese ha saputo concretizzare la pronta reazione della squadra, andando a podio nell'appuntamento di Imola.

Lando è noto per il suo carattere allegro e autoironico, due caratteristiche immagine del nuovo corso McLaren targato Zak Brown e Andreas Seidl. Norris si è unito alla scuderia di Woking nel 2017, al tramonto dell'era Ron Dennis, diventando così il narratore migliore della transizione e dell'evoluzione sperimentate dal team nell'ultimo quinquennio. FormulaPassion.it ha intervistato in esclusiva per l'Italia il pilota di Brixworth, approfondendo i cambiamenti interni a McLaren e altre tematiche trattate in passato dallo stesso Norris, come la sicurezza nei propri mezzi e l'importanza del benessere psicologico.

La fiducia in sé stessi è sempre un aspetto centrale in una carriera nel motorsport. Sei noto per avere una grande confidenza nei tuoi mezzi rispetto ad altri colleghi. Quest'anno le auto sono completamente diverse rispetto alle generazione precedente. In occasione di questa rivoluzione, hai riflettuto su te stesso e sull'importanza di avere fiducia?

"Sì, sicuramente. Queste auto sono molto diverse rispetto alle precedenti, anche se la percezione di alcune cose come il volante o il freno sono le stesse. Quando le cose cambiano e devi adattare il tuo stile di guida c'è sempre un po' di nervosismo e di insicurezza se andranno bene per te. Grazie al livello di fiducia in me stesso che ho dalla fine della mia prima stagione in Formula 1, alla vigilia di quest'anno avevo maggiore sicurezza che sarei riuscito a adattarmi bene e a cambiare il mio stile di guida se necessario. Non direi che quest'anno ho avuto particolari dubbi su ciò che potessi fare".

L'inizio di stagione però è stato molto difficile. Com'erano il tuo umore e la tua mentalità dopo il Bahrain?
"Al tempo ero abbastanza deluso. C'erano grandi aspettative dopo i test a Barcellona, ma non appena abbiamo completato i primi giri in Bahrain abbiamo capito che non erano molto accurate. Quindi sì, direi che ero deluso e consapevole che sarebbe stata una lunga stagione, guardando a quanto avessimo faticato e onestamente a quanto l'auto fosse difficile da guidare. Penso però che ci siano stati alcuni fattori che ci hanno fatto andare un po' peggio di quanto avremmo dovuto, tra cui i problemi accusati durante tutti i test e la scelta della gomma sbagliata in partenza. Dal lato mio però ho conservato l'ottimismo, avendo anche firmato un nuovo contratto, e non ho perso la fiducia nella squadra: sapevo che avremmo potuto apportare delle modifiche che mi dessero l'opportunità magari non di vincere, ma di andare a podio quest'anno, ottenere dei buoni risultati in pista e marcare punti ad ogni fine settimana. Dopo la prima gara ero deluso, ma anche confidente verso quello che si sarebbe potuto fare nei mesi successivi".

Hai menzionato il tuo contratto, che è abbastanza lungo. C'è stato un momento dopo il Bahrain in cui hai dubitato della tua decisione contrattuale?

"Onestamente no, perché per quanto ne sapessi delle nuove auto e dei nuovi regolamenti, era la nostra occasione per fare qualcosa di speciale e avere una macchina vincente. Inoltre, la ragione per cui ho firmato un contratto così lungo è perché spero che almeno nel 2024 o 2025 avremo l'opportunità di vincere delle gare. So che per quest'anno e il prossimo le possibilità sono scarse, ma più avanti si vedrà. C'è sempre il rischio di avere una brutta stagione, ma questo vale per tutte le squadre in griglia. Mercedes ad esempio non si aspettava di faticare tanto quanto stanno facendo adesso. Guardando a come abbiamo iniziato poteva sembrare che il nostro anno sarebbe stato pessimo, ma stiamo già facendo molto meglio. Abbiamo quattro anni per risolvere i nostri problemi e sono fiducioso che la squadra ci riuscirà".

Riguardo alla fiducia in sé stessi, sei stato tra i primi a parlare pubblicamente dell'importanza della salute psicologica. Quanto questo è stato importante per te e per lo sport?

"Non saprei dire quanto lo sia per me, ma penso che in realtà sia importante per tutte le persone. È stata un'occasione per aiutare gli altri. Adesso sono più sicuro di me stesso, più sereno e tutto quanto, ma è stato più l'effetto che sapevo avrebbe potuto avere sulle altre persone, come i miei tifosi o i miei followers sui social media, ma anche per l'influenza sui bambini che guardano a me o alla Formula 1. Quando sono cresciuto nel 2007-2008 guardando Lewis, Fernando, Kimi e gli altri, ascoltavo tutto quello che dicessero, perché da bambino sogni di essere al loro posto. Ho pensato all'influenza e all'effetto che potessi avere sui ragazzini più giovani e ho provato ad aiutarli e a lanciare messaggi positivi. Questo era quello che mi premeva e mi sembrava una cosa bella da fare, non tanto per beneficio personale, ma per aiutare gli altri. Ovviamente spero che sia stato positivo anche per lo sport: altre persone hanno iniziato a parlarne e con la squadra stiamo organizzando più iniziative per supportare Mind Charity".

Sei con la squadra da un considerevole lasso di tempo ormai. Hai firmato con McLaren nel 2017 e al tempo c'era ancora Fernando, mentre Ron Dennis era a capo del team. Dalla nostra prospettiva, anche dall'umore generale, era una squadra completamente diversa. Come descriveresti i cambiamenti interni al team dal 2017?
"Penso che l'ambiente sia molto più amichevole oltre che stimolante, tutti vogliono aiutarsi a vicenda. Non ci si preoccupa più del singolo che può essere il migliore degli altri, ma tutti lavorano e collaborano molto di più come una squadra. Le persone si godono di più l'ambiente, si prende tutto più a cuor leggero, vivendo la squadra quasi come una famiglia piuttosto che come individui singoli. Come team interagiamo decisamente meglio. Quando adesso entri in McLaren non vedi l'ora di incontrare le altre persone e di scoprire cosa ti riserverà la giornata. È un'atmosfera più serena, mentre prima metteva in soggezione, con un ambiente così grande e con così tante persone. Il primo giorno che sono entrato nel 2017 ero abbastanza spaventato, mentre adesso sembra molto di più una casa dove tutti entrano e si aiutano".

Pensi che con la nuova squadra i piloti siano più liberi di parlare senza filtri rispetto a prima?

"Da parte mia non ho mai lavorato direttamente con Ron Dennis, perciò non saprei dire come fosse prima con lui. Adesso credo però che siano tutti abbastanza liberi di dire cosa pensino. Anche quando vorresti dire qualcosa di negativo, tutto viene recepito come una critica costruttiva che le persone cercano di prendere per imparare e fare meglio. Prima magari si era più spaventati nel dire "non credo che questo sia corretto" oppure "non penso che sia una buona idea", mentre adesso le persone lo accettano di più e sono inclini a dire questo genere di cose, perché sanno che è per una buona ragione. Penso che sia molto positivo per la squadra non dire semplicemente alle persone quando stanno facendo bene, ma far notare loro anche quando stanno sbagliando, così da aiutarli a fare un lavoro migliore".

Quanto Andreas Seidl e Zak Brown hanno influito su questa trasformazione?

"Credo che sia stato uno dei fattori principali. Zak ha fatto una differenza enorme in termini di morale nella squadra. È una persona che vuole parlare con chiunque lavori qui: spesso organizziamo delle riunioni con il personale di tutta la fabbrica e molte volte vuole essere coinvolto. Viene visto come un membro della squadra, non semplicemente come un capo. Lo stesso vale per Andreas: il suo lavoro è andare in giro, sistemare le cose e migliorare tutto quanto. Ciò in cui è bravo però è essere parte della squadra e non qualcuno al di sopra dei meccanici, degli ingegneri e via dicendo. Vuole solo aiutare le persone nella maniera migliore possibile. Tutti i cambiamenti che ha apportato sono stati fatti per una buona motivazione, perché era ciò che credeva fosse il meglio per la squadra. La gente lo rispetta per questo, quando dice cose positive così come quelle negative per far migliorare tutti quanti. Il modo in cui Zak e Andrea trattano e sono coinvolti nella squadra è stato uno dei cambiamenti più grandi".

Non possiamo che chiudere chiedendoti se segui ancora la carriera del tuo idolo, Valentino Rossi, e se un giorno vorresti disputare una gara di durata con lui...

"Sicuramente sì. Ovviamente non è qualcosa così semplice da fare adesso, considerando quante gare abbiamo in Formula 1, ma indubbiamente è qualcosa che amerei fare. Guardo ancora le sue gare: le corse GT non mi prendono quanto quelle delle MotoGP, ma provo ancora a guardarle. Non è in lotta per la vittoria, quindi non è emozionante come prima, ma parliamo ancora. Giusto l'altro giorno ci siamo scambiati dei messaggi. È ancora il mio eroe di quando ero bambino. Speriamo un giorno di poter fare qualcosa insieme".

https://www.formulapassion.it/opinioni/parliamone-con/formula1-f1-lando-norris-2017-mclaren-spaventava-casa-620307.html
W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE