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L'amministratore delegato della scuderia di Woking ha aperto nuovamente ad uno sbarco nella categoria nel 2019 rivelando anche nuovi dettagli

Il progetto McLaren – IndyCar sembrava essere naufragato dopo l'uscita di scena dell'ex Racing Director Eric Boullier, tuttavia Zak Brown ammette che ci sono ancora delle possibilità di essere al via del prossimo campionato. La deadline fissata da Michael Andretti per la decisione su un eventuale collaborazione con la sua squadra non rappresenta un ostacolo per il manager del team d'oltremanica, come ha confermato lui stesso ai microfoni dell'IndyStar.


"Non avevo sentito che era stata messo un termine" – ha dichiarato Brown riferendosi alle parole di Andretti che vorrebbe una risposta entro metà agosto – "Inoltre, questa è una scadenza fissata da Michael, cosa che presupporrebbe che ci stiamo per associare a loro e che indubbiamente ci piacerebbe, ma questa non è l'unica opzione di cui disponiamo. Non sapevo che esistesse una scadenza, ma è chiaro che presto dovremo prendere una decisione, perché altrimenti non ci sarà più la possibilità di essere tecnicamente preparati". Se Andretti non è l'unica opzione, l'altro nome in lizza è quello del Rahal Letterman Lanigan Racing, seconda scuderia in trattativa con la McLaren per lo sbarco a tempo pieno in IndyCar. Bobby Rahal, titolare del team ed ex pilota, non ha voluto commentare, ma i rumor riferiscono che Brown sta cercando una struttura in grado di garantire un valido supporto sia tecnico che sportivo per avere sin da subito un auto in grado di vincere  delle gare.


"Abbiamo completato il processo di revisione e ora stiamo affrontando quello decisionale. Come ho già detto, la Formula 1 è la nostra prima priorità" – ha continuato Brown – "Crediamo che debuttare in IndyCar sia fattibile solo in una situazione di competitività da parte nostra. Riteniamo di poterlo fare e abbiamo le risorse, ma ciò dovrà accadere in un contesto nel quale sarà possibile incrementare le potenzialità del nostro marchio. Inoltre, dobbiamo essere sicuri che non sia una distrazione per gli obiettivi in Formula 1, sulla quale siamo attualmente concentrati al massimo. Dobbiamo ancora prendere delle decisioni sui piloti e poi abbiamo appena assunto un nuovo direttore tecnico... Detto questo, stiamo facendo progressi con la nostra auto di F1 e riteniamo di avere tempo, anche se quest'ultimo è sempre meno, per capire se sarà possibile correre in IndyCar il prossimo anno".


Tutto in stand-by anche in attesa di una decisione di Alonso che del progetto IndyCar potrebbe essere il principale protagonista?  "È molto interessato (alla IndyCar). Gli piace la serie, ma non ha ancora deciso cosa vuole fare in relazione alla Formula 1. Pero, in ogni caso, la nostra decisione non dipende da Fernando" – ha ribadito il CEO di Woking.


Fonte: formulapassion.it

Honda blocca Alonso e McLaren in Indy.

Sembrava fatta per Fernando Alonso e la McLaren per il campionato IndyCar del 2019 ma è successo qualcosa alla vigilia del GP Usa che ha fatto saltare tutti i piani. La squadra inglese, infatti, ha disdetto il programma in quanto non avrebbe avuto il supporto ufficiale per disputare la serie e quindi Alonso, che aveva in progetto la partecipazione al campionato, si è trovato a dover rivedere i propri piani: "Si trattava di un impegno pesante, fatto di tante gare e trasferte, serviva una dedizione tale che non ero in grado di dare, dopo la F1 volevo staccare un po' e guardarmi attorno, il mio futuro lo saprete a breve" ha detto lo spagnolo ad Austin.
In realtà c'è un clamoroso retroscena di qualche tempo prima, ovvero la filiale USA della Honda era disposta a dare il proprio supporto al programma Alonso McLaren e aveva dato il benestare ufficioso. Nel contempo aveva mandato una richiesta a Tokyo per avere le ultime conferme e decidere i piani di azione e qui è scattato il problema. "No grazie, non ci interessa avere nessuna collaborazione ufficiale con McLaren e Alonso" è stata la risposta per cui dagli USA hanno dovuto far presente che l'appoggio, nel caso, sarebbe stato concesso solo per la 500 Miglia di maggio.

Cosa è successo? Semplicemente che quella famosa frase di Alonso durante una gara: "Sono senza potenza, è un motore da GP2" in Giappone se la siano legata al dito. Farsi trattare così in mondovisione, anche sapendo di avere torto perché il motore fornito per tre anni alla McLaren non era competitivo, non è nella mentalità nipponica. Per cui, scuse ufficiali da un lato dei giapponesi, ma dall'altro l'amor proprio e la tradizione di lavorare in gruppo è stata violata dall'uscita di Alonso e dal suo famoso "GP2 engine" che adesso gli è stato presentato come un conto da pagare.

(automoto.it)
Fare prima di dire.