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AmanteMclaren
Quando mi chiedono come mai io abbia deciso di dare il mio cuore al team McLaren, rispondo sempre con due nomi: Ayrton Senna e Jo Ramirez.
Che ci crediate o no, per quanto abbia amato piloti come Senna e Hakkinen e mi sia appassionato ai loro numeri in pista, il mio eroe di tutti i tempi è questo messicano, amante delle corse, che nella McLaren era team manager. Per questo quando ne parlo mi emoziono sempre. Jo ha dato tanto alla McLaren, forse più di quanto la McLaren abbia dato a Jo. Indianapolis 2001 è la corsa che chiude un'era, l'era della McLaren che avevo imparato a conoscere ed amare, quella di Hakkinen e appunto Ramirez.
Jo spiegò che se ne andava in pensione perchè cominciava a non sentirsi più a suo agio all'interno della nuova f1. Il team McLaren stava cambiando, come esigevano i tempi: la nuova struttura tecnologica del Paragon era necessaria per lo sviluppo del team. Però a Jo quella struttura bellissima pareva tanto vuota e anonima. Se pensiamo che Jo aveva vissuto forse i suoi anni più belli nella Tyrrell, con le sue strutture così artigianali. Comunque, Ramirez non è mai stato un uomo nostalgico e nel momento in cui si è sentito fuoriposto rispetto alla f1 e ai suoi cambiamenti, ha salutatato ed è andato in pensione.

Jo è partito da meccanico con la Ferrari, arrivato in Europa grazie a Ricardo Rodriguez. Passa, quindi alla Maserati (se non sbaglio). è passato poi nel team americano di Dan Gurney, la Eagle, e ha lavorato nel campionato Super Sport. Quindi il primo sbarco in Inghilterra dove ha lavorato alla Tyrrell con Stewart.
Quella alla Tyrrell è stato l'ultimo impegno di Ramirez come meccanico. Il suo successivo impegno è stato un ruolo direttivo alla Fittipaldi. Da lì, ha girato una serie di piccoli team (in ordine sparso): Shadow, ATS, Theodor. E poi... la McLaren!

Ramirez era un grandissimo esperto di regole, ed anche una persona pratica. Se Dennis era un pò il personaggio duro e inaccessibile, Ramirez era il complementare: una persona molto solare. Ama molto scherzare e tra gli aneddoti, quella volta che si infilò nel galà Ferrari nel '98 dopo Suzuka e si mise a cantare "We are the champions" ... e venne steso! Naturalmente si poteva permettere lo scherzo perchè aveva molti amici in Ferrari e tutti sapevano che persona fosse. Tra l'altro tutti questi amici di Jo che lavoravano in Ferrari sapevano di potersi fidare di lui. Una volta Dennis gli chiese di sfruttare la sua amicizia con gli uomini Ferrari per piazzarsi vicino ai loro camion e tenerli d'occhio. Nulla di illegale o immorale, ma Jo avrebbe dovuto tradire la loro fiducia: rispose di no, accettando piuttosto il licenziamento.
era il punto di riferimento contemporaneamente di Prost e Senna, ed è stato molto amato ed apprezzato anche da Hakkinen e Coulthard.

Consiglio a chiunque di leggere la sua autobiografia, è un insieme concentrato di aneddoti e un bel modo di respirare il clima del periodo d'oro delle corse.

Complimenti, bell'articolo per un grande uomo :-appl

bell'articolo Amante..!
su Jo ne sto preparando anche io uno, anche se non dirò nulla di nuovo per te visto che hai letto l'autobiografia eheh

"Credevo che ogni addio fosse una fine. Oggi lo so: anche crescere è un addio. Anche crescere significa abbandonare. E la fine non esiste."

AmanteMclaren
Citazione di: Elio11 il 26 Ottobre 2008, 09:40:39
bell'articolo Amante..!
su Jo ne sto preparando anche io uno, anche se non dirò nulla di nuovo per te visto che hai letto l'autobiografia eheh



Grande! Sarà piacere leggerlo, considerato anche l'autore....  :-supp :-supp :-supp

Victory lap at Brands Hatch 1967: from left to right Goodyear's European racing director Leo Mehl (from the back), Goodyear technician, Jo Ramirez, Mike Lowman, Tim Wall, Dan Gurney, "Haff" Haffenden, Bill Dunne, Goodyear technician.

W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE

Non posso che accodarmi nel dire che Jo Ramirez e' stato un grande personaggio dietro le quinte della F1.Se non erro ha una casa in Spagna (o Portogallo, adesso mi sfugge) che era vicina a quella di Sebnna, con il quale era molto legato.
Se in F1 esistono dei "veri" signori in tutti i campi, lui era certamente uno dei primi, fin tanto che e' rimasto nell'ambiete.E' stato il vero collante tra i piloti e il vertice della scuderia per anni, impossibile scordarlo......


Ciao Tomcatters
Any Time, Baby....

#6
Citazione di: Frenkoz il 10 Marzo 2012, 19:56:10
Victory lap at Brands Hatch 1967: from left to right Goodyear's European racing director Leo Mehl (from the back), Goodyear technician, Jo Ramirez, Mike Lowman, Tim Wall, Dan Gurney, "Haff" Haffenden, Bill Dunne, Goodyear technician.



Jo Ramirez è seduto a sinistra sul camion mentre viene portato in trionfo il vincitore Dan Gurney.

Fu vero amico di Bruce, che proprio nel 1967 preferì saltare tre gare (GP Francia, Gran Bretagna, Germania) pur di correre con la M5A anziché con l'ormai obsoleta M4B.

Dan allora gli offrì un posto come compagno di squadra sulla Eagle da egli stesso fondata. Fu l'unico momento della sua vita dove Bruce McLaren "tradì", per così dire, la sua scuderia.


Bruce sulla Eagle nel GP di Francia (la stampa si divertì a rinominare l'auto di Bruce come una "McEagle")


Dan Gurney e Bruce McLaren compagni di squadra Eagle in Germania


Gurney nel 1968 sulla McLaren M7A

In seguito Dan ebbe problemi di competitività con la sua scuderia, si ritirò dalla F1, tornò in seguito e la McLaren per ricambiare la sua gentilezza, gli offrì tre gare al volante della McLaren, con la quale il pilota americano ottenne dei piazzamenti nei punti.



Dan non ha avuto grande fortuna in F1, mentre nelle altre categorie, in America, soprattutto ha vinto tantissimo. E' tuttora vivo e vegeto. Se ci pensate, Bruce ha avuto una carriera incredibilmente simile a quella di Dan e potrebbe apparire così oggi se soltanto non fosse morto nel 1970.
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

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