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Grave incidente al Sic Supermoto Day
Romboni morto come Simoncelli

Vizziello disperato. Max Biaggi annuncia che la gara proseguiràla Fmi la ferma, Alessia Polita: «Mi fate schifo»

LATINA - È morto poco prima delle 17 Doriano Romboni, vittima di un drammatico incidente al «Sic Supermoto Day 2013» in ricordo di Marco Simoncelli. L'ex campione era rimasto ferito ed era ricoverato in rianimazione: intorno alle 14 era stato soccorso e trasportato al Santa Maria Goretti di Latina da un elicottero del 118. Le gare erano state subito sospese. L'incidente si è verificato sul circuito «Il Sagittario» di Latina dove erano in corso le prime prove - specialità motard - dell'evento benefico a favore della Fondazione intitolata a «Sic», il grande motociclista morto il 23 ottobre 2011 durante il Gran Premio della Malesia. Secondo le testimonianze, Romboni ha perso il controllo del mezzo ed è stato travolto da un'altra motocicletta: un incidente fotocopia di quello di Simoncelli.

LO CHOC DI VIZZIELLO - Choccato il collega e amico che ha travolto Romboni: il 34enne Gianluca Vizziello, cresciuto professionalmente - crudeltà del fato - proprio sotto l'ala protettiva del più anziano «Rambo». Gianluca non si dà pace: «Ho avvertito un colpo fortissimo, non l'ho praticamente visto», ha detto poco dopo l'incidente la cui dinamica ricorda molto quella che ha portato alla morte di Simoncelli.

LA GARA SI FERMA - «Io mi chiedo... Con quale spirito, con quale umanità si può continuare una manifestazione dopo quanto accaduto. Oggi più che mai capisco, che noi siamo e saremo sempre burattini che cadono, che muoiono, che si feriscono... Ma non importa a nessuno. L'importante è che il burattinaio fa cassa». È il durissimo commento, affidato alla sua pagina Facebook, di Alessia Polita, la 27enne motociclista marchigiana rimasta paralizzata dopo un grave incidente in moto lo scorso 15 giugno. E la Federazione motocilclistica italiana, Fmi, in serata è giunta alla stessa conclusione. «Non c'è più rispetto di niente e nessuno - aveva aggiunto Polita - E noi piloti siamo i primi cog***ni. A schiaffi vi prenderei uno per uno. Non c'è nessuna motivazione valida per continuare. Si tratta di rispetto per una persona morta. Questa volta sono davvero schifata».

BIAGGI E PAPÀ SIC VOLEVANO CORRERE - Di diverso avviso altri piloti. Nel pomeriggio Max Biaggi su Twitter aveva ribadito : «D'accordo con Paolo Simoncelli si è deciso di fare la manifestazione domani(domenica, ndr) a Latina per sostenere la famiglia di Romboni che ha 3 figli». Per il centauro romano in questo momento aiutare i congiunti «è la priorità ».


LA TESTIMONIANZA DI PETRUCCI - «Eravamo sul finire del secondo turno di prove libere - racconta Danilo Petrucci - mancavano ormai pochissimi secondi prima della bandiera a scacchi e Doriano era nella parte finale della pista. Io stavo facendo già la curva 6 ed ho vista la sua sagoma attaccata alla moto. Alla successiva ho guardato indietro e ho visto che si era toccato con Vizziello che era dietro di me. A quel punto ci siamo fermati subito ed è cominciato quel silenzio bruttissimo che c'è in queste situazioni. I medici sono stati veloci ad accorrere sul luogo dell'incidente, ma l'ambulanza è arrivata solo dopo. Poi è arrivato anche l'elicottero, che però è partito un'ora dopo l'incidente, dicevano che le condizioni erano stabili, respirava autonomamente». Ed è amara la conclusione di Petrucci: «Un pilota ce lo mette in conto ma non in una gara di beneficienza. Lì la pista non è sicura, in quei quattro metri si va in un senso ed in un altro... Fatalità? Forse si poteva evitare».


DA CAPIROSSI A MELANDRI - Tra i primi ad accorrere subito dopo l'incidente Max Biaggi e Guido Meda, commentatore del Motomondiale per Mediaset. «Non ho capito subito chi era caduto. Quando mi sono avvicinato ho visto che si trattava di Doriano, privo di sensi. È stato choccante - racconta Meda - I soccorsi sono stati immediati, gli hanno fatto il massaggio cardiaco per diversi minuti, in pista». E sono tanti i messaggi sul social network. «Non posso crederci, Doriano Romboni un mio amico, rivale di mille battaglie, un combattente con tanto cuore. Che tristezza, ti voglio bene» scrive Loris Capirossi. «R.I.P. Doriano Romboni .Grande uomo che pilotava la moto come pochi altri. Hai saputo farmi capire come si doveva correre con cuore» è invece il messaggio di Marco Melandri.

APERTA UN'INCHIESTA -Romboni ha perso il controllo della moto e ancorato al mezzo è scivolato fuori dal tracciato rientrando poi in un altro punto della pista, dove è stato travolto. Una volta raggiunto l'ospedale di Latina, i primi esami hanno lasciato scarse speranze al campione. È stata subito avviata un'inchiesta per chiarire la dinamica dell'incidente . Il pubblico ministero Raffaella Falcione ha già disposto il sequestro delle due moto coinvolte, mentre vengono ascoltati i primi testimoni della vicenda. Al vaglio anche i parametri di sicurezza della pista.

CHI ERA ROMBONI - Avrebbe compiuto quarantacinque anni tra pochi giorni, l'8 dicembre. Doriano «Rambo» Romboni, nato a Lerici nel 1968, è stato uno dei protagonisti del motociclismo internazionale tra la fine degli anni novanta e i duemila: il suo nome sempre accostato a quello dei grandi rivali Capirossi e Biaggi. Una lunga carriera legata alla Honda prima con la 125 e poi in classe 250. Ha corso anche in 500 con la scuderia Aprilia. Dopo sei anni nella Superbike era diventato, nel 2012 nuovo direttore sportivo del team Puccetti Racing Kawasaki.

corriere.it



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sono senza parole.


Purtroppo ci sarà un'altra ricorrenza, questa coincidenza è segno del destino.
Fare prima di dire.


Riposi in pace. sono profondamente addolorato, un pensiero alla famiglia.
Forza Mclaren