Benvenuto su MondoMcLaren. Accedi o registrati.
Utenti in totale
825
Messaggi totali
187.978
Totale discussioni
4.850

MILANO – Con il mondiale di Formula 1 praticamente già nelle mani di Vettel e della Red Bull, a infiammare l'inverno dei motori potrebbero essere, senza che ciò rappresenti peraltro una novità, le vicende extra-pista legate alla massima autorità degli sport motoristici, la FIA.

A dicembre, infatti, è in programma il voto per l'elezione del nuovo presidente della Federazione Internazionale dell'Automobilismo, che succederà a Jean Todt, in carica dal 2009 dopo aver preso il posto di Max Mosley. Un quadriennio trascorso non senza ombre per l'ex direttore sportivo della Ferrari, il cui governo del mondo dei motori non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto per la deriva della Formula 1 sempre più verso una forma di spettacolo, piuttosto che di competizione vera e propria. Senza dimenticare la presunta crociata verso l'abbattimento dei costi di gestione dei team, vanificata dai veti opposti di volta in volta da questa o quella scuderia, in base ad interessi di parte, nonché dal ritorno ai motori turbo, la cui progettazione e sviluppo è economicamente dispendioso per le case produttrici, senza dimenticare che si farà anche sentire in maniera consistente sulle spalle di quelle squadre che i propulsori non se li costruiscono e che dovranno quindi acquistarli.

Oltre a Todt, che ha deciso di ricandidarsi per proseguire nel suo percorso, a gareggiare per la poltrona di presidente ci sarà sicuramente David Ward, che ha presentato la sua "Agenda per il cambiamento" degli sport motoristici, accusando Todt di aver tentato di influenzare l'esito del voto, tramite incontri istituzionali in cui si sarebbe chiesto ai partecipanti di sottoscrivere un impegno formale a favore della rielezione dell'attuale numero uno della FIA. Un attacco al quale il francese ha prontamente reagito: "Come potrei evitare le lettere di supporto? Ci sono persone che mi dicono che sto facendo un buon lavoro e che mi vogliono ancora come presidente. Non ho mai costretto nessuno", ha dichiarato Todt al britannico "The Telegraph".

Nella corsa a due potrebbe però inserirsi un terzo incomodo, a detto nientemeno che di Bernie Ecclestone, secondo il quale la candidatura di Ward potrebbe aprire la porta ad altri potenziali pretendenti, facendo intendere che un interessato potrebbe svelarsi a breve. Autorevoli organi informativi di settore, come ad esempio "Auto Motor und Sport", hanno anche ipotizzato che possibile rivale di Todt e Ward potrebbe essere Mohammed Bin Sulayem.

Un nome forse non noto a molti, ma che in realtà rappresenta un personaggio piuttosto importante nel mondo dei motori, essendo pluricampione mediorientale di rally e attuale presidente dell'automobile club degli Emirati Arabi Uniti, nonché forte sostenitore di Mosley all'epoca dello scandalo sessuale che lo vide coinvolto, contribuendo in modo determinante alla sua conferma al vertice della FIA nonostante in molti spingessero per le sue dimissioni. Già nel 2010 422race.com rivelò che Sulayem avrebbe potuto sfidare Todt, rappresentando la carta a disposizione di Ecclestone e dello stesso Mosley per tornare al comando del motorsport, non essendo entrambi mai stati soddisfatti dell'operato di Todt e, al contrario, non avendo apprezzato le sue manovre atte ad accentrare su di sé tutto il potere possibile.
Ora il nome di Sulayem potrebbe tornare nuovamente spendibile, in una corsa, o forse sarebbe meglio dire una guerra, che si preannuncia molto dura.


fonte: 422race.com

Ben Sulayem candidato contro Todt
per le elezioni Fia di dicembre?


C'è un nuovo rivale per Jean Todt nella corsa alla riconferma come presidente della federazione internazionale: Mohammed Ben Sulayem, il 51enne presidente della federazione automobilistica degli Emirati Arabi Uniti (UAE) e vicepresidente della Fia, che si aggiunge così all'ex consigliere politico del partito conservatore britannico, David Ward.
Quest'ultimo, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe però ritirarsi e unirsi alla cordata di Ben Sulayem per avere più possibilità di successo. Per ora in realtà di ufficiale c'è solo il comunicato del portavoce di Sulayem che parla di "richieste giunte da tutte le parti del mondo a Mr Sulayem con la richiesta di candidarsi", ma la decisione dovrebbe arrivare al termine del meeting del World Motor Sport Cuncil in programma oggi a Dubrovnik, in Croazia, dove Sulayem avrà modo di tastare il polso dei suoi possibili grandi elettori.
Sulayem, che vive a Dubai e come pilota ha vinto ben 14 volte il Middle East Rally, è personaggio molto influente nel motorsport medio-orientale, e a febbraio era stato incaricato proprio da Todt di preparare un piano di sviluppo delle corse in quell'area e nel nord Africa per il prossimo decennio. Una sua vittoria alle elezioni di dicembre, anche se per ora poco probabile, sposterebbe a est il baricentro del motorsport mondiale, che negli ultimi decenni ha visto sorgere in quell'area – che risente meno di altre della crisi - di campionati e soprattutto circuiti modernissimi. Al centro della strategia, se allarghiamo il discorso agli altri sport, l'iperattivismo del Qatar, il minuscolo stato del Golfo che però ha strappato, fra mille polemiche, persino l'organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022. Da tempo, del resto, a partire dal Manchester City e dal Paris Saint Germain, sono i caveau arabi a finanziare molto del calcio europeo di vertice. Lo sport, e il motorsport sono destinati a funzionare a trazione...mediorientale? Uno scenario che solo dieci anni fa sarebbe parso fantascientifico ma che ormai dobbiamo considerare realistico.


http://www.italiaracing.net/notizia.asp?id=41647&cat=1