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Questa McLaren è sempre più di Zak Brown, a cui va dato atto di scelte di rottura che si stanno rivelando vincenti. L'ingresso di nuovi capitali e investitori era inevitabile vista la situazione pandemica ma anche visto non siamo un grande gruppo automobilistico, pertanto quei 185 milioni sono da vedere non tanto come "in più" ma in sostituzione di quelli che non sarebbero più potuti arrivare dall'azionariato odierno che li userà almeno parzialmente per coprire i debiti del Gruppo.

Ormai infatti McLaren Racing è solo il 20-25% dei ricavi del Gruppo, che soffre perchè Automotive ha ridotto le vendite del 60%. Rimanendo però alla F1, questi capitali ci permettono di fare investimenti sia a breve, come i soldi per lo sviluppo durante la stagione, che a lungo termine  come la galleria del vento, i cui lavori sarebbero dovuti partire nel primo semestre del 2020.

Il fatto che gli investitori siano americani, già, a quanto si legge, impegnati nello sport ad alti livelli, come nell'NBA, testimonia il fatto che sia anche per loro un investimento strategico e importante ed è frutto di 4 anni di lavoro di Zak tutti orientati al Nord America: dal ritorno in Indy, a tutti gli sponsor che ci sono arrivati da quel paese. Pertanto valuto positivamente sia la proporzione dell'investimento che la provenienza, l'unico dubbio mi rimane sulla eterogeneità di questo gruppo che tiene insieme sia investitori americani che un fondo di una banca svizzera.

Comunque ottima notizia che può solo rafforzare le basi per l'avvicinamento ai top team dal 2022, per il resto tocca sempre alla squadra e ai piloti non buttare alle ortiche tutto il valore della McLaren, a partire dalla concezione del telaio fino ai pit stop.
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McLaren, modello fragile
Lo storico team britannico ha ceduto parte delle quote azionarie ad un consorzio statunitense; il presidente esecutivo della McLaren Group Paul Walsh ha spiegato il perché

Paul Walsh, presidente esecutivo della McLaren Group. Walsh è entrato nel dettaglio, spiegando come mai il modello di business della squadra è entrato in crisi più di altri con l'esplosione della pandemia: "La McLaren aveva un modello di business fragile, perché fondamentalmente il flusso di cassa dell'automotive veniva poi impiegato nelle corse" ha evidenziato, sottolineando così perché sia stata la decisione giusta dividere la proprietà della squadra corse dall'attività principale del marchio.
Abbiamo smesso di produrre automobili perché la nostra fabbrica era stata chiusa – ha commentato Walsh in riferimento al periodo del lockdown, come riportato dal sito F1i.comse non si producono auto, non le si vendono. Se non le vendi, non ottieni il flusso di cassa". A questo punto si è creato un cortocircuito interno all'azienda. La squadra corse infatti continuava a spendere, ma non vi erano entrate sufficienti. Qui entra in gioco la cordata che ha acquisito il 15% del team e il cui pacchetto azionario aumenterà nei prossimi anni: "Avremmo potuto semplicemente richiamare Zak Brown in merito ai soldi che poteva spendere – ha aggiunto Walsh – ma a quel punto avremmo dovuto essere coerenti e rivedere le nostre ambizioni. Questo però non ci piaceva. Quello che abbiamo cercato di fare è stato chiederci: 'come possiamo avere un modello fiscalmente adatto al gruppo, ma anche fornire a Zak e alla squadra la possibilità di andare veloce?'. Questo è quello che credo abbiamo realizzato" ha concluso.

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/f1-team/mclaren-modello-fragile-f1-zak-brown-2020-woking-paul-walsh-539412.html
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McLaren Group mette il turbo grazie a fondi arabi

Il gruppo McLaren ha annunciato di aver ottenuto un investimento azionario di 758 milioni di dollari, al cambio oltre 642 milioni di euro. Si tratta di denaro che per gran parte (468 milioni di euro) proviene dal Public Investment Fund (PIF) dell'Arabia Saudita e dalla società di investimento globale Ares Management. Le due entità forniranno in sostanza nuovo capitale, sotto forma di azioni privilegiate e warrant azionari; il resto di questo 'finanziamento' arriverà dagli azionisti esistenti: Mumtalakat, TAG (detiene circa il 14%), Michael Latifi (circa il 10%), consentendo il rimborso di un prestito ricevuto nel giugno dello scorso anno dalla Banca nazionale del Bahrain.

Si ricorda infatti che il fondo di investimento sovrano del Bahrain Mumtalakat è l'azionista di maggioranza della McLaren con una quota del 62,55%. "Questo aumento di capitale di successo è un elemento chiave della nostra strategia finanziaria globale per supportare i piani di crescita sostenibile del Gruppo. Con queste solide basi ora in atto, siamo ben posizionati per raggiungere le nostre ambizioni come supercar di lusso globale e business motorsport d'élite, con l'automotive che sarà la principale fonte di profitto di McLaren", ha affermato il presidente esecutivo del Gruppo McLaren, Paul Walsh.

Si tratta di un periodo decisamente più positivo per il costruttore britannico: i ricavi nel primo trimestre di quest'anno sono aumentati del 145% rispetto allo stesso periodo colpito dalla pandemia nel 2020. Con il campionato di Formula 1 sospeso dal Covid, il gruppo McLaren era stato costretto a ridurre in modo netto la forza lavoro, anche attraverso licenziamenti oltre alla ricalibrazione dei ruoli, ed era stata utilizzata in modo intensivo la cassa integrazione. Grazie agli ottimi risultati conseguiti negli ultimi sei mesi, sia dal punto di vista sportivo sia per quanto riguarda la tecnologia nelle sue auto stradali, McLaren ha potuto avere un po' di respiro pur dovendo fare affidamento a capitali non britannici.

https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/mclaren-group-investimento-640-milioni-euro-fondi-sauditi-f1-575866.html
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McLaren lancia un bond da 620 milioni di dollari

La McLaren punta sulle obbligazioni per autofinanziarsi. La casa automobilistica britannica e proprietaria del relativo team di Formula 1 prevede di raccogliere 620 milioni di dollari attraverso l'emissione di un bond, per ottenere finanziamenti con cui far fronte alle conseguenze dell'emergenza Coronavirus.

Il produttore – spiega Bloomberg – intende rifinanziare le obbligazioni esistenti e rafforzare il proprio bilancio con l'emissione di debito aggiuntivo. La scorsa settimana, il fondo sovrano dell'Arabia Saudita (PIF) e Ares Management, società già accostata all'Inter nell'ambito della trattativa con BC Partners, hanno finalizzato un accordo con il Gruppo McLaren.

Le due società parteciperanno ad un aumento di capitale di 550 milioni di sterline (642 milioni di euro) che sarà annunciato nei prossimi giorni. Il nuovo conferimento di capitale dovrebbe includere appunto 400 milioni di sterline (467 milioni di euro) provenienti dal PIF e da Ares.

Il sostegno del fondo saudita potrebbe aprire la porta ad accordi commerciali tra la McLaren e lo stato del Golfo. La McLaren ha dovuto affrontare difficoltà finanziarie derivanti dalla pandemia, con perdite che l'hanno costretta a prendere provvedimenti come il licenziamento di 1.200 dipendenti, oltre a richiedere un prestito di 150 milioni di sterline alla National Bank of Bahrain.

Queste operazioni porteranno l'importo totale raccolto dalla McLaren a oltre 1,4 miliardi di sterline (1024 milioni di euro) da marzo 2020. Di tale importo, 300 milioni di sterline (350 milioni di euro) provengono dagli azionisti e 185 milioni di sterline (216 milioni di euro) da un consorzio guidato da MSP Sports Capital, in cambio di una quota del 15% in McLaren.

https://www.calcioefinanza.it/2021/07/20/mclaren-bond-620-milioni/
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