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E' un Marchionne a tutto tondo quello che ha affidato i suoi pensieri al decano dei giornalisti italiani Pino Allievi, per la Gazzetta dello Sport. Niente di nuovo, molti giri di parole, concetti spesso astratti se non contrastanti tra loro, con una linea di fondo che però è netta e preoccupa: Sergio non pare soddisfatto di questa Ferrari. La rivoluzione del dopo Montezemolo è stata meno roboante del previsto, la rutilante SF16-H è una monoposto bella e dannata, vincente sulla carta, ma non in pista.
Abbandonato – e non certo da adesso – lo spirito garibaldino e un po' spaccone di questo inverno, quando dovevamo infliggere infiniti lutti a Brackley già in Australia, il presidente Marchionne ammette per la prima volta che manca qualcosa all'interno della squadra.
"Lavoriamo per prendere professionalità dall'esterno, e dobbiamo liberare il talento che abbiamo all'interno" Mercato tecnici quindi, ma soprattutto il coraggio di scommettere su ingegneri che adesso sono in "seconda e terza linea" e che possono dare tanto, forse più dei "titolari". Il numero uno di FCA parla di potenziamento dell'organico e di svecchiamento dei modelli decisionali, strutturali, gestionali; parole da manager esperto che però nascondono tra le righe quella cocente delusione – e cocente lo è viste le aspettative che lo stesso Marchionne nutriva e andava sbandierando ai quattro venti – che è la SF16-H.
"Sulla carta era bellissima, vincente, ma messa in pista ha deluso le aspettative. Stiamo provando a domarla, ma è una vettura difficilissima – ha sentenziato Marchionne, prima di aggiungere – Sono stanco dei maestrini inglesi del telaio e dell'aerodinamica, i nostri punti deboli devono diventare i nostri punti di forza". Un'altra stoccata ai suoi tecnici, rei di non essere riusciti a mettere in pista una vettura "stabile come la Mercedes".
La SF16-H diventa così la monoposto "difficile", aggettivo che significa tutto e niente, ma che a ben guardare suona come un eufemismo, perché difficile è sinonimo di complicata, e una cosa complicata è difficilmente utilizzabile, ovvero funzionale allo scopo, quindi risulta inutile. E nell'inutilità di otto gare a secco di vittorie si nasconde insidioso lo spettro di un fallimento difficile da digerire.
E Marchionne proprio non sa perdere, lo lascia intendere quando afferma: "Io vado alle gare per supportare la squadra, non per mettere pressione, le sembro uno che non sappia creare un'organizzazione vincente?" E no, l'uomo che ha risollevato la FIAT trasformandola in un'azienda internazionale, il manager che ha restituito agli italiani l'Alfa Romeo, non ne può più di perdere in F1.
Ma se il problema di fondo è la vettura, allora stonano le parole, scontate, profferite su Kimi Raikkonen, perfetto capro espiatorio per colpe non sue. Ancora una volta torna in auge la filastrocca del Raikkonen che deve "meritarsi la Ferrari, guidando da campione del mondo". Ci dimentica in fretta delle qualità, apprezzate all'interno del team, di Kimi come uomo squadra, dell'esperienza, delle performance quest'anno consistenti nella maggior parte dei casi, considerando anche la succitata difficoltà d'assetto della monoposto e il talento e i galloni di capitano del "capitano" Sebastian Vettel. Quello di Marchionne sembra tanto un addio: "Su Kimi non ci illudiamo...". Vedremo se poi un eventuale pilota più giovane farà tanto meglio di Raikkonen, ma difficilmente la Ferrari troverà un campione del mondo pronto ad alzare il piede nel tratto centrale di Baku per dare strada a Vettel.
L'intervista rilasciata alla Gazzetta ci consegna un Marchionne meno "aggressivo" rispetto al recente passato, decisamente più disincantato e guardingo. Ma se la Ferrari ha i suindicati problemi strutturali, denunciati a chiare lettere dal presidente, e se la monoposto non era poi quel fulmine di guerra immaginato, si torna al punto di partenza: a chi hanno giovato gli stucchevoli proclami invernali? Era necessario sbilanciarsi tanto a febbraio, per poi dover fare marcia indietro a fine giugno? Ma soprattutto, il potenziamento dell'organico sarà indolore, o il presidente medita un'altra "notte dei lunghi coltelli" per ribaltare la Rossa che non va?
Antonino Rendina

http://f1grandprix.motorionline.com/ferrari-lamarezza-di-marchionne-e-il-quasi-benservito-a-kimi/
W la McLaren!!!
W il Re!
W Ron Dennis!                                                            QUELLO CHE NON TI AMMAZZA, TI RENDE PIU' FORTE