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Alonso: "Vettel? Mai stato al livello di Hamilton e Kubica"

3 settembre 2014 – Quando Fernando Alonso esordì nel 2001 a Melbourne, solo due piloti (Jenson Button e Kimi Raikkonen) e quattro squadre (Ferrari, McLaren, Williams e Sauber) della Formula 1 odierna erano in pista. Da allora sono passati 14 anni e 13 stagioni di Formula 1, in cui tanto è mutato: regolamenti sportivi e tecnici, team e ovviamente piloti. La Formula 1 è cambiata. E per Alonso non sempre in meglio.

A catalizzare nuovamente tutte le discussioni sul futuro della Formula 1 è stato l'annunciato esordio nel 2015 di Max Verstappen nel 2015, quando l'olandese avrà 17 anni e una sola stagione di monoposto alle spalle. In tanti hanno evidenziato come le vetture di Formula 1 attuali sono molto più facili da guidare rispetto al passato (leggi qui ad esempio le considerazioni di Alberto Antonini per FormulaPassion.it) e che da un punto di vista fisico anche un ragazzo (o una donna, visto che simili osservazioni sono state fatte anche parlando del possibile impiego di Simona de Silvestro o Susie Wolff) può sopportare i quasi 90 minuti di cui si compone un gran premio. Hamilton, che fa parte della generazione intermedia tra quella di Alonso e quella dei rookie di oggi, si è lamentato per l'eccessiva facilità di guida, tanto da invocare un ritorno al passato, a vetture più probanti e impegnative.

Alonso, che sulla questione Verstappen aveva chiesto di lasciare parlare la pista e il cronometro, è tornato sull'argomento nell'ambito di un incontro con la stampa italiana tenuto a Maranello nei giorni scorsi, evidenziando con una certa preoccupazione come oggi la F1 sia ben lontana da quella mitica dei cavalieri del rischio e molto più vicina alla GP2; e se da un lato questo permette e giustifica la scelta della Red Bull e di Verstappen ("Il treno passa una volta ed è giusto prenderlo"), dall'altro non fa una grande pubblicità al circus:

"Certo non è il massimo per l'immagine", riporta la Gazzetta. "Quando ero piccolo vedevo la F1 come roba da supereroi", si legge ancora sul Corriere. "Le macchine erano fulmini, avevano mille cavalli, Senna e Prost sul podio non si reggevano in piedi. Se oggi un bambino di 10 anni legge certe notizie (quella del 17enne Verstappen, ndr) pensa che la F1 sia più umana. In realtà è così: le monoposto sono molto più facili e lente. Non sono più ''fisiche'': dieci anni fa, dopo il primo test invernale ti ritrovavi stremato e non riuscivi a muovere il collo e a dormire, tanto era il dolore. Era come montare un toro. Adesso è una specie di Gp2".

Curiosamente, la storia dei tre piloti di cui sopra, ormai veterani, porta con sé quegli elementi contro i quali si sta discutendo oggi, ovvero la giovane età dei piloti e la loro inesperienza: Button esordì giovanissimo sulla Williams e senza essere pronto (come lui stesso ha ammesso); Raikkonen sbalordì tutti sulla Sauber dopo 23 gare in Formula Renault; Alonso divenne il terzo più giovane di sempre a calcare le piste del circus. Tutti e tre sono arrivati fino a oggi, conquistando pole,vittorie e titoli iridati. E, tranne forse Kimi, nessuno ha intenzione di smettere a breve. Di certo non Alonso, che pare abbia cambiato un po' idea sul concetto di non invecchiare in Formula 1, visto che si pone un'altra decade in pista ("Come età ho davanti 10 anni, se penso che Schumi si è ritirato a 43") anche se qualche stimolo è venuto meno: "La questione è divertirsi e avere voglia. Se mi diverto? Meno. Vorrei adrenalina e velocità al massimo come tutti i piloti".

Ma senza aspettare Verstappen, c'è già in pista una generazione di giovani che sta facendo disperare più un compagno di squadra, come Kvyat, Bottas e Ricciardo. E a proposito dell'australiano, il suo 2014 sta mettendo in crisi Sebastian Vettel, il quattro volte campione del mondo i cui successi Alonso ha spesso ricondotto alla vettura di cui disponeva che non al suo talento. Una convinzione che le 12 gare fin qui disputate non hanno certo incrinato. "Ho sempre pensato che Vettel non avesse raggiunto il livello di Hamilton o di un altro fuoriclasse come Kubica", si legge sulla Gazzetta. "Non ho cambiato idea quest'anno, forse tanta gente sì".

Parole che La Stampa riporta in modo un po' diverso: "Ha sempre giudicato Hamilton più forte di Vettel: perché? Ho in testa una lista dei più bravi", la risposta di Alonso. "Lewis è il migliore. Non so quali problemi abbia Vettel quest'anno: su di lui non cambio idea, qualcun altro ha dovuto farlo".

Il 2014 è stato un anno particolarmente turbolento per l'immagine della Formula 1, con la rivoluzione Turbo che ha fatto storcere il naso ai più. In primo luogo per il rumore, che anche Alonso rimpiange: "La gente lo ascoltava come un violino, lo sentiva chilometri prima di arrivare in pista. Ora si è perso", scrive il Corriere della Sera. Ma non è certo solo  questo il male primario del circus, che rischia di allontanare i tifosi: "Poi le auto, con 50 chili in più e gomme dure, qualcosa tolgono allo show", si legge sulla Gazzetta. "Senza contare la Ferrari che non vince, certi circuiti deserti, l'esclusiva alle pay-tv...".

Aree, quelle individuate da Alonso, in cui tutti vogliono intervenire ma nessuno sembra sapere come. Anche l'ultima creatura del circus, il Popularity Group, non ha ancora prodotto risultati (la riunione di fine luglio è saltata e non è mai stata recuperata) e ha fatto parlare più che per i contenuti emersi, per chi vi avrebbe dovuto prendere parte. Il nome conteso, non è un mistero, è stato quello di Flavio Briatore, che Alonso ricandida come persona capace di rilanciare la Formula 1: "Quando Flavio parla di spettacolo e di quello che vuole vedere la gente a casa, non sbaglia mai", riporta la Gazzetta dello Sport. "È un genio sotto questo aspetto e andrebbe ascoltato in Formula 1".


Fonte: f1passion.it


E' ritornato l'amore per Hamilton... e l'odio per Seb...  :-ahah :-ahah :-ahah

Motivo in più x prenderlo e vincerci il mondiale l'anno prossimo....

Citazione di: GoLewisGo il 04 Settembre 2014, 10:53:55

"Certo non è il massimo per l'immagine", riporta la Gazzetta. "Quando ero piccolo vedevo la F1 come roba da supereroi", si legge ancora sul Corriere. "Le macchine erano fulmini, avevano mille cavalli, Senna e Prost sul podio non si reggevano in piedi. Se oggi un bambino di 10 anni legge certe notizie (quella del 17enne Verstappen, ndr) pensa che la F1 sia più umana. In realtà è così: le monoposto sono molto più facili e lente. Non sono più ''fisiche'': dieci anni fa, dopo il primo test invernale ti ritrovavi stremato e non riuscivi a muovere il collo e a dormire, tanto era il dolore. Era come montare un toro. Adesso è una specie di Gp2".


Queste parole però devono far riflettere cavolo..! :-grr :-grr  Vanno a 2 all'ora...
Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma della prima non sono neanche sicuro. Albert Einstein



Button elogia Hamilton: "Uno dei più veloci di sempre"

12 settembre 2014 – Lewis Hamilton e Jenson Button hanno corso nella stessa scuderia, la McLaren, per 58 gran premi. I due piloti, entrambi britannici, non mancano di esprimere l'ammirazione e il rispetto che nutrono l'uno per l'altro.

Con ben 262 gare alle spalle, di cui 58 disputate al fianco di Lewis Hamilton nell'arco di 3 stagioni (2010, 2011 e 2012), Jenson Button è sicuramente uno dei colleghi più indicati a esprimere un parere sul pilota anglo-caraibico. I due hanno in comune la nazionalità e un mondiale vinto a testa, ma sono in realtà piloti molto diversi, quasi opposti per stile: Jenson è conosciuto come uno dei più intelligenti del circus, abile calcolatore e molto corretto; Lewis, invece, per il suo piede veloce e la sua aggressività in pista.

E sono proprio queste sue caratteristiche che l'ex compagno di squadra di Hamilton esalta: "Per me è uno dei piloti più veloci che abbia mai messo piede in una monoposto di Formula 1″, afferma Button a Sky Sports F1. "Ha un talento naturale, probabilmente il migliore di tutti in termini di velocità pura".

In passato, però, l'irruenza e una certa incostanza sono probabilmente costate a Hamilton qualche punto nel mondiale. Infatti, nonostante egli abbia superato, di poco, il compagno Button in due stagioni, quest'ultimo conta in realtà più punti nel totale dei tre campionati disputati insieme in McLaren, a causa dei tanti persi da Hamilton nel 2011, forse l'anno peggiore del pilota inglese.

Dimostrazione che, nella F1, non conta solo la velocità: "Sappiamo tutti che non si tratta solo di talento naturale, ma di ciò che costruisci sulla base di quel talento, e anche delle tue doti tecniche e di come riesci a lavorare insieme alle centinaia di persone che girano intorno allo sviluppo di una vettura", precisa Button.

Esattamente due anni fa, quando Hamilton annunciava il suo trasferimento in Mercedes, in pochi avrebbero scommesso sulla sua come una scelta vincente. La McLaren era un'ottima vettura, forse seconda solo alla Red Bull, il team di Woking era la sua casa, mentre la Mercedes era ancora acerba. Ora, invece, Lewis lotta per il titolo con una vettura che sta dominando, mentre Jenson è riuscito a stento ad ottenere un podio. "Sembra veramente a suo agio, non il Lewis che conoscevo quando eravamo compagni di squadra. Sembra che stia affrontando a testa alta i suoi problemi. Non so se è soltanto una facciata o se si sente sicuro dentro sul fatto che possa ancora superare questi problemi e lottare per il campionato. Penso proprio che ce la possa fare", conclude.

Dal canto suo, anche Hamilton non manca di esprimere sincera ammirazione per l'ex compagno di scuderia. "Ho un grandissimo rispetto per Jenson, osservo come ogni anno riesca a reagire, a conservare motivazione, il che è sempre più difficile quando gli anni passano. Nonostante ciò lui è lì, concentrato, specialmente quest'anno che suo padre non è più con lui", dice il pilota della Mercedes. "È un grande sportivo, posso solo sperare di riuscire ad avere una carriera lunga e piena di successi come la sua".


Fonte: formulapassion.it


C'è una Hamilton-mania nel circus! :-ahah

Secondo me JB cerca di aumentare il suo valore, visto che non ha fatto la figura di Raiikonen/Massa contro il compagno di squadra più blasonato.
Però se Kevin inizia a batterlo regolarmente allora come la mettiamo?  :-ahah

Vero, hai perfettamente ragione! :-ahah Non ci avevo pensato, ma di fatto con queste parole non sta facendo altro che pavoneggiarsi!

Citazione di: GoLewisGo il 12 Settembre 2014, 17:37:01
Vero, hai perfettamente ragione! :-ahah Non ci avevo pensato, ma di fatto con queste parole non sta facendo altro che pavoneggiarsi!
Oltre a quello cerca di pararsi il di dietro in maniera tale da trovarsi un sedile per il 2015 nel caso in cui Vettel decidesse di lasciare la Red Bull.
Secondo me Button è sulle stesse orme di Coulthard.