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mauriturbo
Basterà limitare il diametro dei pistoni per cambiare faccia al Motomondiale? Perché è da questo accorgimento che passerà la mutazione che dovrebbe andare in porto nel 2011. Si è fatta un po' di confusione nelle scorse settimane su quelle che dovrebbero essere le nuove linee tecniche della MotoGP. Qualcuno ha ipotizzato la sparizione dei team ufficiali, con le case che si rendono negozio e i team che si rendono clienti. Può essere una strada, ma non è quella scelta in via esclusiva dai costruttori che si erano trovati a Valencia in occasione del GP per decidere del loro futuro.

Una proposta, che trapela adesso, è piaciuta ed è stata approvata in via preliminare e riguarda l'imposizione del diametro dei pistoni ad una misura massima di 81 millimetri (alesaggio) con la cilindrata portata a 1000 cc. Il discorso tecnico è complicato, ma la conseguenza in sostanza è quella di disporre di motori a "corsa" più lunga, motori che girano meno in alto (si passerebbe dai circa 20000 giri di ora a poco più di 15000), motori che durano di più. Motori più simili a quelli che si trovano in commercio sulle supersportive e che, elaborati, già corrono nel mondiale Superbike.

Accadrà in pratica il contrario di quello che accadde nel 2002, quando la cilindrata imposta era di 990 cc proprio per evitare la commistione tra prototipi e derivati di serie.

Il nuovo obiettivo qui è quello invece di tornare a rimpolpare la griglia di partenza, rendendo la categoria appetibile anche per quelle case come Aprilia e Bmw che di fatto potrebbero studiare nuovi telai prototipi all'interno dei quali alloggiare i loro motori che già girano forte in Superbike.

Si assisterà ad una convivenza tra moto ufficiali vere che saranno, come ora, prototipi anche nel motore e moto col motore derivato dalla serie elaborato ai massimi livelli. Gli ingegneri che hanno approvato la nuova proposta ritengono che con l'imposizione dell'alesaggio ad 81 potranno esserci differenze di 5/7 cavalli massimo tra i due tipi di motore, pochi quanto basta per rendere consigliabile un'accelerazione del cammino in questo senso.

E' chiaro i reparti corse ufficiali disporranno di più tecnologia e di più denaro per sviluppare alberi motore più leggeri e più resistenti, ma con il limite ad 81 mm il margine di sviluppo è molto ridotto sin dall'inizio, quanto basta per evitare che si spendano montagne di soldi per ottenere risultati poco importanti.

Se è vero, come si dice, che ai costruttori questa norma piace (a patto che poi non la si cambi ogni due per tre una volta intrapreso il cammino ingegneristico della progettazione) è anche vero che gli stessi costruttori dovranno convincere il mondiale Superbike e la Federazione che motori derivati dalla serie alloggiati in telai prototipi non costituiscono una violazione delle norme che distinguono i due campionati.